Stamattina, presso la Basilica Sant’Antonio da Padova in Via Merulana a Roma, si è celebrata la Solenne Sessione di Chiusura dell’Inchiesta Diocesana sulla vita, sulle virtù e sulla fama di santità del Servo di Dio, Cardinale François-Xavier Nguyên Van Thuân.
Dopo la Celebrazione Eucaristica, presieduta da S.E. Card. Peter K.A. Turkson, si è svolta la Solenne Sessione di Chiusura nella Sala della Conciliazione presso il Palazzo Lateranense. In quella sede, l’indagine canonica che il Tribunale Diocesano del Vicariato di Roma ha iniziato il 22 ottobre 2010, è stata conclusa dal Cardinale Agostino Vallini, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma e da Waldery Hilgeman, Postulatore della Causa.
Alla manifestazione che prosegue domani, sono giunti pellegrini da tutto il mondo. Tra loro figurano vescovi, preti, suore, laici e familiari del Cardinale Van Thuân. Anche sua sorella Elizabeth Thu Hong Nguyên, che attualmente vive in Canada, è venuta a Roma.”Siamo venuti a Roma per ringraziare il Signore per tutte le sue benedizioni lui dava al nostro paese Vietnam e alla vita di Cardinale Van Thuân”ha detto la sorella minore del porporato vietnamita, non riuscendo ad esprimere la propria gioia e fierezza, non solo come persona, ma anche come una famiglia, nazione e Chiesa unita.”Anche se esistono grandi differenze tra le persone presenti, loro parlano e fanno la conoscenza. Sento un santo spirito e la speranza che un giorno saremo in grado di avanzarsi e di comunicare”, ha detto la donna.
Per l’occasione ZENIT ha incontrato Waldery Hilgeman. Il Postulatore della Cause raccontava, tra l’altro, lo sviluppo dell’Inchiesta Diocesana e di come si svolgerà la procedura successiva.
Quali sono state le sue impressioni sulla manifestazione di oggi?
Hilgeman: La mia esperienza come postulatore è stata prima di tutto un’esperienza dal punto di vista pratico, perché tutto il processo dipende in buona parte dal livello organizzativo della gestione del postulatore. Quindi dall’organizzazione logistica delle sale, agli ultimi atti del processo diocesano, ai contatti con i pellegrini che sono venuti dai cinque continenti. Quindi la mia esperienza è stata molto impegnativa a livello pratico.
Questa esperienza pratica va anche accompagnata da un’esperienza personale. Sarebbe irritante seguire un processo di canonizzazione di un Servo di Dio di cui non si crede realmente nella santità. In questo senso, il cardinale Van Thuân – il vescovo Francesco come lui si amava chiamare – mi ha colpito molto. Perché era un uomo di estrema semplicità che si è spogliato di qualsiasi cosa per lasciare nella sua anima solo spazio all’essere amore al prossimo.
Fino ad ora, lei è soddisfatto della procedura?
Hilgeman: Sì, sono particolarmente contento perché è un processo che si è svolto abbastanza velocemente. L’ha detto anche il Cardinale Vallini nel suo discorso oggi. A distanza di poco più di due anni e mezzo, abbiamo concluso oggi la fase dell’Inchiesta Diocesana, con l’ascolto di più di 120 testimoni, tra cui cardinali, vescovi, laici, suore, familiari e parenti. Quindi sono convinto che abbiamo materiale sufficiente per costruire un buon fondamento per la Causa della Canonizzazione e Beatificazione del Cardinale presso la Congregazione delle cause dei Santi.
In che modo la persona del Cardinale Van Thuân è ancora presente ed importante nel mondo di oggi per la gente?
Hilgeman: Noi viviamo in un contesto culturale in cui sembra che ci sia libertà di vivere la propria fede. Ma in realtà non è così. Ci sono tanti limiti politici che delimitano i confini del credo, i confini delle chiese, e ovviamente anche della Chiesa cattolica.
E in questo senso il Cardinale Van Thuân è un esempio. Perché lui è stato vittima di un sistema totalitario, quello del comunismo. Anche oggi ci sono sistemi che vivono una libertà apparente ma che tanto libera non è. E io penso che il Cardinal Van Thuân è un esempio per noi di come dobbiamo seguire il Vangelo da vicino, disposti ad accettare anche la croce. Van Thuân ha accettato la croce per continuare ad essere un buon cristiano, un buon vescovo. Non ha denunciato la sua fede.
È questo che dobbiamo fare noi cattolici, anche nel nostro quotidiano, nella famiglia, nella società, nella scuola, nella politica e, soprattutto nel nostro lavoro, dove possiamo essere testimoni.
Come procederà lo sviluppo del processo?
Hilgeman: Adesso si apre una fase nuova. Con tutto il materiale che si è stato raccolto dal Tribunale Ordinario della Diocesi di Roma, dovremmo ricostruire la vita del Cardinale Van Thuân, basandoci su quello che hanno detto i testimoni davanti al Tribunale e sui documenti che sono stati raccolti dalla Commissione Storica.
È un lavoro pesante, perché bisogna mettersi seduti e leggere tante carte. E soprattutto scrivere quelle che sono la vita e la virtù del Cardinale Van Thuân. Lo vedo certamente come una cosa positiva e facile di raggiungere, avendo lui il titolo del Venerabile. Se poi, nel frattempo ci sarà anche un miracolo, attribuito all’intercitazione dal Cardinale Van Thuân, tanto meglio: se poi riconosciuto dalla Chiesa, potrebbe portare alle beatificazione. Ma su questo si deve aspettare il miracolo.