Una chiesa nascosta nel solaio!

Intervista con Judikje Kiers, direttrice del museo della chiesa nascosta di Amsterdam

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di Paola de Groot-Testoni

AMSTERDAM, sabato, 27 ottobre 2012 (ZENIT.org).- Nel cuore di Amsterdam si nasconde un tesoro molto speciale: si tratta di un piccolo museo il nome, quasi impronunciabile in italiano, Ons’ Lieve Heer op Solder, significa letteralmente “Il Nostro Signore nel Solaio”. Cosa rende così speciale questo museo: il fatto che sia una chiesa, una chiesa nascosta. Bisogna fare un passo indietro di diversi secoli e andare alla fine del 1500 quando al domani del passaggio della città di Amsterdam dal Cattolicesimo al Protestantesimo calvinista tutti i beni vennero requisiti dal Comune e professare la religione cattolica pubblicamente divenne vietato: “In realtà, nella tollerante Amsterdam, si chiudeva spesso un’occhio ma certamente le chiese cattoliche non potevano essere visibili esternamente”, afferma Judikje Kiers, direttrice del Museo.

“C’erano almeno 24 chiese nascoste nel centro di Amsterdam all’epoca, andate tutte distrutte, ad eccezione di questa e della Cappella del Beghinaggio”, aggiunge Thijs Boers, curatore dell’Ons’ Lieve Heer op Solder ed esperto della storia religiosa di questa città. “Ma la cosa molto particolare di questo museo è il fatto che sia all’interno di una casa”, continuano i due studiosi.

“Fu infatti un certo Hartmann, commerciante tedesco, che quando si trasferì ad Amsterdam, acquistò tre edifici: uno con facciata sul canale Oudezijds Voorburgwal e gli altri due nel retro, lungo lo stretto vicolo denominato Heintje Hoekssteeg, per poter costruire il proprio negozio e la propria dimora, che tra l’altro mostra ancora uno dei salotti meglio conservati del Secolo d’Oro olandese.

Mentre ai piani superiori dell’edificio costruì l’abitazione per un sacerdote, il figlio Cornelis era seminarista, per la sua piccola comunità spirituale e naturalmente la chiesa stessa, bellissima ed ampia, per circa 150 persone, con doppio matroneo e una cappelletta dedicata alla Vergine. In attesa che il figlio diventasse sacerdote, la chiesa fu affittata a Padre Petrus Parmantier, un augustiniano proveniente dalle province del Sud, che divenne così il primo “parrocco” di questa chiesa.

Per conoscere meglio questo specialissimo museo ZENIT incontra la direttrice Judikje Kiers alla quale formula alcune domande.

Fino a quando durò la proibizione di costruire chiese cattoliche in pubblico?

Fino al 1795, quando tutte le religioni ebbero libertà di culto. Ma ci volle all’incirca un altro secolo perchè la bellissima Chiesa di San Nicola possa essere terminata: fu nel 1887 che Ons’ Lieve Heer op Solder cessò la sua attività parrocchiale.

E adesso chi è il proprietario e da chi è gestita?

Nello stesso anno un gruppo di cattolici di Amsterdam creò la FondazioneAmstelkringche acquistò l’edificio per prevenirne la demolizione. Un anno dopo, il 28 aprile 1888, la chiesa venne riaperta come museo. Situazione che vige tutt’ora. La gestione resta in mano al consiglio di questa fondazione, nel quale è presente anche un sacerdote cattolico, ma la chiesa non dipende in nessun modo da Roma. Ogni prima domenica del mese, da ottobre ad aprile, viene celebrata la messa (per maggiori informazioni ed orari consultare www.opsolder.nl). In questo caso l’entrata alla Chiesa è gratis ed include un caffè da consumare nel museo. Pur non essendo un luogo consacrato vige un permesso in tal senso, essendo stata per anni utilizzata come Chiesa degli Artisti.

Qual è lo stato dell’edificio e quali sono i progetti futuri?

L’edificio versa in buone condizioni ma certamente bisogna essere molto cauti in tal senso. Il progetto è quello di riqualificare questo spazio, svuotarlo di tutta la struttura amministrativa per renderlo totalmente spazio espositivo. Per questa ragione stiamo lavorando su due fronti. Per prima cosa stiamo restaurando tutto l’edificio per riportarlo il più possibile alla sua forma originale. Bisogna tenere conto che all’interno troviamo sia una casa privata, con negozio e spazi abitativi, sia una chiesa, con la dimora del sacerdote. Lo spazio presenta quindi diversi tempi di costruzione e noi vogliamo mostrarli tutti. Per questa ragione ci siamo affidati a restauratori e studiosi che ci possano dire cos’era precisamente tipico di quell’epoca, per esempio per le vernici, l’illuminazione o i paramenti sacri e i tappeti dell’altare. Bisogna anche ricordare che sono presenti nell’edificio diversi periodi storici. Siamo quindi andati alla ricerca di artigiani che ancora producessero oggetti di quel tipo per poter fare delle repliche. Gli spazi espositivi sono quindi stati riportati alla loro primaria originalità fin nel più piccolo dettaglio. Il visitatore può sperimentare l’atmosfera di una dimora privata del XVII secolo e di una chiesa del XIX secolo, data dell’ultimo utilizzo: i colori, la luce e gli arredi rispecchiano fedelmente le due epoche storiche.  

Contemporaneamente si sta lavorando nell’edificio storico a fianco del museo, dall’altra parte del vicolo, che è stato acquistato già 15 anni fa e che ora sta per essere trasformato per ospitare mostre e note didattiche insieme al lato logistico/organizzativo del museo stesso. I due edifici saranno collegati in maniera sotterranea e molto probabilmente già dal prossimo anno  Ons’Lieve Heer op Solder sarà edibito ad esclusivo spazio espositivo e riprenderà così completamente la sua veste originaria: una splendida dimora storica con un’incredibile sorpresa: una chiesa nascosta nel solaio!

C’è qualche particolarità storico-architettonica da mettere in luce?

Tutto l’edificio è particolarissimo. Già la dimora storica, ottimamente conservata varrebbe la pena di una visita, poi nel salotto è presente una collezione di quadri importanti datati XVI e XVII secolo. Mentre una delle opere più interessanti si trova nella Cappella dell Vergine, che è stata riportata, il più possibile, alla sua originaria bellezza. Si tratta di un olio di Dirck de Bray “Natura morta con i simboli della Vergine Maria”, che insieme ad una piccola statua lignea risalente alla fine del XVII secolo, proveniente dal Sud dei Paesi Bassi, e recentemente restaurata, sono stati riposizionati al posto d’onore nella cappella, come molto probabilmente lo erano in origine. A proposito di oggettistica di alto valore artistico potremmo citare anche la collezione antichi libri, messali e manoscritti appartenenti al museo. Tra le curiosità invece una piccola scatola di argento risalente alla metà del 1600. Veniva usata per contenere terra consacrata e veniva sepolta col defunto all’epoca in cui era proibito ai cattolici essere interrati in cimiteri consacrati. L’ultima sorpresa ce la riserva l’altare stesso, nascosta all’interno della colonna laterale sinistra troviamo, con un ingegnoso sistema di incasso, la possibilità di estrarre un pulpito da dove il sacerdote poteva, facilmente udibile da tutti, proclamare la parola di Dio e annunciare la lieta novella.

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ZENIT Staff

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