Viaggio al cuore monumentale della fede (Sesta parte)

La Basilica ‘costantiniana’ di San Pietro. Arredi ed edifici annessi

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Abbiamo visto come la Basilica ‘costantiniana’ abbia rappresentato non soltanto il primo caposaldo della cristianità romana, ma sia stato l’edificio religioso più imponente fino allora mai costruito a Roma. Sappiamo infatti che gli antichi templi dedicati alle divinità pagane (compreso quello di Giove Capitolino) erano di imponenti dimensioni senza però raggiungere quelle dell’intero complesso basilicale, che era tra l’altro formato anche da una serie di edifici annessi. Questi vennero ampliati, migliorati e distrutti nel corso dei secoli, a tal punto da conservare al giorno d’oggi soltanto labili tracce. In particolare è rilevante citare due edifici a pianta circolare, antichi mausolei di epoca romana  successivamente trasformati in martyrion ad uso della fabbrica cristiana.

Tra i due il mausoleo più antico era databile all’epoca di Caracalla (inizio del III secolo d.C.), successivamente riutilizzato come luogo di culto cristiano (chiamato ‘Cappella di S. Andrea’), meglio conosciuto come chiesa di Santa Maria della Febbre. Il suo curioso appellativo deriva dall’esistenza all’interno della chiesa di un’immagine della Madonna che veniva adorata per combattere e scongiurare le febbri malariche. L’edificio riuscì a giungere in epoca moderna praticamente intatto (ed anzi ad ospitare per un certo periodo la ‘Pietà’ di Michelangelo), inglobando il mausoleo a sua volta protetto dalle edificazioni successive, ma tra il 1776 e il 1784 venne abbattuto sotto il pontificato di papa Pio VI per costruirvi la sacrestia realizzata da Carlo Marchionni. Poco distante era situata la cappella di Santa Petronilla che riutilizzava la struttura del mausoleo dell’imperatore Onorio qui sepolto all’inizio del IV secolo d.C. con le mogli Maria e Termanzia, sua sorella Galla Placidia e il figlio primogenito Teodosio. Questo edificio venne abbattuto nel XVI secolo durante l’edificazione del transetto sud della moderna Basilica.

Possiamo soltanto immaginare le grandi ricchezze di cui venne dotata la basilica costantiniana, in parte ancora fortunatamente conservate e principalmente visibili all’interno della Basilica di S. Pietro (oggetti e manufatti sono presenti anche in altre chiese e in alcuni musei). Sfortunatamente del periodo più arcaico non rimane quasi più nulla e soltanto parte degli arredi architettonici sono ancora visibili. Nel quadriportico d’ingresso, presso la parete interna dell’atrio d’ingresso, era situato un mosaico raffigurante la cosiddetta ‘Navicella degli Apostoli’ una rappresentazione della nave con a bordo gli apostoli coinvolta nella tempesta presso il lago di Tiberiade, basandosi su un cartone di Giotto. Questo mosaico subì, in seguito all’abbattimento del quadriportico, pesanti danneggiamenti e soltanto alcuni frammenti restaurati sono oggi visibili presso l’atrio della nuova Basilica in forma di lunetta. Direttamente a Giotto era invece attribuita una meravigliosa pala collocata presso l’Altare Maggiore, il cosiddetto ‘Polittico Stefaneschi’. Si tratta di una tempera su tavola attualmente conservata nella Pinacoteca Vaticana opera cosi chiamata perchè commissionata dal cardinale Jacopo Caetani degli Stefaneschi. La tavola presenta un recto e un verso. Nel recto la parte centrale rappresenta Cristo in trono con angeli e un offerente ai suoi piedi, mentre nei pannelli laterali la Crocifissione di san Pietro e la Decollazione di san Paolo. Nel verso la parte centrale rappresenta San Pietro in trono tra angeli e offerenti, mentre nei pannelli laterali San Giacomo e san Paolo a sinistra e Sant’Andrea e San Giovanni Evangelista a destra.

Nel portico erano visibili affreschi probabilmente disegnati da Cimabue e dal Cavallini, rappresentanti le cosiddette ‘Storie di San Pietro’ e risalenti alla seconda metà del XIII secolo. Sfortunatamente non ne rimane alcun frammento e possiamo soltanto ammirarle grazie ad alcune copie seicentesche ancora conservate.

Con il trasferimento della sede papale da Avignone a Roma avvenuta nel 1377, il complesso si arricchì notevolmente di opere d’arte volute da molti pontefici. E’ in questo periodo che la Basilicavenne abbellita da alcuni affreschi realizzati dal Beato Angelico con la tematica delle Storie di Cristo e da Pietro Perugino realizzati nella Cappella della Concezione. Anche il Pinturicchio diede il suo contributo, realizzando una tavola posta nella Cappella Lancia (oggi perduta) della Madonna col Bambino, santi e papa Innocenzo VIII.

All’interno della Biblioteca Vaticana infine sono ancora visibili alcuni frammenti di bassorilievi facenti parte di un ciborio realizzato tra il 1467 e il 1470 da Paolo Romano, mentre monumenti di Andrea Sansovino e Andrea Bregno vennero successivamente portati dal segretario di papa Paolo V, monsignor Simoncelli, nella sua parrocchia nella città di Boville in provincia di Frosinone.

(La quinta parte è stata pubblicata sabato 4 maggio. La settima puntata seguirà sabato 18 maggio) 

* Paolo Lorizzo è laureato in Studi Orientali e specializzato in Egittologia presso l’Università degli Studi di Roma de ‘La Sapienza’. Esercita la professione di archeologo. 

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Paolo Lorizzo

Paolo Lorizzo è laureato in Studi Orientali e specializzato in Egittologia presso l'Università degli Studi di Roma de 'La Sapienza'. Esercita la professione di archeologo.

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