Presentati al Papa i due agnelli la cui lana servirà per i Pallii

Come ogni anno in occasione della Solennità di Sant’Agnese

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 21 gennaio 2010 (ZENIT.org).- In occasione della memoria liturgica di Sant’Agnese, sono stati presentati al Papa due agnelli benedetti questo giovedì mattina nella Basilica di Sant’Agnese sulla via Nomentana, la cui lana sarà utilizzata per confezionare i Pallii dei nuovi Arcivescovi metropoliti.

Il Pallio, insegna liturgica d’onore e di giurisdizione indossata dal Papa e dagli Arcivescovi metropoliti nelle loro chiese e in quelle delle loro province, vuole simboleggiare la pecorella smarrita e ritrovata, portata sulle spalle dal Buon Pastore, e l’Agnello crocifisso per la salvezza dell’umanità.

Inizialmente attributo esclusivo del Sommo Pontefice, venne poi accordato dal Santo Padre anche ai Vescovi che avessero ricevuto dalla Sede Apostolica una speciale giurisdizione: nel 513, infatti, Papa Simmaco lo concesse a Cesario, Vescovo di Arles.

Come segno di speciale vicinanza alla Sede Apostolica, è collocato dai Vescovi intorno alle spalle, proprio a simboleggiare un agnello.

Il Pallio è costituito da una fascia di lana bianca su cui spiccano sei croci di seta nera.

Il Pontefice benedice i nuovi Pallii il 29 giugno, in occasione della Solennità dei Santi Pietro e Paolo. Essi vengono quindi riposti in un’urna di bronzo donata da Benedetto XIV e conservata nella cosiddetta “nicchia dei pallii” presso la Confessione di San Pietro.

I due agnelli, in genere dono dei religiosi dell’Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi, che servono la Basilica di Sant’Agnese fuori le Mura, sono allevati dalle religiose del convento romano di san Lorenzo in Panisperna.

Dopo la tosatura, saranno le suore del Monastero benedettino di Santa Cecilia in Trastevere a provvedere alla confezione dei Pallii, in sottili bende.

La benedizione degli agnelli ha luogo nel giorno in cui si commemora Sant’Agnese, per ricordarne la morte cruenta, avvenuta nel Circus Agonalis (attuale Piazza Navona), luogo dove sorge oggi la cripta a lei dedicata, e dove venne esposta e poi trafitta con un colpo di spada alla gola, nel modo in cui si uccidevano gli agnelli.

Nata nel III secolo da nobile famiglia, a dodici anni Agnese consacrò la propria vita a Dio facendo voto di verginità.

Dopo lo scoppio di una terribile persecuzione contro i Cristiani, venne denunciata in quanto tale dal figlio del Prefetto di Roma, che la ragazza aveva respinto per tener fede alla promessa fatta al Signore.

Per questo motivo, e anche per un gioco di parole latine che lega il nome di Agnese all’agnus, l’iconografia raffigura spesso la Santa con una pecorella o un agnello, simboli del candore e del sacrificio.

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ZENIT Staff

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