Sono 15 i leaders religiosi, 5 donne e 10 uomini, a rappresentare comunità cristiane, ebree, musulmane, induiste, buddiste e mormoni, di diverse aeree del continente, invitati dalla Commissione Europea per l’annuale incontro di alto livello tra istituzioni comunitarie e leader religiosi. L’incontro vuole raccogliere idee ed esperienze intorno al tema “Vivere insieme e accettare le diversità”. Per la Chiesa cattolica sono presenti il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e presidente della Comece, e Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari.
Il dibattito è stato introdotto da Frans Timmermans, primo vice-presidente della Commissione e da Antonio Tajani, vice-presidente del Parlamento europeo incaricato per l’attuazione del dialogo. Un dialogo che oggi, ha sottolineato in apertura Timmermans, “è più importante che mai”: “Le nostre società devono affrontare sfide cruciali – ha detto -. Le chiese e le religioni sono tra gli attori che possono avere un ruolo di primo piano nella promozione della coerenza sociale e l’abolizione delle divisioni. I leaders religiosi presenti oggi sono dei partner per la CE, in quanto possono condividere l’esperienza che hanno nella lotta contro fondamentalismo e discriminazione”.
Mali sociali che, secondo Tajani, “possono essere sconfitti solo se restiamo uniti. Il dialogo tra le religioni è fondamentale per difendere i valori delle nostre società. Le istituzioni europee dovrebbero promuoverlo tanto a livello di capi religiosi ed esperti di teologia, quanto coinvolgendo i giovani. Dobbiamo investire di più non solo nell’economia, ma anche nel futuro dei nostri giovani”.
Il cardinale Marx è partito invece da una domanda: “Consideriamo le religioni come un patrimonio del passato o come un contributo importante per il futuro della società?”. A margine dell’evento, il porporato ha poi espresso “grande preoccupazione” per la situazione dei migranti e richiedenti asilo in Europa.
“Tenendo conto dalle parole dette dal Papa” su tali temi, il presidente di Comece, parlando di migrazioni e del ruolo e la presenza delle chiese nei Paesi Ue, ha affermato: “Noi ci vogliamo impegnare per l’integrazione dei migranti, anche se altre risposte devono venire dalla politica. L’Ue deve trovare un accordo in questo senso, che comprenda un’equa ripartizione dei profughi”.
Allo stesso tempo, secondo il cardinale, “occorre andare alla radice del fenomeno migratorio”, che comprende una collaborazione con i Paesi in cui si originano i flussi e dove transitano i migranti. “Comprendo che si tratta di problemi complessi – ha detto – e dunque capisco anche che alcuni politici riconoscano che non vi si può dare una risposta dall’oggi al domani. Però ci vogliono collaborazione e unità”
Dopo l’arcivescovo tedesco, all’incontro nella Commissione Europea è intervenuto il rabbino capo di Bruxelles Guiggui, che ha sottolineato la necessità di “rinforzare le religioni moderate in Europa, dove manca il senso della storia, della memoria e della dimensione religiosa, aperta e tollerante”.
Nel dialogo continuato durante il pranzo di lavoro, dopo la conferenza stampa, Maria Voce ha invece ribadito: “L’esperienza dice che i problemi non possono risolversi in modo globale, perché i bisogni sono differenziati. Quelli di una piccola città non sono gli stessi di una metropoli né quelli di una campagna. Ci vuole l’intelligenza dell’amore che fa capire i bisogni e trovare le risposte. E queste si possono trovare insieme, comunità di origine e etnie differenti che però si sentano protagonisti e parte della comunità, per migliorare l’occupazione dei giovani, l’integrazione nelle scuole, la conoscenza tra le famiglie”.
La presidente dei Focolarini ha quindi citato alcuni esempi riusciti, come quello promosso dall’associazione “Città per la fraternità”, che ne collega un centinaio. Esso nasce nel tessuto sociale del Movimento dei Focolari e promuove progetti che hanno come obiettivo attuare il principio di fraternità. L’ultimo progetto premiato è in corso a Cannes, Francia, dove cristiani, musulmani, buddisti, ebrei hanno provato a convivere e scoprire non solo la fede, ma anche le ricchezze e le bellezze delle varie comunità, cambiando il volto di alcuni quartieri della città.
“Noi responsabili di movimenti religiosi – ha evidenziato Maria Voce – non solo non dobbiamo essere pessimisti, ma dobbiamo portare questa voce di speranza. So che è difficile, ma possibile. E se lo facciamo insieme abbiamo una chance in più. Certo, ci vuole un’arte, un’arte che si impara. Chiara Lubich la chiamava ‘l’arte di amare'”.
Le conclusioni della riunione di Bruxelles forniranno materiale di discussione per il primo convegno annuale sui diritti fondamentali dell’UE che si terrà l’1 e il 2 ottobre 2015 e che sarà incentrato sul tema “Tolleranza e rispetto: prevenire e combattere l’odio antisemita e antimusulmano in Europa”.
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