ANCONA, domenica, 11 settembre 2011 (ZENIT.org).- Incontrando questa domenica pomeriggio i giovani fidanzati in Piazza del Plebiscito ad Ancona, in occasione della sua visita pastorale alla città marchigiana per chiudere il XXV Congresso Eucaristico Nazionale, Benedetto XVI li ha esortati a considerare il periodo del fidanzamento “un itinerario di fede” e a non aver paura di assumersi le responsabilità che implica il matrimonio.
Il Papa si è detto lieto di concludere con questo incontro, sul tema “Ti fidanzerò a me” (Os 2,22), la giornata, “quasi a voler affidare l’eredità di questo evento di grazia alle vostre giovani vite”.
“Del resto, l’Eucaristia, dono di Cristo per la salvezza del mondo, indica e contiene l’orizzonte più vero dell’esperienza che state vivendo: l’amore di Cristo quale pienezza dell’amore umano”, ha detto ai giovani.
In questo senso, ha ricordato loro che “l’esperienza dell’amore ha al suo interno la tensione verso Dio” e li ha esortati a fare del tempo di preparazione al matrimonio “un itinerario di fede”.
“Riscoprite per la vostra vita di coppia la centralità di Gesù Cristo e del camminare nella Chiesa”, ha chiesto. “Non smarrite l’importanza vitale di questo incontro”, “dall’Eucaristia scaturisce il senso cristiano dell’esistenza e un nuovo modo di vivere”.
“Non avrete, allora, paura nell’assumere l’impegnativa responsabilità della scelta coniugale; non temerete di entrare in questo ‘grande mistero’, nel quale due persone diventano una sola carne”.
Coraggio
Il Papa ha riconosciuto che “per certi aspetti, il nostro è un tempo non facile”, soprattutto i giovani. “La tavola è imbandita di tante cose prelibate, ma, come nell’episodio evangelico delle nozze di Cana, sembra che sia venuto a mancare il vino della festa”.
“Soprattutto la difficoltà di trovare un lavoro stabile stende un velo di incertezza sull’avvenire – ha constatato –. Questa condizione contribuisce a rimandare l’assunzione di decisioni definitive, e incide in modo negativo sulla crescita della società, che non riesce a valorizzare appieno la ricchezza di energie, di competenze e di creatività della vostra generazione”.
“Manca il vino della festa anche a una cultura che tende a prescindere da chiari criteri morali”, in cui spesso sembra prevalere “l’apparente esaltazione del corpo, che in realtà banalizza la sessualità e tende a farla vivere al di fuori di un contesto di comunione di vita e d’amore”, ha proseguito.
In questo contesto, il Pontefice ha esortato i giovani a non perdere la speranza e a non aver paura di affrontare le sfide insite in un rapporto serio e duraturo.
“Abbiate coraggio, anche nelle difficoltà, rimanendo saldi nella fede”. “Siate certi che, in ogni circostanza, siete amati e custoditi dall’amore di Dio, che è la nostra forza”.
Il valore della castità
Benedetto XVI ha poi ricordato ai giovani che il fidanzamento rappresenta “una stagione unica, che apre alla meraviglia dell’incontro e fa scoprire la bellezza di esistere e di essere preziosi per qualcuno”.
“Ogni amore umano è segno dell’Amore eterno che ci ha creati, e la cui grazia santifica la scelta di un uomo e di una donna di consegnarsi reciprocamente la vita nel matrimonio”, ha indicato, chiedendo di vivere il fidanzamento “nell’attesa fiduciosa di tale dono, che va accolto percorrendo una strada di conoscenza, di rispetto, di attenzioni”.
“Solo a questa condizione il linguaggio dell’amore rimarrà significativo anche nello scorrere degli anni”, ha commentato.
Per il Papa, la convivenza non è una “garanzia per il futuro”: “bruciare le tappe finisce per ‘bruciare’ l’amore, che invece ha bisogno di rispettare i tempi e la gradualità nelle espressioni; ha bisogno di dare spazio a Cristo, che è capace di rendere un amore umano fedele, felice e indissolubile”.
Allo stesso modo, ha chiesto di educarsi “alla libertà della fedeltà, che porta a custodirsi reciprocamente, fino a vivere l’uno per l’altro”.
“Preparatevi a scegliere con convinzione il ‘per sempre’ che connota l’amore: l’indissolubilità, prima che una condizione, è un dono che va desiderato, chiesto e vissuto, oltre ogni mutevole situazione umana”. La fedeltà e la continuità del volersi bene renderanno i giovani “capaci anche di essere aperti alla vita, di essere genitori”.
I fidanzati, ha proseguito il Pontefice, non devono poi chiudersi in “rapporti intimistici, falsamente rassicuranti”, ma far sì che la loro relazione “diventi lievito di una presenza attiva e responsabile nella comunità”.
“Fedeltà, indissolubilità e trasmissione della vita sono i pilastri di ogni famiglia, vero bene comune, patrimonio prezioso per l’intera società – ha concluso –. Fin d’ora, fondate su di essi il vostro cammino verso il matrimonio e testimoniatelo anche ai vostri coetanei: è un servizio prezioso!”