La tendenza anticattolica della BBC

Il direttore Mark Thompson difende la sua posizione “equilibrata”

Share this Entry

di Edward Pentin

ROMA, lunedì, 22 febbraio 2010 (ZENIT.org).- La BBC (British Broadcasting Corporation) è nota per non essere una delle più strenue sostenitrici della Chiesa cattolica.

Sebbene l’alta qualità dei suoi programmi sia nota in tutto il mondo, questa grande emittente, che gode di sostanziosi finanziamenti pubblici, è spesso stata accusata di trattare la Chiesa e la fede cattolica, nella migliore delle ipotesi in modo ingiusto, se non addirittura malizioso.

Molti esempi sostengono questa accusa, a partire dai numerosi programmi degli ultimi 10 anni, che possono essere considerati blasfemi e altamente offensivi per i cattolici.

Nel 2003, la BBC ha mandato in onda – per l’ampio pubblico internazionale – un documentario intitolato “Sex and the Holy City”, in cui si dava intenzionalmente una falsa rappresentazione della Chiesa e dei suoi insegnamenti sull’uso del preservativo contro l’AIDS. Due anni dopo ha trasmesso “Jerry Springer the Opera”, un programma blasfemo e molto offensivo, che metteva in ridicolo Gesù e la fede in generale.

Precedentemente, la BBC aveva speso 2 milioni di sterline (quasi 3 milioni di euro) su un programma dal titolo “Popetown” – un cartone animato ambientato in Vaticano, che derideva la Chiesa e la cui trama riguardava anche elementi di bestialità. Grazie alle proteste, il programma è stato vietato in Gran Bretagna, ma trasmesso all’estero, nonché venduto nel Regno Unito su DVD.

La BBC è stata anche accusata in relazione ad altre questioni che riguardano il Cattolicesimo: la persecuzione dei cattolici in Medio Oriente o in Asia è raramente oggetto di un’attenzione adeguata; l’immenso bene svolto dai preti cattolici, dai religiosi e dai laici in tutto il mondo è generalmente trascurato; e l’incalcolabile contributo della Chiesa alla cultura occidentale tende ad essere screditato, a favore di una grande attenzione sui peccati commessi in passato da esponenti della Chiesa.

La BBC è stata anche considerata responsabile di più subdole azioni anticattoliche. I vari talk show, le notizie sportive e gli articoli sul Web tendono ad incentrarsi sull’aspetto sensazionalistico. Spesso si veicolano anche i contributi del mondo secolare o del dissenso al Cattolicesimo, ma raramente si dà spazio ai cattolici ortodossi perché possano adeguatamente trasmettere l’insegnamento della Chiesa.

Il trattamento che i religiosi ricevono dall’emittente non di rado assume la forma di interrogatori da parte di presentatori irriverenti e sprezzanti che sembrano averli già condannati come colpevoli. Stephen Glover, editorialista inglese della carta stampata, non cattolico, ha scritto di come un intervistatore televisivo della BBC metteva sotto torchio l’arcivescovo inglese Vincent Nichols nel 2007, “trattandolo come un appartenente a qualche setta estremista, interrompendolo continuamente in modo beffardo, come fosse una specie di idiota”.

Pregiudizi

Gran parte di questi pregiudizi sono assimilabili ad una mentalità predominante, tra le file dell’emittente, di carattere laico, che abbraccia o simpatizza con una cultura della morte, sia che riguardi l’aborto, il femminismo radicale, l’agenda omosessuale, l’eutanasia, o espressioni di una scienza non etica come la ricerca sulle cellule staminali. “La BBC”, ha scritto una volta Glover, “rappresenta il consenso materialista e meccanicistico che ha rifiutato Dio e che ha l’illusione di una scienza capace di fornire una completa spiegazione dell’esistenza”.

Persino uno dei giornalisti della BBC più affermati, Andrew Marr, ha ammesso le difficoltà dell’emittente nell’offrire una visione priva di pregiudizi. “La BBC non è imparziale o neutra”, ha detto durante un incontro privato tra i vertici della BBC nel 2006. “È un’organizzazione finanziata dallo Stato, di cultura urbana, con un numero abnorme di giovani, appartenenti a minoranze etniche e persone gay. Ha una tendenza liberale che non è tanto di natura partitica, quanto piuttosto culturale”.

Allo stesso incontro, un anziano dirigente della BBC, secondo la stampa britannica, avrebbe detto che esisteva una “diffusa consapevolezza che ci siamo spinti troppo oltre nella direzione del politically correct”, e che questo tipo di mentalità è “così fortemente radicata nella l’impostazione culturale della BBC, che è molto difficile cambiarla”. Sempre secondo la stampa, “quasi tutti” i presenti all’incontro erano d’accordo che, in un telefilm, la Bibbia poteva essere gettata nel cestino, ma non il Corano, per timore di offendere i musulmani.

