"L'esperienza della fede carismatica del Rinnovamento nello Spirito Santo"

L’intervento di Salvatore Martinez al convegno internazionale “La primavera della Chiesa e l’azione dello Spirito” / Premessa

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Pubblichiamo di seguito la parte introduttiva della relazione tenuta da Salvatore Martinez, Presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), al convegno internazionale “La primavera della Chiesa e l’azione dello Spirito”, svoltosi la scorsa settimana a Roma presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.

Chi desidera leggere il testo integrale del documento può cliccare su questo link.

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Premessa

«Auspico di cuore che il Rinnovamento nello Spirito Santo susciti sempre più nella Chiesa quella conversione interiore senza la quale difficilmente l’uomo può resistere alle lusinghe della carne e alle concupiscenze del mondo. Essere testimoni delle “ragioni dello Spirito”: questa è la vostra missione, cari membri del Rinnovamento nello Spirito Santo, in una società dove spesso la ragione umana non sembra essere irrorata dalla sapienza che viene dall’Alto. Ponete nell’animo dei credenti che partecipano alle attività dei vostri gruppi e delle vostre comunità un seme di feconda speranza nella quotidiana dedizione di ciascuno ai propri compiti»[1].

Così si pronunciava il Beato Giovanni Paolo II nella sua ultima lettera autografa indirizzata al RnS, offrendo un’ulteriore “esplicitazione” dell’espressione cultura della Pentecoste consegnata due anni prima al Movimento: «Nel nostro tempo, avido di speranza, fate conoscere e amare lo Spirito Santo. Aiuterete allora a far sì che prenda forma quella “cultura della Pentecoste”, che sola può fecondare la civiltà dell’amore e della convivenza tra i popoli»[2]. 

Anno dopo anno va rafforzandosi nel RnS la coscienza che senza la promozione dello spirituale le nostre opulente società conosceranno ancora più virtù relativistiche e vizi materialistici. In fondo, la madre di tutte le crisi è spirituale ed ha conseguenze di ogni sorta nella vita dell’uomo (morali, affettive, relazionali, politiche, economiche).

In questo tempo di decadenza gli uomini attendono sì un rinnovamento, ma non ci curano di cercare e di accogliere Chi è il vero fautore di quella vita nuova, buona, piena da tutti desiderata: lo Spirito Santo. Oggi è in calo l’amore per lo Spirito Santo, così che menzogne e inganni su Dio e sull’uomo sembrano proliferare con esiti che la storia passata non aveva ancora conosciuto. Si pensi, ad esempio, all’alleanza tra certa scienza, tecnologia e giurisprudenza per lo sviluppo di un umanesimo sempre più anticristiano, alienante e disumanizzante. 

A sostegno di una cultura della Pentecoste, cioè del soprannaturale, del potere della grazia contenuto nel profilo carismatico della Chiesa, si è più volte espresso Papa Benedetto XVI. Come dimenticare, ad esempio, la chiusura della sua terza enciclica; una sorta di appello alla Chiesa tutta all’inizio del terzo millennio: “Lo sviluppo ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio nel gesto della preghiera, cristiani mossi dalla consapevolezza che l’amore pieno di verità, caritas in veritate, da cui procede l’autentico sviluppo, non è da noi prodotto ma ci viene donato…. Lo sviluppo implica attenzione alla vita spirituale, seria considerazione delle esperienze di fiducia in Dio, di fraternità spirituale in Cristo, di affidamento alla Provvidenza e alla Misericordia divine…” (n. 79) [3]. 

Papa Francesco, proprio ieri, ci ricordava il bisogno di ritornare allo Spirito Santo, di muoverci verso di Lui: «Abbiamo bisogno di lasciarci inondare dalla luce dello Spirito Santo, perché egli ci introduca nella Verità di Dio… In quest’Anno della fede chiediamoci… quali passi stiamo facendo perché la fede orienti tutta la nostra esistenza. Non si è cristiani “a tempo”… si è cristiani in ogni momento!» (Udienza generale, Piazza San Pietro, 15 maggio). 

In questo Tempo pasquale, Papa Bergoglio ha voluto porre una speciale attenzione alla Persona dello Spirito Santo e come un “pedagogo” ci ha mostrato gli atteggiamenti più consoni per godere della sua “signoria”. 

Nella Casa Santa Marta, nell’Omelia che commentava le parole di Stefano dinanzi ai lapidatori − «Testardi…, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo» (At, 7, 51) − Papa Bergoglio ha ribadito con grande forza espressiva che non ci è dato di “addomesticare” lo Spirito Santo, rallentando la sua azione in noi: «Sempre, anche tra noi c’è quella resistenza allo Spirito Santo… Per dirlo chiaramente: lo Spirito Santo ci dà fastidio. Perché ci muove, ci fa camminare, spinge la Chiesa ad andare avanti. E noi siamo come Pietro nella Trasfigurazione: “Ah, che bello stare così, tutti insieme!”, ma che non ci dia fastidio…Vogliamo che lo Spirito Santo si assopisca… Vogliamo addomesticare lo Spirito Santo e quello non va! Perché lui è Dio, Lui è quel vento che va e viene e tu non sai da dove…“Non opporre resistenza allo Spirito Santo”. È questa la grazia che io vorrei che tutti noi chiedessimo oggi al Signore: la docilità allo Spirito Santo, a quello Spirito che viene da noi e ci fa andare avanti nella strada della santità, quella santità tanto bella della Chiesa» (16 aprile 2013). 

Urge davvero ritornare allo Spirito Santo, più pregando che teorizzando, facendo sì che la fede “dogmatica” sia sempre accompagnata dalla manifestazione del suo contenuto “carismatico”, dinamismo storico dello Spirito di Dio. 

Parlando al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, a cui ho avuto il privilegio di partecipare, rivolgendomi al Papa e ai Padri presenti affermavo: “Permettiamo ai carismi di tornare a rivivere in tutto il popolo di Dio. Ogni cristiano, dal momento che fa parte del Corpo di Cristo, deve percepirsi corresponsabile con gli altri fratelli della nuova evangelizzazione, non in forma generica, astratta, ma a partire dal carisma ricevuto e posto al servizio, perché ad essere ammirata sia sempre la comunità ecclesiale, non uno o pochi esperti, né questo o quel movimento, peggio ancora gli uni contro gli altri”.

Il Beato Giovanni Paolo II e il Papa Benedetto XVI, da oltre trentacinque anni e con gratitudine, hanno segnalato nei carismi le nuove energie evangelizzatrici che molti fedeli laici stanno mettendo a servizio della Chiesa e del mondo, laici formati alle nuove pedagogie di fede esperimentate mediante i diversi carismi nei Movimenti ecclesiali e nelle Nuove Comunità. 

Sono questi, luoghi in cui “… si incontrano uomini e donne che sentono il bisogno di parlare a Dio, per potere parlare di Dio”, come ha ricordato Papa Ratzinger (I Incontro Internazionale dei Nuovi Evangelizzatori, 15 ottobre 2011).

I nuovi evangelizzatori, dunque, nascono contemplando Dio, pregando; meglio, in ginocchio; ancor meglio prostrati dinanzi alla santità di Dio. Sono prima adoratori di Dio, poi rivelatori dei misteri di Dio. San Paolo, a tal proposito, è chiaro e ci fa da monito: “Noi parliamo di una sapienza che non è di questo mondo, è la sapienza di Dio che per mezzo dello Spirito noi riveliamo, esprimendo cose spirituali in termini spirituali” (cf 1 Cor 2, 6.10.13).

(…)

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NOTE

[1] Giovanni Paolo II; Lettera autografa al RnS. Dal Vaticano, 29 aprile 2004.

[2] Giovanni Paolo II; Udienza privata ai responsabili del RnS. Città del Vaticano, 14 marzo 2002.

[3] Benedetto XVI; Caritas in Veritate, 79.

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ZENIT Staff

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