Morte di una donna leggendaria

Padre Jerzy Tomziński ricorda Maria Okońska, collaboratrice del Primate Wyszyński

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“Ho incontrato Maria Okońska per la prima volta a Jasna Gora, nel 1945, quando era venuta da noi dopo la rivolta di Varsavia con il gruppo di ‘Otto’”. Così in un’intervista a ZENIT, padre Jerzy Tomziński * ricorda la fondatrice dell’Istituto del Primate Wyszyński, deceduta il 6 maggio a Czestochowa.

Aveva 93 anni. È stata l’unica testimone dei “Voti della Nazione” (Voti di Jasna Góra) fatti dal cardinale Stefan Wyszynski quando era in prigionia nel 1956. Maria Okońska, nata il 16 dicembre 1920 a Varsavia, si è laureata presso l’Università di Varsavia in letteratura polacca e psicologia.

Durante la seconda guerra mondiale, come membro della Società di Maria a Varsavia, la Okońska ha svolto attività di educazione e formazione tra i giovani. Nel 1941, insieme ad un gruppo di amici decise di creare gli istituti di insegnamento che dovevano preparare giovani donne per il lavoro apostolico nel loro ambiente. In questo modo, è nata l’idea della cosiddetta “Città delle Ragazze”.

Quando il 1° Agosto 1944 a Varsavia è scoppiata la rivolta, le ragazze, chiamate dal cardinale Wyszyński “Otto”, hanno lavorato e pregato affinché la rivolta avesse successo senza vittime.

Maria Okońska ha partecipato alla rivolta di Varsavia sotto il nome in codice di “Emmanuela”. Nel 1948, è stata arrestata dalla polizia segreta del sistema comunista in Polonia a causa del lavoro pastorale che svolgeva con le ragazze.  Il 5 agosto 1952, per mano del Primate Wyszyński, ha fatto la sua professione solenne per l’Istituto insieme con Maria Wantowska e Janina Michalska.

Il 25 Settembre 1953, il Primate Wyszyński venne arrestato poi dalla polizia segreta. Nel 1956 Maria Okońska, Janina e Maria Michalska Wantowska cominciarono a visitare il cardinale Wyszynski imprigionato a Komńcza.

Il 2 agosto 2009 Maria Okońska ha ricevuto la Croce di Commendatore dell’Ordine della Rinascita della Polonia. Ha scritto anche gli articoli sulla vita ed opera del Grande Primate della Polonia per il settimanale cattolico “Niedziela”.

“Nel 1945, ho accolto Maria Okońskae. Oggi le ho detto addio di fronte alla bara nella cappella della Madonna. Così si è conclusa la vita di una grande donna”, ha detto padre Tomziński.

Il Padre, che oggi ha 95 anni, ricorda il primo incontro con la Okońska a Jasna Góra sottolineando che “tutto è iniziato conuna conversazione sulla presenza di Maria, la Madre di Dio”.

Secondo il religioso: “Maria Okońska è stata devota e testimone della Nostra Signora Madonna di Jasna Góra. La presenza di Maria Okońska nella vita del cardinaleWyszynski è stata estremamente importante”. Ha inoltre rivelato che “l’idea di dare il titolo a Maria come Madre della Chiesa fu una intuizione della Okońska. Proposta accettata dal cardinale primate il quale la presentò al Concilio Vaticano II dove venne sostenuta da Papa Paolo VI”.

“Due giorni prima della sua morte, ho parlato con Lei per telefono. Mi ha chiesto di essere un santo monaco. Penso che oggi il cardinaleWyszynski e Maria si siano incontrati in cielo” ha concluso commosso padre Jerzy.

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Padre Jerzy Tomziński è religioso dell’Ordine di San Paolo Eremita, nonché l’ultimo testimone polacco che ha partecipato al Concilio Vaticano II. Durante la sua lunga vita, ha avuto contatti con alcuni santi, fra cui padre Pio, ed è stato priore generale del Santuario nazionale di Jasna Góra negli anni 1952-1957 e 1957-1960. È stato, inoltre, stretto collaboratore del cardinale Stefan Wyszynski, il grande Primate della Polonia, durante il regime comunista. Fu lui ad ispirare l’iniziativa di preghiera nazionale per il rilascio del porporato durante la prigionia, inaugurando così la tradizione di celebrare l’Appello di Jasna Gora ogni sera alle 21 davanti all’Immagine della Madonna Nera. Questo spiega perché in tutta la Polonia, il sacerdote è conosciuto come “la leggenda vivente di Jasna Góra”.

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Mariusz Frukacz

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