Sono 35 le guardie svizzere che hanno prestato giuramento ieri pomeriggio in Vaticano nel corso della tradizionale cerimonia, svoltasi per il maltempo nell’Aula Nervi. A festeggiarle anche Ueli Maurer, che in mattinata, dopo la messa in san Pietro, aveva incontrato papa Francesco.
Come evidenzia al ‘Corriere del Ticino’ il presidente della Confederazione, il nuovo pontefice “lo ha stupito per la sua naturalezza, la sua apertura, prima di tutto per la sua umiltà”. Durante l’udienza Maurer ha parlato tedesco e il Papa italiano: in qualche occasione è intervenuto l’interprete a far da ponte tra l’uno e l’altro.
Argomenti trattati nell’incontro? Il forte desiderio di rafforzare i rapporti elveto-vaticani e di intensificare la collaborazione tra Chiesa cattolica e Stato, richiamando soprattutto la responsabilità di tutti nella tutela e della promozione della dignità della persona umana.
Sempre Maurer, che è protestante, ha assistito a uno dei momenti più suggestivi della giornata: la messa celebrata di buon mattino in Basilica. Ne ha ricavato un’impressione molto positiva: “Ci si è sentiti veramente bene in San Pietro, perché la messa è risultata una miscela riuscitissima di liturgia e di contenuti”. Anche quest’anno il rito è stato caratterizzato dall’uso delle quattro lingue nazionali sia nelle letture che ad esempio nell’esecuzione del Salmo Svizzero: la novità è stata rappresentata dalle musiche alpestri suonate a più riprese da quattro corni delle Alpi.
Interessante l’omelia del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, che ha evidenziato ampiamente il ruolo assunto dalle donne nella storia della Guardia, incominciando da quella Elisabetta Klinger, ferita gravemente nel tentativo di difendere il marito, il comandante Kaspar Roist, trucidato dai lanzichenecchi durante il Sacco di Roma del 1527.
Dopo la messa e l’incontro con Ueli Maurer, il Papa ha ricevuto in udienza nella Sala Clementina le 35 reclute accompagnate dai loro familiari. “Ogni giorno posso sperimentare personalmente la dedizione, la professionalità e l’amore con cui svolgete la vostra attività – ha detto, aggiungendo: “Voi siete chiamati a testimoniare la fede con gioia e con la gentilezza del tratto”.
Già il 23 aprile,in occasione del suo onomastico, papa Francesco era stato festeggiato a sorpresa dalla banda della Guardia: gli era stata poi offerta una torta augurale di fragole…ignorando che Jorge Mario Bergoglio non può mangiarle!
Tra le 35 nuove Guardie svizzere un italofono: Giona Stanga, attinente di Roveredo Grigioni e domiciliato a Losone. Come ci raccontano i genitori e il fratello, Giona fin da piccolo era attratto dalle uniformi: chierichetto, esploratore, assai legato ai nonni molto religiosi, Giona ha sempre perseguito l’idea di diventare Guardia svizzera, concretizzatasi il primo novembre del 2012. Due altri i ticinesi d’origine, cresciuti però nella Svizzera interna (hanno giurato in tedesco): Marco Bernasconi (originario di Chiasso) e Luca Simen (Bellinzona).
Fonte: www.rossoporpora.org