L’identità cattolica è in pericolo?

Pubblicata una ricerca condotta nella Sicilia centrale

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di Maurizio Tripi

ROMA, giovedì, 30 giugno 2011 (ZENIT.org).-E’ stato presentato, recentemente, presso la Chiesa della Commenda a Piazza Armerina, il libro “L’identità in pericolo. Le credenze religiose nella Sicilia Centrale” (Edizioni Lussografica) scritto da Massimo Introvigne e Pier Luigi Zoccatelli.

Insieme agli autori è intervenuto anche il Vescovo di Piazza Armerina, mons. Michele Pennisi. A moderare l’incontro, Alberto Maira responsabile del CESNUR (Centro Studi Nuove Religioni) di Sicilia.

L’identità cattolica è in pericolo? Questa ricerca condotta dal CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) sul territorio dei comuni che costituiscono la Diocesi di Piazza Armerina presenta un quadro fatto di luci e di ombre.

Da una parte l’identità cattolica appare ancora molto forte. L’89,5% degli intervistati si dice cattolico, il 90,7% crede alla Resurrezione di Gesù Cristo, l’84,0% alla sua divinità, l’84,2% ai miracoli, l’81,1% al Paradiso e il 75,5% all’Inferno. I dati, più bassi, relativi alla credenza nella Chiesa cattolica come organizzazione voluta e assistita da Dio (73,2%) fanno già scattare un campanello d’allarme. Ma le cifre assolute rimangono molto positive.

Né le credenze tipiche della nuova religiosità e del New Age, pure presenti, appaiono veramente in crescita o maggioritarie. Rispetto a indagini precedenti lo spiritismo appare in declino, la credenza nella reincarnazione stabile, mentre in Sicilia appare sempre molto alto il numero di chi crede agli UFO e agli extraterrestri, secondo credenze che hanno una loro piccola ma non irrilevante tradizione locale.

Ma l’adesione alle verità della fede cattolica scende con l’età, e tra i giovani fra i 15 e i 29 anni è significativamente più bassa che tra i loro padri e fratelli maggiori. La fiducia nella Chiesa cattolica non è più unanime, e risulta scesa al 53,1%. Tra i maschi e i diplomati questa fiducia è diventata minoritaria, mentre dai dati emerge il forte impatto negativo – specie, in questo caso, fra le donne e le persone più semplici – delle dolorose vicende relative ai preti pedofili.

Leggere, conoscere, interpretare questi dati non deve indurre allo scoraggiamento, tanto più che presentano anche aspetti positivi, ma piuttosto a un rinnovato sforzo nella prospettiva della «nuova evangelizzazione».

Questo libro-ricerca è il completamento di un lavoro iniziato dai due autori con un precedente testo dal titolo “La messa è finita. Indagine porta a porta. Quelle delle Chiese”. Indagine riguardante sempre la religiosità nella Sicilia centrale.

Fare la conta alle porte delle chiese è il valore aggiunto e originale dell’ultima indagine del CESNUR, la seconda in Italia che si avvale di questo metodo dopo una ricerca analoga nel territorio veneziano pubblicata nel 2006.

A livello mondiale solo altri due esempi: la Polonia che da trent’anni ogni anno pubblica uno studio di questo genere e due pubblicazioni negli Stati Uniti.

Intervistato da ZENIT Pier Luigi  Zoccatelli ha spiegato che “oggi il tema dell’over-reporting, ovvero che la partecipazione dichiarata ai riti religiosi è maggiore di quella effettiva, è al centro di un dibattito scientifico internazionale. In questo contesto la «conta» delle persone nei luoghi di culto porta un dato nuovo e significativo, che tuttavia deve essere letto non buttando via gli altri”.

Alla domanda sul perché sia stata scelta la diocesi di Piazza Armerina, Zoccatelli ha precisato: “La scelta di questo territorio è stata determinata da due fattori: si tratta di un’area non eccessivamente ‘inquinata’ dalla presenza di turisti che comprende grossi centri come Enna e Gela e altri più piccoli, e quindi che bene costituisce il ‘caso medio’ ideale per rispondere alla difficile questione”.

“Inoltre – ha aggiunto – nel 2008 lo stesso territorio era stato oggetto di una indagine sul pluralismo religioso dalla quale era emerso che l’area rappresenta un caso forse unico non solo nel contesto siciliano e nazionale ma probabilmente europeo per la presenza di ben 28 realtà religiose di minoranza pari al 3,5% della popolazione praticante, contro la media nazionale del 2,1%. Basti pensare alla comunità di pentecostali a Gela che ricorda contesti tipici del continente ibero-americano; senza dimenticare il caso storico della presenza valdese a Riesi”.

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ZENIT Staff

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