La vita di padre Wresinski, una denuncia dell'indifferenza di fronte alla povertà

Aperto il processo di beatificazione del fondatore del Movimento ATD-Quarto Mondo

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di Anita S. Bourdin

ROMA, mercoledì, 24 febbraio 2010 (ZENIT.org).- La vita di padre Joseph Wresinski, fondatore del Movimento ATD-Quarto Mondo, è una vera “denuncia della nostra indifferenza, della nostra rassegnazione di fronte alla fatalità della miseria”, ha affermato il sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura.

Monsignor Melchor Sánchez de Toca y Alameda ha presieduto una Messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano, a Roma, il 13 febbraio scorso in occasione dell’anniversario della morte di padre Wrezinski, morto il 14 febbraio 1988, e dell’introduzione della sua causa di beatificazione in Vaticano.

Il sagrato dei diritti umani

Ogni 17 ottobre, il sagrato della Basilica lateranense – Cattedrale dei Papi – accoglie l’incontro dei membri e degli amici della fondazione promossa da padre Wresinski (12 febbraio 1917 – 14 febbraio 1988).

E’ lì che il 15 ottobre 2000 il Cardinale Roger Etchegaray ha inaugurato a nome di Papa Giovanni Paolo II una delle lapidi analoghe a quella del “Sagrato dei Diritti Umani” del Trocadero, a Parigi.

La lapide parigina, “In onore delle vittime della miseria”, è stata inaugurata sul Sagrato delle Libertà e dei Diritti dell’Uomo il 17 ottobre 1987 e riporta queste parole: “I difensori dei diritti dell’uomo e del cittadino di tutti i Paesi si sono riuniti su questo sagrato. Hanno reso omaggio alle vittime della fame, dell’ignoranza e della violenza. Hanno sostenuto di essere convinti che la miseria non è fatale”.

“Hanno proclamato la loro solidarietà con coloro che in tutto il mondo lottano per distruggerla. Laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria, i diritti dell’uomo sono violati. Unirsi per farli rispettare è un dovere sacro. Padre Joseph Wresinski”.

Cinque anni dopo, nel 1992, le Nazioni Unite hanno riconosciuto ufficialmente il 17 ottobre Giornata Mondiale del Rifiuto della Miseria.

Papa Wojtyła ha voluto che l’iscrizione del Trocadero venisse replicata nel Laterano, e ha aggiunto personalmente: “Mai più discriminazioni, esclusioni, oppressioni, disprezzo dei poveri e degli ultimi”.

Una voce profetica

A 22 anni dalla morte del fondatore del Movimento ATD-Quarto Mondo, è chiaro che padre Wrezinski continua ad essere “la voce profetica dei più poveri”, ha sottolineato monsignor Sánchez.

“Beati i poveri”: questo è “il Vangelo degli abbandonati alla propria sorte, di quanti appartengono all’Ordine sacro dei Beati, il Vangelo dei perdenti: i poveri, gli affamati, chi piange ed è odiato, disprezzato, ignorato”, ha aggiunto monsignor Sánchez.

“Le Beatitudini di Gesù non sono un proclama astratto, ma un annuncio rivolto direttamente ai poveri”.

“Si tratta di un annuncio di liberazione, di una buona novella – ha sottolineato –. Così si compie anche la profezia di Isaia: ai poveri è annunciata la Buona Novella”.

I poveri e la Chiesa

Per monsignor Sánchez, la vita di padre Wresinski è stata “spesa nella difesa della dignità dei fratelli più poveri: aveva sentito la chiamata di Dio a diventare uno di loro, e ha voluto riflettere questa vocazione nel suo motto sacerdotale, ‘Prendi il largo e getta le reti’, ‘duc in altum‘, lontano dalla costa, lontano dalla sicurezza, dalla protezione e dalle comodità di un’esistenza sacerdotale ordinaria”.

Padre Wrezinski, ha indicato, “si sentì chiamato a far scoprire la dignità personale, la dignità dei figli di Dio, nostri fratelli”, facendo conoscere un legame illimitato con Gesù Cristo Salvatore come punto di partenza per “restituire i più poveri alla Chiesa e la Chiesa ai più poveri”.</p>

“Condividere la sua vita con i poveri non era per lui un modo di risolvere il problema economico o sociale, di eliminare sacche di estrema povertà nelle periferie cittadine perché non sono belle o rappresentano una minaccia per l’ordine pubblico o per la salute, o perché sono fattori potenziali di disordini sociali”, ha spiegato monsignor Sánchez.

“Per lui si trattava di aiutare a riscoprire la dignità che ogni uomo e ogni donna, anche nella situazione di miseria più estrema, ha sempre per il fatto di essere figlio di Dio”.

Era anche dare dignità ai più poveri perché “laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria, i diritti dell’uomo sono violati. Unirsi per farli rispettare è un dovere sacro”.

Il rifiuto della miseria

Oggi la vita di padre Wresinski è una vera “denuncia della nostra indifferenza, della nostra rassegnazione di fronte alla fatalità della miseria”, ha concluso monsignor Sánchez de Toca.

La data del 17 ottobre si celebra ora in molti Paesi, soprattutto in quelli francofoni.

Repliche della lapide del Trocadero sono state inaugurate negli ultimi anni in Burkina Faso, a Mauritius, in Québec e in Belgio.

Uno degli obiettivi della Giornata Mondiale del Rifiuto della Miseria è “dare la parola ai più poveri, ascoltare ciò che hanno da dire, in relazione non solo alla povertà e al modo di combatterla, ma anche alla pace, alla giustizia e all’avvenire del mondo e delle società”, ha spiegato a ZENIT il direttore del Centro Internazionale Joseph Wrezinski in Francia, Jean Tonglet.

“Questo atteggiamento di ascolto è qualcosa di più che il 17 ottobre vuole promuovere perché possiamo viverlo insieme giorno dopo giorno”.

La causa di beatificazione

Padre Marc Leclerc, postulatore della causa di beatificazione di padre Joseph Wresinski, ha spiegato che la fase diocesana, aperta a Soissons il 19 marzo 1997, si è conclusa nel 2003.

Le 20.000 pagine di documentazione sono state girate alla Congregazione per le Cause dei Santi.

Sono state raccolte in circa 60 volumi, esaminati dall’avvocato incaricato di questo lavoro dal dicastero.

Secondo padre Leclerc, “da allora abbiamo ricevuto il decreto di validità da parte della Congregazione, è stato nominato un Relatore, padre Hieronim Fokcinski, S.I., ed è stata aperta ufficialmente la fase romana del processo”.

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ZENIT Staff

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