Il Papa che ricuce gli scismi

Lefreviani e anglicani stanno tornando nella casa di Pietro

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di Antonio Gaspari

ROMA, sabato, 16 giugno 2012 (ZENIT.org).- Dicevano che era troppo intransigente e che avrebbe distrutto decenni di dialogo ecumenico. Hanno detto che la sua pretesa di un ecumenismo di ritorno avrebbe cancellato ogni possibilità di dialogo.

Lo hanno indicato come il Pontefice più antiecumenico. Ma la storia sta sconfessando i critici facendo emergere una realtà nuova e entusiasmante.

Benedetto XVI è il Pontefice che sta ricucendo gli scismi che hanno ferito la Chiesa cristiana nella storia.

Mai è accaduto che un Pontefice fosse riuscito a riunire quello che la storia aveva diviso. Seppure i tempi sembrano segnati da una crisi religiosa e di civiltà, con fermezza e ragionevolezza, il Papa tedesco sta facendo tornare a Roma, cristiani che avevano abbandonato il soglio di Pietro.

Il caso più recente riguarda la Fraternità Sacerdotale San Pio X, erede dell’arcivescovo Marcel François Lefebvre, il quale nel 1976 fu Sospeso a divinis e il trenta giugno del 1988 venne scomunicato da papa Giovanni Paolo II.

Subito dopo il Concilio Vaticano II mons. Lefebvre manifestò il rifiuto di accettare la riforma liturgica come indicata dal Novus Ordo Missae.

Ebbe un incontro con il Papa Paolo VI, ma rifiutò di arrivare a più miti consigli, per questo nel luglio 1976 venne sospeso a divinis.

La Santa Sede cercò in ogni modo di contenere le intolleranze di Lefevre ma la sua disobbedienza arrivò fino al punto di ordinare quattro Vescovi, compiendo un atto scismatico. La sua scomunica da parte della Chiesa fu formalizzata dal beato Giovanni Paolo II, con il motu proprio “Ecclesia Dei afflicta”.

Il Pontefice rivelò il proprio dolore per l’infelice conclusione della questione, ma spiegò che si trattava di “disobbedienza al Romano Pontefice in materia gravissima e di capitale importanza per l’unità della Chiesa” e di “atto scismatico” che aveva per conseguenza diretta la “scomunica”. Tale atto scismatico era dovuto, secondo il Papa, ad “un’incompleta e contraddittoria nozione di Tradizione”.

Da quando è salito al soglio pontificio Benedetto XVI ha cercato di ricucire lo scisma con i lefreviani cercando un dialogo improntato sulla chiarezza in perfetta continuità con gli insegnamenti del Concilio Vaticano II

Le relazioni sono migliorate costantemente fino al punto che mercoledì 13 giugno, in un incontro tra il Cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, e Monsignor Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, insieme ad un suo Assistente, la Santa Sede ha consegnata una bozza di documento con il quale viene proposta una Prelatura Personale come strumento più adatto ad un eventuale riconoscimento canonico della Fraternità.

Ci sono tre vescovi della Fraternità che vogliono trattare singolarmente, ma è evidente che come si è auspicato alla fine dell’incontro “si possa giungere alla piena comunione della Fraternità Sacerdotale San Pio X con la Sede Apostolica”.

La Fraternità è presente in 17 Paesi e conta tra l’altro 6 seminari, 750 chiese, cappelle e centri di Messa, 2 istituti universitari, 90 scuole, 551 sacerdoti, 201 seminaristi, 104 frati, 179 suore, 76 oblate e 5 conventi di Carmelitane.

Molto importante anche il processo di riconciliazione con gli Anglicani. Nel suo viaggio a Londra, dove nel 1534 re Enrico VIII sancì la separazione dalla Chiesa di Roma e fondò la Chiesa Anglicana, Benedetto XVI è stato il Primo Pontefice a parlare, nella Westminster Hall, sede storica del Parlamento, un edificio che ha un significato unico nella storia civile e politica della Gran Bretagna.

Il Vescovo di Roma ha beatificato il Cardinale John Henry Newman, già Vescovo Anglicano di Oxford, ed ha creato un Ordinariato per permettere a Vescovi, pastori e fedeli anglicani di entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica.

Il 26 maggio scorso altri diciassette ex pastori anglicani sono stati ordinati diaconi nella cattedrale di Westminster. Sono 250 gli ex anglicani che sono stati accettati nell’ordinariato di Nostra Signora di Walsingham, che conta così circa 1200 membri.

Ancora ieri, in un comunicato diffuso dalla Sala Stampa Vaticana la Congregazione per la Dottrina della Fede, secondo le norme esposte da papa Benedetto XVI nella Costituzione Apostolica ”Anglicanorum coetibus”, ha eretto in Australia l’Ordinariato Personale di Our Lady of the Southern Cross.

Così dopo la dopo la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, anche in Australia è attivo l’ordinariato per gli anglicani che vogliono tornare in comunione con Roma.

Il dialogo sta evolvendo anche con gli Ortodossi dell’est Europa e del Medio Oriente, con gli Evangelici e Pentecostali di diverse confessioni e anche con i Luterani .

E dire che quando il cardinale Joseph Ratzinger è diventato Papa, diversi esperti del dialogo ecumenico, sostenevano che non sarebbe stato possibile proporre un ecumenismo di ritorno.

Anche in questo campo il Pontefice sta compiendo azioni che fanno storia. Sia lodato il Signore per averci dato Benedetto XVI.

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ZENIT Staff

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