Lettura
La figura di Pietro è illuminata dalla pagina degli Atti che narra della sua incarcerazione e liberazione. Il racconto è tutto orientato e finalizzato a quel versetto in cui Luca annota la consapevolezza di Pietro di essere stato salvato dalla mano di Erode e di aver così sperimentato ancora una volta lo sguardo amoroso e benevolo del Signore su di sé, come anche avvenne in quella notte nel pretorio (cfr. Lc 22,61). Paolo, nel brano della seconda lettera a Timoteo, parlando di sé, getta uno sguardo sul suo passato. Ora, giunto al termine della sua corsa, riconosce che il Signore lo ha ripetutamente liberato e spera nella totale e definitiva salvezza nel Regno. Il Vangelo, costringe Pietro, Paolo e ogni discepolo a decidersi per lui.
Meditazione
Il testo del Vangelo ci conduce per mano per accogliere il grande dono della Chiesa, fondata su Pietro e sugli Apostoli, cioè, oggi sul Papa e sui Vescovi. Ancora oggi, purtroppo, ci tocca scontrarci con l’obiezione secondo la quale la Chiesa è motivo di scandalo (ostacolo) a credere in Gesù. Noi vogliamo invece riaffermare che «attorno alla fede di Pietro e a quella dei suoi successori diventiamo Chiesa, assemblea di Dio, fondata nella fede in Cristo. Dobbiamo credere la Chiesa e non solo credere alla Chiesa. Credere la Chiesa e accoglierla come un dono di Cristo ed è amare la Chiesa; sentire con la Chiesa è anche sentire la Chiesa come qualcosa di nostro, di vivo. Dobbiamo, nelle vicissitudini del tempo, soffrire per la Chiesa e, se occorre, soffrire anche a causa della Chiesa. Senza perdere mai di vista il Signore della Chiesa e non solo indicando come priorità la Chiesa del Signore» (J. Castellano). “Senza perdere mai di vista il Signore della Chiesa”: il rischio è sempre presente. Concentrare troppo l’attenzione sulla Chiesa rischia di far perdere il centro che resta sempre Lui, il Signore Gesù, come afferma il Concilio: «(Cristo) è il fine della storia umana, “il punto focale dei desideri della storia e della civiltà”, il centro del genere umano, la gioia d’ogni cuore, la pienezza delle loro aspirazioni. Egli è colui che il Padre ha risuscitato da morte, ha esaltato e collocato alla sua destra, costituendolo giudice dei vivi e dei morti» (GS 45). Ma senza la Chiesa noi non possiamo giungere a Gesù. Essa ci conduce, ci tiene per mano. San Gregorio Magno parla della Chiesa come dell’aurora che fa passare il mondo dalle tenebre alla luce. La luce è Cristo Signore. Perché venga il giorno è necessaria l’aurora!
Preghiera
«Mi pare che quanto più mi unirò alle due Chiese, la militante e la trionfante, e anche alla Chiesa purgante, tanto più mi unirò a Te stesso, o mio Signore beneamato» (beato Charles De Foucauld).
Agire
«Che gioia poter dire con tutte le forze della mia anima: amo mia Madre, la santa Chiesa!» (san Josemaría Escrivá de Balaguer).
Meditazione del giorno a cura di monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina,Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it