ROMA, lunedì, 11 giugno 2012 (ZENIT.org).
Vangelo
Matteo 10,7-13
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».
Lettura
Barnaba è attivo nel consolidamento e nell’organizzazione della Chiesa di Antiochia, la prima in ambiente pagano, e nella missione verso i Gentili. Per il Vangelo la missione è annuncio che il Regno dei cieli è vicino – manifestato dai prodigi promessi per gli ultimi tempi –, è caratterizzata da una fiducia totale nell’azione di Dio, e si svolge sulla strada e nella casa.
Meditazione
La memoria di san Barnaba Apostolo è un’occasione per riflettere sulla missione e, quindi, sull’identità del cristiano e della Chiesa. Il Regno dei cieli è il centro della vita cristiana. Il Regno è una realtà indefinita, abbraccia l’immanente e il trascendente. È la misteriosa azione di Dio nella storia; un’azione progressiva, graduale, e tuttavia destinata ad arrivare al sicuro compimento. Il Regno è come una freccia già scagliata, che colpirà inevitabilmente il bersaglio. Il Regno manifesta il mondo nuovo, è un’irruzione graduale del futuro all’interno del presente. Nel mondo nuovo ognuno avrà un accesso diretto a Dio, secondo un grado di intimità per noi oggi impensabile. Il credente e la comunità sono relativi al Regno: siamo chiamati a renderlo manifesto e ad ampliarlo; d’altra parte, esso dipende da noi per quanto riguarda le modalità e i tempi di attuazione, non per quanto concerne il successo finale, che è garantito. L’espansione del Regno non si basa, infatti, sulle nostre strategie di annuncio, ma sulla fiducia totale in Dio. La ricompensa per il lavoro missionario è garantita direttamente da Dio. La frase «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (v. 8), va messa in relazione con «chi lavora ha diritto al suo nutrimento» (v. 10). Gesù non afferma che chi lavora per il Regno non debba essere sostenuto; anzi, il lavoro per il Regno deve poter garantire una vita dignitosa. Gesù intende soffermarsi, piuttosto, sull’atteggiamento del cristiano, che non deve essere caratterizzato dall’angoscia per i mezzi di sussistenza, ma da una fiducia incrollabile in Dio. L’espansione del Regno non dipende dalle mie capacità, da quanto sono bravo ed equipaggiato, ma dallo spazio che lascio a Dio. Il Regno non è questione di bravura e di mezzi, ma di affidamento.
Preghiera
Signore Gesù, voglio seguirti nell’edificazione del Regno.
Agire
Compio un gesto che manifesta la presenza del Regno: dono il saluto della pace agli abitanti di una «casa».
La meditazione quotidiana è un servizio offerto dal Regnum Christi. Le riflessioni sul vangelo del giorno sono tratte da Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART.