Non lasciate rubare la speranza ai giovani giapponesi

Per i pellegrini del Sol Levante è in programma un cocktail di beneficienza a Roma, il prossimo 18 giugno, in vista della Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro

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Per aiutare i giovani giapponesi ad andare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Rio, don Antonello Iapicca ha organizzato, insieme ad alcuni amici benefattori, un cocktail di beneficenza per il prossimo 18 giugno. L’incontro si terrà alle ore 18:30, a Roma all’Hotel “Il Cantico” e don Antonello ha cercato di spiegare il perché.

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In occasione delle altre Giornate Mondiali della Gioventù molti ragazzi hanno scoperto con chiarezza la propria vocazione. La vigilia dell’Ascensione, Teresa, una ragazza spagnola, figlia di una famiglia in missione con la quale sto evangelizzando da tanti anni, è entrata in un monastero di clausura. Ha sentito la chiamata a Madrid, ed è uno dei frutti di quel pellegrinaggio indimenticabile.

Da qualche giorno è poi nato il primo bambino di una coppia che proprio a Madrid decise di sposarsi. E poi tanti altri frutti si stanno spandendo la fragranza di Cristo in varie parti del Giappone.  Molti ragazzi hanno scoperto con chiarezza la propria vocazione alla vita consacrata, altri hanno cominciato ad intercettare la chiamata al sacerdozio. Per tutti è stato comunque un passaggio decisivo del Signore nella propria vita.

A scuola, sul lavoro, con gli amici, ovunque, i ragazzi, tornati trasformati dall’esperienza dell’incontro con il Papa a Madrid, hanno cominciato a testimoniare con coraggio l’amore di Dio, discendendo con Cristo nelle “periferie esistenziali” di cui parla sempre il Papa Francesco.

Certo tra molte difficoltà, nell’estrema debolezza che accomuna ogni giovane, ma con una speranza invincibile nel cuore. Anche in famiglia i rapporti sono cambiati e io ne sono testimone. Il desiderio di vivere santamente per far risplendere il volto amorevole di Cristo ha spinto i ragazzi a fare scelte difficili, controcorrente, a “uscire dai propri criteri” per andare a cercare, pieni di misericordia per questo popolo, ogni giapponese che oggi, esattamente come due anni fa dopo lo tsunami, si trova ad attendere la speranza che, nonostante il progresso e il benessere, non riesce a trovare. Vi posso testimoniare il loro zelo, nei momenti più intensi di evangelizzazione come nella routine della vita di ogni giorno.

In Giappone, anche il solo sognare di andare a Rio sembra una pazzia. Ma Dio ci chiama alle pazzie, a vivere qualcosa di straordinario, come il Papa Francesco ci sta mostrando. Nella semplicità e nella confidenza in Dio ci stiamo preparando, pregando, lavorando, facendo sacrifici di ogni tipo, assistendo già a dei veri e propri miracoli.

Non potete immaginare che follia sia chiedere un permesso di 15 giorni. In Giappone, e non sono fantasie, al massimo puoi prendere 4 giorni di ferie all’anno. Eppure i ragazzi, gettandosi nella preghiera, digiunando e facendo tutti insieme la novena alla Vergine di Aparecida, prima di affrontare professori e datori di lavoro, con forza e coraggio stanno chiedendo l’impossibile, annunciando così Gesù Cristo, che c’è qualcosa e Qualcuno che è più importante di scuola e lavoro, e che solo in Cristo si può studiare e lavorare con amore; e Dio sta regalando loro proprio l’impossibile. Sino ad ora tutti hanno avuto il permesso che hanno chiesto.

Nel deserto spirituale del Giappone – dove i ritmi frenetici del lavoro e dello studio non lasciano spazio a Cristo, e i ragazzi sono eroici nel difendere la domenica e il tempo delle celebrazioni e per stare in famiglia – le GMG sono un’oasi fondamentale che Dio offre, come il Monte Tabor per i discepoli prediletti. Sì, questi ragazzi sono gli apostoli scelti da Dio per annunciare a ogni giapponese quello che hanno visto e sperimentato, la Gloria di Dio nella carne, nella propria carne, debole, tentata, straniera in una società che non conosce perdono e pazienza con i peccatori.

Questi ragazzi, per compiere la propria missione, per vedere compiuta la propria vita, hanno bisogno di questa GMG di Rio come dell’acqua e del sole. Hanno bisogno di contemplare Cristo, nel pellegrinaggio, nella Chiesa e nel Santo Padre così lontano dal Giappone; è Cristo che li ha chiamati ad uno ad uno, io ne sono certissimo. E farà di tutto perché tutti possano parteciparvi.

Sono cosciente delle mille difficoltà e dei tanti dubbi e interrogativi che questa richiesta potrebbe suscitare. Ma sono anche persuaso che se Dio ha scelto il Brasile Lui sa il perché. Ad occhi semplicemente carnali è una follia: prendere e partire per l’altro capo del mondo, mentre la crisi economica che ha investito ogni suo angolo, sta gettando masse enormi nella miseria è, umanamente, un controsenso, forse addirittura un insulto alla povertà.

Ma noi non “abbiamo il pensiero del mondo”, abbiamo imparato a seguire il “pensiero di Dio” che sconvolge criteri e valori carnali, per gettarci in un’avventura meravigliosa capace di stupirci giorno dopo giorno. Dio vuole portare questi giovani, embrioni del futuro, in pellegrinaggio fisico e spirituale sino al cuore di questo nuovo Papa che la Provvidenza ci ha donato.

