India: i miracoli accadono?

Si moltiplicano i fedeli in una diocesi per ripetute guarigioni inspiegabili

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ROMA, mercoledì, 27 giugno 2012 (ZENIT.org) – Ripetuti casi di guarigioni inspiegabili, considerate soprannaturali, sembrano essere la causa principale della massiccia crescita di fedeli in una Chiesa in un angolo remoto dell’India.

Conferma questa spiegazione, monsignor John Kattrukudiyil di Itangar, vescovo della regione Arunachal Pradesh, nell’India nord-orientale, secondo cui il fenomeno della guarigione è l’unica motivo della crescita di questa Chiesa della sua diocesi, passata praticamente dal non avere nessun fedele al 40% della popolazione in 35 anni.

Durante una visita alla sede internazionale della fondazione caritativa Aiuto alla Chiesa che Soffre, a Königstein, in Germania, il vescovo ha descritto la situazione nella sua diocesi dicendo: “Tante volte mi raccontano storie di guarigioni che accadono in luoghi diversi. Quello che mi raccontano mi riempie di stupore”.

Il prelato – la cui regione dove svolge il ministero pastorale confina con la Cina, il Bhutan e la Birmania – ha aggiunto: “Ho una solida base teologica nei miei studi, ed è facile che sia scettico su questo genere di cose, ma le persone sono assolutamente convinte di essere state guarite”.

A tal proposito, ha parlato di un uomo che, dopo un passato trascorso a perseguitare la Chiesa, si era convertito sposando una ragazza cattolica. “Gli era stato chiesto di pregare per un uomo paralizzato – ha raccontato – egli non voleva, ma andò lo stesso e pregò. Il giorno dopo il paralitico si alzò e si diresse verso la chiesa. L’uomo rimase così colpito da questa esperienza miracolosa che iniziò ad andare in Chiesa e ora è un membro molto attivo nella parrocchia “.

Tuttavia, il vescovo ha ammesso che spesso questi episodi sono trattati con scetticismo quando vengono raccontati agli altri, nonostante molti siano esperienze dirette: “Quando ho parlato di queste cose in Europa e altrove, molti mi hanno risposto ‘Oh Eccellenza, ci sta raccontando delle storielle’ ”.

Queste storielle, però, ha sottolineato Mons. Kattrukudiyil, sono state “un approfondimento per la vita spirituale delle persone”. “Ci sono molte storie di guarigioni che mi vengono riportate, che non posso ignorare – ha affermato – È l’esperienza di una chiesa molto giovane, che sta vivendo la stessa grazia della Chiesa dei tempi apostolici”.

“Il fatto che molte persone abbiano sperimentato la guarigione pregando Gesù ha attratto molte persone alla Chiesa nei primi giorni, che hanno detto di aver ottenuto una sorta di pace della mente per il fatto di appartenere a questa Chiesa” ha aggiunto poi. “Secondo i loro racconti, quando sono andati insieme a casa di qualcuno malato e hanno pregato per lui, questa persona è guarita”.

Il vescovo ha spiegato, inoltre, che il paese era stato chiuso ai missionari cristiani a causa di una restrizione delle entrate imposta da alcune leggi che furono abrogate solo nel 1990. “La situazione è decisamente cambiata quando i giovani di Arunachal Pradesh sono stati educati nelle scuole cattoliche vicino Assam” ha detto.

“Gli studenti di tali scuole hanno chiesto il battesimo, e con il permesso dei genitori, hanno ricevuto il sacramento prima di tornare ai loro villaggi, dove la fede si è sviluppata in seguito”. “Alcuni di questi giovani – ha soggiunto – sono stati poi eletti in importanti posizioni di governo e ciò ha contribuito a cambiare la situazione”.

Inizialmente in molti luoghi i nuovi cattolici hanno dovuto subire difficoltà come: percosse, case incendiate, morte dei loro animali domestici, espulsione dal lavoro o dalle scuole; gradualmente però le cose sono migliorate e non si sono verificati altri episodi di persecuzione negli ultimi venti anni.

“Oggi la Chiesa non solo è tollerata – ha concluso il monsignore – ma è ammirata per il lavoro di sviluppo nel campo dell’istruzione e dell’assistenza sanitaria, tanto che i politici approfittano di ogni occasione per sollecitare le attività filantropiche ecclesiastiche”.

Al termine dell’incontro, mons. Kattrukudiyil ha ringraziato Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) per l’assistenza offerta nel sostenere la crescita della Chiesa attraverso progetti come: la costruzione di seminari, conventi e cappelle, oltre che per la formazione ai catechisti e agli insegnanti.

Ha dichiarato, infatti: “Ho sempre pensato che ACS fosse dietro di noi per aiutarci in tutto quello di cui avevamo bisogno. Ora confermo che ACS ci aiuta in quelle che sono le aree più importanti della nostre attività”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Salvatore Cernuzio]


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ZENIT Staff

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