L'Eucarestia nella mia vita di battezzato

La festa del Corpus Domini ci invita a riflettere sul Sacramento dell’Eucarestia

Share this Entry

di Padre Piero Gheddo

ROMA, mercoledì, 13 giugno 2012 (ZENIT.org) – Quando Gesù cenava in quell’Ultima Cena con i suoi Apostoli, sapeva che poco dopo sarebbe incominciata la sua Passione, Crocifissione, Morte e Risurrezione. L’ultimo suo dono all’umanità e alla comunità dei credenti è l’Eucarestia. “Questo è il mio Corpo…questo il mio Sangue…Fate questo in memoria di me”.

E noi, duemila anni dopo, siamo ancor qui a celebrare questo Atto di amore con la Santa Messa. Gesù istituisce l’Eucarestia, il sacramento del suo corpo e del suo sangue che si dà in cibo agli uomini per la vita eterna. Crea il sacerdozio cristiano che celebra il Santo Sacrificio e crea l’Eucarestia che “costituisce l’anima di tutta la vita cristiana, perché è il segno dell’amore di Dio e insieme realizza in noi la capacità di amare. 

Il culto eucaristico è l’autentica e più profonda caratteristica della vita cristiana. Scaturisce dall’Amore e serve all’amore, al quale tutti noi siamo chiamati in Gesù Cristo” (Giovanni Paolo II in “Dominicae Coenae” del 1980).

Cos’è l’Eucarestia? Tre cose:

– il Sacrificio che ci salva;

– il Culto che ci unisce in Chiesa, in comunità;

– la Presenza che ci conforta e ci sostiene per tutta la vita. 

1) L’Eucarestia è Sacrificio, perché attualizza l’unico Sacrificio di Cristo, il Sacrificio della Croce e Risurrezione che ci salva. Nella Messa si celebra ancora una volta, fino alla fine del mondo, il Sacrificio che ci libera dal peccato e ci dà la grazia di Dio per la Vita Eterna.

Nella Messa noi veniamo messi di fronte a Gesù morto per i nostri peccati, a Gesù che ha dato la vita perché potessimo avere la vita eterna. “Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici” e questo il Signore Gesù l’ha fatto morendo in Croce per noi e nella Messa noi ricelebriamo in modo mistico il suo Sacrificio e quindi il ricordo della nostra Salvezza.

Dobbiamo sempre ricordare Gesù che è morto per i nostri peccati, la Chiesa che si offre anche lei nella Messa per i peccati dell’uomo, noi stessi che partecipiamo all’Eucarestia non in modo passivo come spettatori, ma come protagonisti, che ci offriamo con Gesù e la Chiesa per la salvezza dell’umanità.

Quando all’inizio della Messa chiediamo perdono per i nostri peccati, ci purifichiamo per essere un sacrificio a Dio gradito; e quando la nostra vita ci porta sofferenze, malattie, incomprensioni, fallimenti, amarezze, portiamo tutto con noi nella Messa per offrire a Dio le nostre piccole debolezze e sofferenze

Nella mia prima S. Messa ero talmente commosso a pensare a quel che stava avvenendo in me, sacerdote di Cristo in eterno, che piangevo lacrime di gioia e di consolazione. Il parroco mi diceva: “Piero, smettila di piangere, piangerai dopo, adesso vai avanti con la Messa”. Ricordo spesso quei momenti e quella scena. Ho preso l’abitudine, prima di celebrare la S. Messa, di pregare così: “Signore, ridammi l’entusiasmo e la commozione della mia prima Santa Messa!”.

2) L’Eucarestia è Cena, è Comunione con Gesù, è nascita della Chiesa. La Chiesa nasce dall’Eucarestia e l’Eucarestia crea la Chiesa.v Nell’ultima Cena Gesù ha fondato la sua Chiesa, La Messa è comunione con Gesù, ma anche con i membri della comunità Chiesa, la parrocchia, la comunità religiosa; ed è missione. 

L’Eucarestia comunità può avere molte applicazioni pratiche. Gesù ha fondato la Chiesa, perché le fede è un camminare assieme, pregando assieme, aiutandoci a vicenda nella piccola o grande comunità di credenti in Cristo: la grande Chiesa cattolica universale e poi la diocesi, la parrocchia, la famiglia, la comunità in cui viviamo, il nostro istituto o congregazione.

Il Pime si definiva “Famiglia di apostoli”, che è una bella definizione. E’ la nostra piccola Chiesa, la nostra madre: noi missionari dl Pime dobbiamo sentire il vincolo di appartenenza, quindi non parlar male della nostra famiglia, quindi aiutare e sostenere la nostra famiglia, quindi volerci bene, sopportarci, aiutarci a migliorare, ecc.

Padre Franco Cagnasso, il superiore generale (1989-2001) ha precisato le quattro caratteristiche del carisma del Pime: ad gentes, per sempre, ad extra e insieme. Ad extra voleva dire fuori della propria patria, cultura, lingua. Insieme vuol dire non vivere necessariamente insieme, cosa che nelle missioni è quasi impossibile; ma vuol dire che ciascuno di noi realizza per quanto può la missione affidata dalla Chiesa al Pime, non fa una propria missione.

3) L’Eucarestia è Presenza e Adorazione. Il Signore rimane sempre con noi. Ecco perché l’ora di adorazione, la visita al SS. Sacramento, le comunioni spirituali: perché la Presenza di Dio nella nostra vita è costante, continua, non finisce mai e dobbiamo spesso ricordarla per vivere in questa atmosfera gioiosa che Dio e in noi.

Nella processione del Corpus Domini di quest’anno, giovedì 6 giugno a Roma, Benedetto XVI ha lamentato che l’insistenza sulla frequenza alla S. Messa domenicale ha quasi “penalizzato” l’adorazione eucaristica e la presenza continua di Gesù in noi e nelle chiese, “restringendo in pratica l’Eucaristia al momento celebrativo.

In effetti, è stato molto importante riconoscere la centralità della celebrazione, in cui il Signore convoca il suo popolo, lo raduna intorno alla duplice mensa della Parola e del Pane di vita, lo nutre e lo unisce a Sé nell’offerta del Sacrificio… In questo caso, l’accentuazione posta sulla celebrazione dell’Eucaristia è andata a scapito dell’adorazione, come atto di fede e di preghiera rivolto al Signore Gesù, realmente presente nel Sacramento dell’altare.

Questo sbilanciamento ha avuto ripercussioni anche sulla vita spirituale dei fedeli. Infatti, concentrando tutto il rapporto con Gesù Eucaristia nel solo momento della Santa Messa, si rischia di svuotare della sua presenza il resto del tempo e dello spazio esistenziali. E così si percepisce meno il senso della presenza costante di Gesù in mezzo a noi e con noi, una presenza concreta, vicina, tra le nostre case, come «Cuore pulsante» della città, del paese, del territorio con le sue varie espressioni e attività. Il Sacramento della Carità di Cristo deve permeare tutta la vita quotidiana”.

L’Eucarestia è la presenza di Dio con noi: visita al SS. Comunioni spirituali, giaculatorie e altre forme devozionali ci aiutano a vivere alla presenza di Dio. Le distrazioni sono molte, ma se abbiamo sempre Gesù nella mente e nel cuore, possiamo vivere sereni e gioiosi anche nei momenti più difficili.

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione