La Caritas in Veritate e la Dottrina Sociale della Chiesa

ROMA, giovedì, 11 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Per la Rubrica di Dottrina Sociale e Bene Comune, pubblichiamo il contributo di monsignor Angelo Casile, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale Sociale e del Lavoro della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), sul tema “La Caritas in Veritate e la Dottrina Sociale della Chiesa”.

 

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Premettere l’essere al fare

Scorrendo le pagine della Caritas in veritate, appare evidente il primato dell’essere sul fare. «È la verità originaria dell’amore di Dio, grazia a noi donata, che apre la nostra vita al dono e rende possibile sperare in uno “sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”» (CV 8). Il principio, usato da Joseph Ratzinger, nell’opera Introduzione al Cristianesimo pubblicata nell’ormai lontano 1968,[1] prospetta una conversione a una nuova sapienza che vede ogni ambito sociale come una chiamata, come occasione per vivere la propria vocazione, nell’assunzione di personale responsabilità per la crescita del bene comune.[2]

Senza l’accoglienza del dono di Dio, del primato cioè dell’essere sul fare, si snatura ogni intervento umano e ogni azione o ambito perde il proprio valore a favore dello sviluppo integrale dell’uomo. Infatti, senza il dono di Dio:

la carità… diviene sentimentalismo e non amore che promuove l’uomo nella verità (cfr CV 3);

la verità… opinione contingente dei soggetti e non luce che dà senso e valore alla carità (cfr CV 3);

il creato… risorsa da saccheggiare e non giardino da custodire e utilizzare come dono di Dio da consegnare “nuovo” alle generazioni future (cfr CV 48);

la giustizia… attribuzione di diritti e non profonda esperienza della misericordia di Dio e parte integrante di quell’amore coi fatti e nella verità (cfr CV 6);

la pace… accordo tra i popoli e non accoglienza di Gesù “nostra pace” che germina nella paziente tessitura di incontri tra i popoli nell’amore e nella comprensione reciproca (cfr CV 73);

il lavoro… produzione di beni e servizi e non espressione della propria creatività a immagine del Creatore (cfr CV 41);

la politica… visione utopistica e ideologica e non testimonianza della carità divina che, operando nel tempo, prepara l’eterno (cfr CV 7);

la tecnica… riduzione di tutto a puro fare e non sapienza che governa l’armonia del cosmo nella signoria dello spirito sulla materia (cfr CV 69);

la solidarietà… assistenzialismo paternalista e non fraternità che accoglie riconoscendo nell’altro il volto di un figlio di Dio nel sentirsi tutti responsabili di tutti (cfr CV 38);

la sussidiarietà… particolarismo sociale e non antidoto all’assistenzialismo nel rispetto della dignità della persona, capace di donare qualcosa e se stesso agli altri (cfr CV 57);

il mercato… sopraffazione del debole e non luogo di incontro ed esperienza di scambio di doni nella fiducia e per un sviluppo umano integrale (cfr CV 35);

l’impresa… vantaggio personale e non servizio all’economia reale e promozione di sviluppo stabile nella comunità locale (cfr CV 40);

il turismo… evasione consumistica e scadimento morale e non riposo nella festa e promozione della conoscenza reciproca e della cooperazione internazionale (cfr CV 61);

la globalizzazione… dinamica fatalista e non occasione per orientare l’umanità nella relazionalità, nella comunione e nella condivisione del sentirsi l’unica famiglia di Dio (cfr CV 42);

i migranti… mera forza lavoro e non persone con diritti inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione (cfr CV 62);

la crescita demografica… causa di sottosviluppo e non apertura responsabile alla vita nella bellezza della famiglia, cellula vitale della società e del suo sviluppo (cfr CV 44);

la bioetica… predominio sulla vita e non luogo di esercizio della responsabilità dell’uomo nell’accoglienza di Dio e nel fecondo dialogo tra fede e ragione (cfr CV 74);

la crisi… incapace rassegnazione e non occasione di discernimento, di nuova progettualità, di fiduciosa speranza nelle scelte che riguardano sempre più il destino dell’uomo (cfr CV 21).