Proprio in questo tempo di grave crisi economica, aiutare un ragazzo ad incontrarsi con il Signore e vivere nella sua volontà significa gettare il seme per l’unica e autentica radice di una società rinnovata. Un cristiano autentico è capace di fermentare una scuola intera, una ditta, un ministero, qualunque ambiente, irradiando della luce di Cristo chiunque sia al suo fianco. Investendo oggi in questi ragazzi significa salvare molte vite in futuro, strapparle al suicidio, alla depressione, all’anoressia, al divorzio e all’aborto.

Coloro che incontreranno questi ragazzi divenuti sacerdoti, consacrate, sposi e spose, padri e madri, operai, impiegati, dirigenti, medici o qualunque altra cosa, si imbatteranno in Cristo personalmente: la loro testimonianza, la loro parola, la loro attitudine parleranno, testimonieranno e annunceranno che una vita nuova e diversa è possibile. E dietro a un ragazzo di loro ci sarà, per l’eternità, la tua personale generosità. Grazie a te diventeranno ciò per cui Dio li ha chiamati.

E, con loro, andrai anche tu sulle strade preparate per ciascuno, il tuo volto e il tuo cuore risplenderanno nel loro sguardo e nel loro amore. Forse su questa terra nessuno lo saprà mai, ma tutte le persone che, attraverso questi ragazzi, incontreranno il Signore e la salvezza, ti accoglieranno festanti in Cielo e ti apriranno le porte del Paradiso, quelle che tu avrai contribuito ad aprire dinanzi a loro. 

Nonostante il Giappone sia un Paese ricco, noi, i cristiani, siamo poveri. I giovani provengono tutti da famiglie numerose, le famiglie in missione vivono di piccoli lavori saltuari (in Giappone è molto difficile per uno straniero trovare un impiego) e della Provvidenza… Le spese sono ingenti in ogni campo, e davvero solo con il pensare di andare dall’altra parte del mondo, beh questi ragazzi hanno il mondo intero contro, con tentazioni forti anche dentro di loro, e le loro famiglie non possono far fronte all’intera spesa del pellegrinaggio. 

Ma c’è una chiamata, di questo  siamo più che certi. Siamo riusciti ad organizzare il pellegrinaggio in economia, i ragazzi stanno lavorando nei tempi liberi dallo studio, mentre quelli che sono già nel mondo del lavoro stanno aiutando gli altri; molti ci hanno già aiutato generosamente, in Giappone come in Italia, ma ci manca ancora qualcosa per coronare il sogno. E questo è già un miracolo, considerando i ragazzi che potranno pagarsi il viaggio completamente o in parte, gli aiuti già ricevuti, la generosità di alcuni di loro che stanno contribuendo al viaggio dei propri fratelli o di altri ragazzi, per una quindicina di loro abbiamo bisogno di circa 1500 euro a ragazzo.

Per questo, con l’allegria di chi è certo di offrirvi un’occasione di partecipare misteriosamente e concretamente alla missione più importante che vi sia sulla terra, vi chiedo, nel nome del Signore Gesù, di aiutarci per quello che ancora ci rimane. 

Molti di questi ragazzi sono alla prima esperienza della Giornata
Mondiale della Gioventù, mentre altri, cresciuti, si trovano davanti allo snodo esistenziale più importante, dove scoprire la propria vocazione e attingere la forza nel Signore per compiere, con gioia, la sua volontà.  E vi chiedo anche, ed è una preghiera speciale, vi chiedo di coinvolgere altre persone che credi potrebbero aiutarci, tenendo sempre presente che, comunque, è il Signore che suscita il volere e l’operare, e quindi anche la generosità. Però, chissà, tra le vostre conoscenze, c’è qualcuno che Dio ha pensato come benefattore per questi ragazzi. 

Questi ragazzi sono oggi qui presenti dinanzi a ciascuno di voi, certi che Dio saprà suscitare nei vostri cuori il volere e l’operare con generosità per loro. Esattamente come faceva San Francesco, vi “chiedono la carità per amore di Gesù Cristo”. Non vi chiedono il pane, ma un aiuto per incontrare il Signore e divenire apostoli del suo amore. Scriveva Papa Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Quaresima di quest’anno: “Talvolta si tende a circoscrivere il termine «carità» alla solidarietà o al semplice aiuto umanitario. E’ importante, invece, ricordare che massima opera di carità è proprio l’evangelizzazione, ossia il «servizio della Parola». Non v’è azione più benefica, e quindi caritatevole, verso il prossimo che spezzare il pane della Parola di Dio, renderlo partecipe della Buona Notizia del Vangelo, introdurlo nel rapporto con Dio: l’evangelizzazione è la più alta e integrale promozione della persona umana”.

Basta anche poco, che, unito al molto che alcuni sicuramente offriranno, permetterà a tutti i ragazzi di partecipare al Pellegrinaggio, come è accaduto miracolosamente per Madrid. “In sostanza, tutto parte dall’Amore e tende all’Amore. L’amore gratuito di Dio ci è reso noto mediante l’annuncio del Vangelo. Se lo accogliamo con fede, riceviamo quel primo ed indispensabile contatto col divino capace di farci «innamorare dell’Amore», per poi dimorare e crescere in questo Amore e comunicarlo con gioia agli altri” (Benedetto XVI).

Che Dio vi benedica per tutto quello che farete.

In Cristo Gesù

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Per ulteriori informazioni scrivere a Don Antonello Iapicca: nanto64@gmail.com

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Antonello Iapicca

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