Centinaia di persone hanno partecipato, domenica 13 dicembre, all’inaugurazione dell’“Atrio della misericordia” all’istituto Serafico e all’apertura della Porta santa nella cattedrale di San Rufino.
Due momenti molto significativi per la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino attraverso i quali si è dato avvio al Giubileo indetto da Papa Bergoglio. Molte le autorità presenti alla cerimonia al Serafico, in piazza del Comune da dove è poi partita la processione che è arrivata in Cattedrale e soprattutto a San Rufino.
“L’Anno santo avrà il suo punto di gravità proprio qui al Serafico”. È questo uno dei passaggi più importanti del saluto che il vescovo Domenico Sorrentino ha tenuto dopo l’apertura della porta della chiesa dell’Istituto, ‘Atrio della misericordia’. Ad attenderlo con un caloroso applauso, canti e abbracci che il vescovo ha rivolto a tutti c’erano i ragazzi del Serafico accompagnati dai loro operatori.
“Qui abbiamo un concentrato di vita, di gioia, di amore. In questo luogo l’amore concreto si tocca e si condivide come ci ha insegnato San Francesco e poi rispiegato papa Francesco quando ha voluto iniziare la sua visita proprio da qui, dove tutto parla di Misericordia. La nostra società è fatta da tanta esclusione ed emarginazione ma voi, giovani che siete il futuro, dovete pretendere una società a misura di Gesù”.
Dopo l’apertura dell’Atrio della misericordia l’altro momento dell’avvio dell’anno giubilare in Assisi si è avuto in piazza del Comune da dove è partita la processione alla volta della cattedrale di San Rufino. Qui, in una piazza gremitissima, il vescovo ha aperto la Porta santa della misericordia, (si tratta di quella interna di sinistra guardando la facciata di San Rufino) e per circa mezz’ora le persone hanno continuato a varcarla per vivere questo momento di pentimento e riconciliazione. Nella sua omelia il vescovo ha messo in evidenza le difficoltà del momento storico.
“Viviamo in un mondo contraddittorio. Un mondo – ha proseguito il presule – che si è arricchito di tecnica, ma si è impoverito di amore. Fa proclami di pace, e registra tanta violenza. Ha esplorato come in nessun’altra epoca le bellezze del cosmo e rischia al tempo stesso la catastrofe ecologica. Si abbandona alla speculazione finanziaria riempiendo le tasche di pochi, mentre la miseria più nera costringe un’infinità di sventurati in barconi di morte alla ricerca di un lembo di dignità. È il tempo dell’informazione sconfinata e della crisi radicale dei valori. Un tempo che velocizza i contatti e indebolisce i rapporti, fino a sbriciolare la famiglia, nucleo fondante della società”.
“Un tempo che, nel consumismo, promette una vita da sogno, mentre spesso non sa offrire che disillusione e disperazione. Da questo chiaro-scuro – ha aggiunto – nessuno di noi può tirarsi fuori. Nemmeno possiamo pensare di scaricarne solo sugli altri la responsabilità. All’origine della contraddizione c’è, in definitiva, il nostro peccato. Ci siamo dentro tutti! Ma Dio ci vuole bene. E non vede l’ora di risollevarci”.
“L’Anno della misericordia – ha proseguito Sorrentino – mostrerà la sua energia vivificante nella misura in cui riconosciamo l’amore di Dio, confessiamo sinceramente il nostro peccato e prendiamo coscienza delle nostre responsabilità. Soprattutto nella misura in cui faremo nostro il principio che Gesù enuncia nel Vangelo, e che papa Francesco ha scelto come tema di questo anno speciale: ‘Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia’. La misericordia è grazia sanante, che si riceve nel dialogo con Gesù, il Crocifisso Risorto, il Salvatore. Egli è pronto a perdonarci, ma si aspetta un sì al suo amore. La misericordia non è uno sconto, ma una spinta all’impegno. Ci è chiesta insomma l’apertura del cuore. Non una piccola e sfuggente elemosina, ma la logica della condivisione: aprire il cuore, aprire le case, aprire le mense… Abbiamo un maestro in Francesco di Assisi. È per lui che il mondo guarda alla nostra città, e c’è da aspettarsi che ancor più pellegrini vengano a visitarla quest’anno. La Porta santa della Cattedrale, realizzata appositamente in vetro, fa guardare lontano – ha detto il presule – in entrata e in uscita. Non è la porta che immette in un luogo protetto, ma la porta che fa immergere nell’amore. È la porta che conduce al cuore di Cristo, e ci invia poi dove Cristo ci da appuntamento nei suoi poveri.”
Dopo questa apertura domenica 20 dicembre seguiranno quelle della Porta della Basilica Papale di San Francesco alle ore 10.30 e di Santa Maria degli Angeli alle 16.30.