A un mese dalla visita pastorale di papa Francesco, sembra sensibilmente migliorata la situazione generale nella Repubblica Centrafricana. A testimoniarlo è stato monsignor Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, nella cui cattedrale, il Pontefice ha aperto la prima Porta Santa del Giubileo in corso.

Quella di Francesco è stata come “la visita di un Angelo inviato dal Signore a noi pastori sulle rive del fiume Oubangui”, ha commentato il presule durante l’omelia di Natale.

Il passaggio del Papa è stato salutato dall’arcivescovo come un annuncio di pace, riconciliazione, amore e misericordia, manifestazione della “gloria di Dio”, grazie alla quale molte “differenze sono state superate”.

Un segnale di cambiamento si è riscontrato, ad esempio, nella visita del Santo Padre al quartiere musulmano del “Km 5”, dove anche i cristiani si sono recati per salutare il Vescovo di Roma.

Secondo monsignor Nzapalainga, la pace è possibile “se apriamo la porta del nostro cuore alla misericordia”, ovvero al “perdono”, alla “pietà”, alla “bontà” e alla “tenerezza”, nel nome dell’amore donato da Gesù Cristo.

In vista delle elezioni in programma mercoledì 30 dicembre, l’arcivescovo di Bangui ha esortato i candidati e i politici ad “incarnare con coerenza nella loro vita i valori dell’unità, della dignità e del lavoro, per essere modelli per i loro connazionali”.

“Gesù è venuto per fare nuove tutte le cose”, ha aggiunto Nzapalainga, auspicando, in conclusione, una Repubblica Centrafricana “stabile e nuova”.