YAOUNDÉ, mercoledì, 18 marzo 2009 (ZENIT.org).- Il portavoce vaticano ha commentato le parole di Benedetto XVI sulla lotta contro l’Aids, spiegando che per la Chiesa la priorità è rappresentata da istruzione, ricerca e assistenza umana e spirituale, e non dall’opzione esclusiva per la diffusione dei preservativi.
Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi S.I., ha pubblicato questo mercoledì pomeriggio da Yaoundé un comunicato in risposta alle interpretazioni da parte dei mezzi di comunicazione e anche dei rappresentanti governativi della risposta che il Papa ha dato questo martedì ai giornalisti durante il viaggio da Roma al Camerun.
Un editoriale pubblicato dal direttore de “L’Osservatore Romano”, Giovanni Maria Vian, constata che alcuni media hanno ridotto il messaggio del Papa sull’Aids “a un solo aspetto – per di più stravolto in chiave polemica -, e cioè quello dei metodi per contrastare la diffusione dell’Aids”.
Basandosi sulla versione parziale che i mezzi informativi hanno offerto questo martedì delle parole del Papa nel suo riferimento all’Aids e al preservativo, rappresentanti di istituzioni e Governi hanno rivolto dure accuse al Santo Padre.
A questo proposito, il direttore esecutivo del Fondo Mondiale per la Lotta all’Aids, Michel Kazatchkine, ha espresso la sua “profonda indignazione” e ha chiesto al Papa di ritrattare le sue affermazioni, considerate “inaccettabili” perché rappresentano “una negazione dell’epidemia”.
Anche esponenti dei Governi di Francia e Belgio hanno attaccato con violenza il Santo Padre.
Padre Lombardi ha precisato nella sua dichiarazione “che il Santo Padre ha ribadito le posizioni della Chiesa cattolica e le linee essenziali del suo impegno nel combattere il terribile flagello dell’Aids”.
Il portavoce ha spiegato le tre linee d’azione nella lotta contro l’Aids esposte da Benedetto XVI, in primo luogo “l’educazione alla responsabilità delle persone nell’uso della sessualità” e “il riaffermare il ruolo essenziale del matrimonio e della famiglia”.
In secondo luogo, ha citato “la ricerca e l’applicazione delle cure efficaci dell’Aids” e il “metterle a disposizione del più ampio numero di malati attraverso molte iniziative ed istituzioni sanitarie”; infine, “l’assistenza umana e spirituale dei malati di Aids come di tutti i sofferenti, che da sempre sono nel cuore della Chiesa”.
“Queste sono le direzioni in cui la Chiesa concentra il suo impegno non ritenendo che puntare essenzialmente sulla più ampia diffusione di preservativi sia in realtà la via migliore, più lungimirante ed efficace per contrastare il flagello dell’Aids e tutelare la vita umana”, ha concluso padre Lombardi.