YAOUNDÉ, giovedì, 19 marzo 2009 (ZENIT.org).- La religione ha bisogno della ragione e la ragione necessita della religione, ha affermato questo giovedì Benedetto XVI ai rappresentanti musulmani del Camerun, spiegando il segreto per superare la violenza e il totalitarismo religiosi.
Il Papa ha iniziato il suo terzo giorno in terra africana con un incontro pubblico nella Nunziatura Apostolica di Yaoundé con 22 leader della comunità musulmana locale. L’islam è professato dal 20% degli oltre 18 milioni di camerunensi.
Nel suo discorso, il Papa ha considerato che “oggi un compito particolarmente urgente della religione è di rendere manifesto il vasto potenziale della ragione umana, che è essa stessa un dono di Dio ed è elevata mediante la rivelazione e la fede”.
Secondo il Santo Padre, “credere in Dio, lungi dal pregiudicare la nostra capacità di comprendere noi stessi e il mondo, la dilata. Lungi dal metterci contro il mondo, ci impegna per esso”.
Cristiani e musulmani, ha detto, sono chiamati “ad aiutare gli altri nello scoprire le tracce discrete e la presenza misteriosa di Dio nel mondo, che Egli ha creato in modo meraviglioso e sostiene con il suo ineffabile amore che abbraccia tutto”.
“Se gli uomini e le donne consentono all’ordine magnifico del mondo e allo splendore della dignità umana di illuminare la loro mente, essi possono scoprire che ciò che è ‘ragionevole’ va ben oltre ciò che la matematica può calcolare, la logica può dedurre e gli esperimenti scientifici possono dimostrare”.
Il “ragionevole”, ha spiegato, “include anche la bontà e l’intrinseca attrattiva di un vivere onesto e secondo l’etica, manifestato a noi mediante lo stesso linguaggio della creazione”.
Questa visione della religione, ha aggiunto, “rifiuta tutte le forme di violenza e di totalitarismo: non solo per principi di fede, ma anche in base alla retta ragione”.
“In realtà – ha riconosciuto –, religione e ragione si sostengono a vicenda, dal momento che la religione è purificata e strutturata dalla ragione e il pieno potenziale della ragione viene liberato mediante la rivelazione e la fede”.
Il Pontefice ha concluso il suo discorso auspicando che “l’entusiastica cooperazione tra musulmani, cattolici ed altri cristiani in Camerun sia per le altre Nazioni africane un faro luminoso sul potenziale enorme di un impegno interreligioso per la pace, la giustizia e il bene comune”.