Nella ricezione e attuazione del concilio Vaticano II, vi fu chi definì, più o meno esplicitamente, come sorpassati alcuni aspetti della fede che però papa Paolo VI prontamente riaffermò come parte della dottrina cattolica. Tra questi figurano le indulgenze – compresa quella della Porziuncola –, anche a motivo dei contrasti creatisi a loro riguardo, ad esempio al tempo della Riforma protestante. Se nel 1966 in occasione del 750 anno dalla “Indulgenza della Porziuncola” mediante la lettera Sacrosanta Portiuncolae Paolo VI illustrò l’importanza del privilegio concesso alla piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli, nel 1967 con la costituzione apostolica Indulgentiarum Doctrina riaffermò l’insegnamento cattolico circa l’indulgenza.
Il legame di Giovanni Paolo II con Assisi e san Francesco è notorio, soprattutto in connessione con il tema della pace. A questo proposito Benedetto XVI ha riaffermato la validità degli atti compiuti dal Predecessore, ma motivandoli ulteriormente, indicando che solo una autentica conversione, come quella di Francesco d’Assisi, può essere garanzia di pace. Così nel discorso del dicembre 2012 in occasione della presentazione degli auguri natalizi alla Curia Romana egli, dopo aver ricordato il viaggio in Messico, «un Paese che soffre per molteplici forme di violenza e per le difficoltà di dipendenze economiche», come a rispondere a obbiezioni circa l’efficacia pratica di tale avvenimento, ha affermato: «Sono problemi che, certo, non possono essere risolti semplicemente mediante la religiosità, ma lo possono ancor meno senza quella purificazione interiore dei cuori che proviene dalla forza della fede, dall’incontro con Gesù Cristo».
Quindi, come il male personale produce “strutture di peccato”, solo da un cuore purificato possono nascere “strutture di pace”. Di conseguenza qualsiasi atto penitenziale, compresa l’indulgenza, sono importanti qualora si voglia vincere il male. Tutto ciò conduce a riconoscere nuovamente la preziosità del dono dell’indulgenza della Porziuncola che è origine di un vero e proprio “spirito del perdono di Assisi”; è con tale consapevolezza che si ricorda il 25 anniversario dal decreto con cui la Penitenzieria apostolica nel 1988 concesse «l’Indulgenza quotidiana in perpetuo» alla Porziuncola.
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SACRA PAENITENTIARIA APOSTOLICA
ROMA
Prot. N. 47/88/I
Porziuncola Prot. N. 146/1988
DECRETO
Il sacro tempio della Porziuncola, la quale già papa Onorio III, poiché Francesco, non senza ispirazione divina, lo aveva richiesto, aveva arricchito con quel celeberrimo dono del perdono d’Assisi, e la quale raccolse felicemente l’estremo spirito dello stesso Francesco, consumato dall’Amore, donde essa divenne quasi progenitrice di tutti i religiosi francescani, nel corso dei secoli il senso di pietà e di divina misericordia, per intercessione della beatissima Vergine Maria Madre di Dio, suscitò la stessa umile e incrollabile fede negli animi di tutti i fedeli, i quali, quasi da tutto il mondo, giunsero là, ma anche fino ad oggi, in verità perfino più numerosi, accorrono là mossi dagli stessi sentimenti.
Per questa ragione i Sommi Pontefici, universali dispensatori come è noto dei divini doni affidati alla Chiesa, offrirono particolari segni della propria munificenza verso la Porziuncola e fecero comprendere il proprio singolare amore, ad esempio di ciò fa piacere ricordare che papa Paolo VI di felice memoria designò la Porziuncola quale luogo per ottenere il perdono plenario e di sicura pace con Dio, e che Giovanni Paolo II, ora per divina compassione Pastore della Chiesa, presentò la Porziuncola come fonte di quella meravigliosa sorgente missionaria per mezzo della quale santo Francesco e i suoi figli nel corso dei secoli propagarono abbondantemente il nome di Cristo presso le genti.
A merito di ciò avendo prestato attenzione a ciò che il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori ha esposto per mezzo di cortesi lettere, rivolgendo preghiere in maniera riverente affinché ai fedeli di Cristo, che visitano quel tempio piamente e là recitano sinceramente l’orazione del Signore e il simbolo della fede, alle solite condizioni, cioè della confessione sacramentale, della comunione eucaristica e della preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, adempiendo i riti, sia concessa l’Indulgenza quotidiana in perpetuo, la Sacra Penitenzieria, sollecita nel procurare per i fedeli di Cristo innumerevoli vantaggi spirituali, per Apostolica autorità assolutamente volentieri asseconda le preci citate nel presente decreto, confidando che avendo procurato il divino perdono per mezzo dell’Indulgenza si incitino quei fedeli a rinnovarsi nella perenne conversione a Dio, a fuggire i peccati, a esercitare le virtù con generoso sforzo, ad amare sempre la Chiesa con filiale ossequio, ed a procurare e confermare così la pace, e naturalmente l’opera di giustizia e l’ordine della tranquillità tra gli uomini.
Dato a Roma, dalla sede della Sacra Penitenzieria, nel giorno 15 luglio 1988
Luigi Card. Dadaglio
Penitenziere Maggiore
(Traduzione della dott. Annarita De Prosperis del testo latino pubblicato in Acta Seraphicae Provinciae S. Francisci Assisiensis Ordinis Fratrum Minorum in Umbria, 43 (1988), p. 3-4)