Si moltiplicano le iniziative contro il progetto di legge sull’omofobia. Venerdì 26 luglio, giorno in cui inizierà la discussione della bozza alla Camera dei Deputati, è stato annunciato un flash mob a piazza di Montecitorio alle ore 10.
La manifestazione di protesta è promossa dal comitato “Uomini Donne Bambini” (Twitter: uomini_donne) e si prefigge di “fermare il progetto di legge che punisce con il carcere e i ‘campi di rieducazione’ chi non segua l’ideologia gender”, si legge nel volantino promozionale.
Domani è invece prevista una conferenza stampa, presso la Sala Cinema dell’Hotel Nazionale, in piazza Montecitorio, dal tema La chiamano legge contro l’omofobia ma è una legge contro la libertà di pensiero: introdotti dall’avv. Elisabetta Borletto Frezza, interverranno Riccardo Cascioli, direttore della Bussola Quotidiana,;don Gabriele Mangiarotti, direttore di Culturacattolica.it; l’avv. Gianfranco Amato, presidente di Giuristi per la Vita; Toni Brandi, direttore editoriale di Notizie Pro Vita; Benedetta Frigerio, redattrice di Tempi.
Un’altra tavola rotonda sarà trasmessa su Radio Maria, domenica 28 luglio, alle ore 21: moderati da Marco Invernizzi, interverranno il vescovo di Faenza mons. Claudio Stagni (leggi comunicato), il vicepresidente dei giuristi cattolici, avv. Giancarlo Cerrelli e l’on. Alessandro Pagano.
Per l’occasione verrà presentato il Manifesto di Alleanza Cattolica su omofobia e unioni gay. Alla tavola rotonda parteciperà anche Bes Gaulthier, studente di Lione, uno dei portavoce dei Veilleurs francesi, i testimoni del matrimonio naturale nella Francia delle nozze gay.
Ieri sera, intanto, la Commissione Giustizia della Camera ha dato il via libera al progetto di legge anti-omofobia, approvato dai parlamentari di PdL, PD e SEL, con l’astensione di Scelta Civica e MoVimento 5 Stelle e il voto contrario della Lega.
La Commissione ha ritenuto di rinviare l’esame degli emendamenti all’Aula, per poter discutere il provvedimento in quella sede, prima della pausa estiva.
Con l’avvio della discussione in aula del progetto di legge, la maggioranza risulta spaccata: in particolare nel PdL, un ampio numero di deputati sono propensi a votare emendamenti che escludano il reato di opinione.
Si dissociano invece i parlamentari che avevano chiesto una moratoria sui temi etici, compreso quello in oggetto. “Il testo sull’omofobia prodotto nella notte dalla Commissione Giustizia della Camera è irricevibile per coloro che credono nel diritto naturale e nella libertà di opinione”, ha dichiarato l’ex ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, uno dei firmatari della moratoria.
“Si è voluto strumentalizzare il tema condiviso della tutela della dignità di ogni persona, con riferimento anche all’orientamento sessuale, per tradurlo in una legge ideologica divisiva”, ha aggiunto Sacconi.
Anche gli on. Eugenia Roccella e Alessandro Pagano hanno espresso il loro dissenso verso la non discussione degli emendamenti in sede di Commissione Giustizia. “Il nostro impegno quindi continua nel nome di elementari principi di libertà, messi in discussione dalla norma e dalla prevedibile giurisprudenza che ne potrebbe conseguire”, hanno dichiarato in un comunicato i due parlamentari.
L’on. Pagano, da parte sua, ha aggiunto: “La decisione della presidente della commissione Giustizia Ferranti di procedere all’esame di solamente cinque emendamenti al ddl omofobia per ogni gruppo, un numero assolutamente risibile rispetto alla quantità di proposte emendative presentate, non solo mortifica il lavoro di ciascun parlamentare, ma ne lede profondamente il ruolo e la funzione rappresentativa. Quanto accaduto è inaccettabile ma non arretreremo di un passo, né verremo meno ai nostri doveri di parlamentari”.
In merito al dibattito parlamentare, è intervenuto anche il presidente del Forum delle Famiglie, Francesco Belletti. “Abbiamo apprezzato le posizioni di chi ha chiesto garanzie esplicite che impediscano di costruire ‘reati di opinione’, senza peraltro ottenere risposte affidabili – ha detto Belletti -. Non possiamo non valutare negativamente, per altro verso, le posizioni di chi spinge per un’urgenza francamente incomprensibile”.
La lotta all’omofobia, ha proseguito il presidente del Forum delle Famiglie, è “necessaria” ma va perseguita esclusivamente “applicando le leggi già esistenti”.
Ciò che lascia “indignati”, ha aggiunto Belletti, è la “totale paralisi della politica di fronte all’emergenza povertà delle famiglie, abbandonate a se stesse di fronte alla crisi, condannate a sopportare redditi sempre meno sicuri, tasse sempre più alte, e un dibattito pubblico che si concentra invece su un tema “‘ideologico’”.
Dibattere in parlamento una legge contro l’omofobia, dunque, è la dimostrazione di una “politica strabica” che “scambia le priorità del Paese reale con gli interessi di una élite”, emettendo un provvedimento molto “trendy”, “politicamente corretto” ma soprattutto “a costo zero”.
In conclusione Belletti afferma: “Non è che a qualcuno interessa distrarre l’opinione pubblica con questioni di effetto mediatico, ma che non spostano un euro di risorse a favore della gente che ha bisogno?”.