Impegnarsi per lo sviluppo umano integrale

Il tema prevalente della Caritas in veritate è «lo sviluppo umano integrale» (CV 4) a partire da Dio, Amore e Verità, e approfondito nella continuità con le dinamiche della Populorum progressio di Paolo VI che rifletteva sulle prospettive dello sviluppo dei popoli.

Benedetto XVI afferma di voler «rendere omaggio e tributare onore alla memoria del grande Pontefice Paolo VI» e, collocandosi sulla sua scia, come già fece Giovanni Paolo II con la Sollicitudo rei socialis, giunge a considerare la Populorum progressio come «la Rerum novarum dell’epoca contemporanea» (CV 8).

Dobbiamo a Paolo VI anche la sottolineatura della rilevanza dell’evangelizzazione con l’Evangelii nuntiandi e delle problematiche sociali connesse ai temi legati alla procreazione con l’Humanae vitae.

La Caritas in veritate fa proprie tre prospettive di ampio respiro contenute nell’enciclica di Paolo VI e legate allo sviluppo umano integrale.

La prima prospettiva è che «il mondo soffre per mancanza di pensiero (PP 85)» (CV 53), è necessaria perciò una interdisciplinarietà dei saperi a servizio dello sviluppo umano; la seconda che «Non vi è umanesimo vero se non aperto verso l’Assoluto (PP 42)» (CV 16), il traguardo dello sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini è davanti a noi e sopra di noi; la terza è che all’origine del sottosviluppo c’è «la mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli (PP 66)» (CV 19).

Infine, fa notare come anche Paolo VI faceva appello alla carità e alla verità quando invitava ad operare «con tutto il loro cuore e tutta la loro intelligenza» (cfr PP 82)» (CV 8).

S.E. Mons. Mario Toso, Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, invita a leggere la Caritas in veritate, prima enciclica sociale del Terzo Millennio, per la profonda riflessione sull’attuale momento storico e culturale e perché prospetta «l’esigenza di un nuovo “rinascimento” e di un nuovo umanesimo, previo il recupero della verità sull’uomo, sull’economia, sulla politica, sullo sviluppo, sulla globalizzazione».[3]

Il vero sviluppo umano integrale è impossibile senza uomini retti che si impegnino nella fraternità, nella solidarietà e nella sussidiarietà che privilegiano l’educazione guidata da una visione integrale dell’uomo, per un lavoro “decente” per tutti, nella cooperazione sociale basata sulla convivialità, nell’economia e nella finanza finalizzate al sostegno di un vero sviluppo.

Tale sviluppo globale, secondo il Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale della Pace deve prendere una «direzione più rispettosa nei confronti del creato e di uno sviluppo umano integrale, ispirato ai valori propri della carità nella verità… fondato sulla centralità dell’essere umano, sulla promozione e condivisione del bene comune, sulla responsabilità, sulla consapevolezza del necessario cambiamento degli stili di vita e sulla prudenza, virtù che indica gli atti da compiere oggi, in previsione di ciò che può accadere domani».[4]

[1] «La mentalità di oggi infatti, sotto forma di positivismo e di fenomenologismo, ci invita a limitarci al “visibile”, al “fenomenico” nel senso più ampio del termine, a estendere l’atteggiamento metodico di fondo, cui le scienze naturali vanno debitrici dei loro successi, alla totalità dei nostri rapporti con la realtà. In quanto tecnica, poi, ci incita ad abbandonarci al fattibile e ad attenderci da esso il terreno solido che ci sostiene. Il primato dell’invisibile sul visibile e del ricevere sul fare contrasta in maniera stridente con tale impostazione di fondo. È appunto questa la causa per cui lo slancio dell’abbandono fiducioso al non-visibile ci risulta oggi così difficile» Joseph Ratzinger, Introduzione al Cristianesimo, Editrice Queriniana, Brescia 200816, p. 67.

[2] Cfr Giampaolo Crepaldi, Introduzione alla lettura dell’enciclica Caritas in veritate, in: Benedetto XVI, Carit
as in veritate
, Edizioni Cantagalli, Siena 2009, p. 19.

[3] Mario Toso, La speranza dei popoli. Lo sviluppo nella carità e nella verità – L’enciclica sociale di Benedetto XVI letta e commentata, LAS Editrice, Roma 2009, p. 10.

[4] Benedetto XVI, Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato, Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale della Pace, 2009, 9.

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ZENIT Staff

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