Negare

I dirigenti della BBC sono chiaramente molto solerti nel respingere tutte le accuse di una loro tendenza anticattolica. Il 2 febbraio scorso, Mark Thompson, il direttore generale dell’emittente – sostanzialmente il capo redattore – è intervenuto alla Pontificia Università della Santa Croce, a Roma, sul tema “Broadcasting and Civil Society”. Purtroppo, e forse significativamente, nel suo discorso non ha fatto alcun riferimento esplicito alla religione, ma si è concentrato su quanto la BBC stia lavorando bene come emittente pubblica indipendente, e su come la prossima revisione prometta di produrre programmi di qualità ancora migliore.

Tuttavia durante la successiva tavola rotonda, ha ammesso la possibilità che vi sia una certa tendenza anticattolica in relazione alle notizie, anche se per quanto riguarda i servizi sulla religione, la BBC cerca, e generalmente ci riesce, di dare “un quadro equilibrato”.

Thompson ha poi fatto esempi di documentari della BBC e di servizi in diretta sulla Chiesa, dal funerale del cardinale Basil Hume, l’ex Arcivescovo di Westminster, all’esposizione in Inghilterra delle reliquie di Santa Teresa di Lisieux. Alla domanda se, dal suo punto di vista, la BBC non tenda a favorire un’ideologia che contrasta con l’insegnamento della Chiesa, ha replicato: “No, veramente no”, e ha fatto l’esempio di un altro programma, questa volta sulla Passione, andato in onda durante la Pasqua del 2008.

Consigli della mamma

Questa non è stata la prima volta in cui si è confrontato con le critiche. Parlando sul tema della copertura televisiva della religione, durante una conferenza a Londra nel 2008, Thompson, che è cattolico, ha ricordato di come la mamma scosse la testa quando apprese che suo figlio era stato nominato direttore generale. “La BBC è anticattolica e contro Dio”, gli disse senza mezzi termini.

Ma tali etichette di anti-Dio, ha spiegato al pubblico della conferenza di Londra, “non sono così definitive; non sono neanche genericamente vere”. Naturalmente nella BBC ci sono molte persone “che hanno una visione fortemente scettica della religione”, ha detto, ma si trovano anche “migliaia di persone per le quali la religione svolge un ruolo centrale nella loro vita”. Ha poi ammesso il fatto che la presentazione della religione come una “esperienza di fede e di vita”, anziché come storia o controversia, è una cosa piuttosto “insolita”, ma ha anche osservato che oggi vi è maggiore interesse per i programmi religiosi “di alto profilo”, rispetto a 25 anni fa.

Eppure, secondo i suoi dati, i servizi televisivi della BBC su questioni di religione, sono diminuiti passando dalle 177 ore del 1987/88 alle 155 ore del 2007-08. Nei giorni scorsi, l’organo di governo della Chiesa d’Inghilterra, il Sinodo generale, ha analizzato se il Cristianesimo venga veramente emarginato dalla BBC e trattato tipo “show dei record” o come una “specie rara” da studiare in un programma naturalistico.

Emarginazione

Durante la conferenza del 2 febbraio, Thompson ha detto di non voler trattare la religione in maniera specifica, per non collocarla all’interno di una particolare categoria, preferendo piuttosto parlare di religione nell’ambito di commenti sulla storia, sulla conoscenza e sulla cu
ltura. Tuttavia una simile visione rischia di emarginarla ulteriormente ed è forse questo uno dei motivi per cui la BBC raramente manda in onda programmi incentrati su una fede specifica, mettendole insieme in una sorta di pasticcio relativistico.

Come ha domandato anche un sacerdote al termine dell’intervento di Thompson, ma allora perché non avere dei programmi dedicati a ciascuna religione? Per esempio uno in cui vi sia un gruppo di teologi cattolici che discutono del ruolo delle opere nella giustificazione, o un’altro in cui vi siano studiosi musulmani che parlano dell’interpretazione del Corano.

Parlando successivamente con Thompson, è sembrato aperto ad avere un dialogo franco con la Chiesa e ad ascoltare nuove idee su come migliorare i servizi. Lo scopo principale della visita è stato quello di incontrare il Santo Padre ed esponenti del Vaticano per discutere della prossima visita del Papa nel Regno Unito nel 2010.

Un segnale promettente, anche se quanto effettivamente la dirigenza della BBC prenda in modo autenticamente serio la Chiesa rimane ancora una questione aperta.

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione