Mons. Vincenzo Bertolone

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Mons. Bertolone: “Quante porte lasciamo ancora sprangate agli altri…”

L’arcivescovo di Catanzaro apre il Giubileo ricordando che “l’accoglienza gioiosa del figlio che decide di ritornare”

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Un pomeriggio ricco di fede, quello di oggi in Cattedrale, per l’apertura della Porta Santa della Misericordia da parte dell’Arcivescovo metropolita, mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza Episcopale Calabra.

Presenti l’Arcivescovo emerito, mons. Antonio Cantisani, il vicario e il provicario generale, i vicari episcopali, il clero, i diaconi, i religiosi e le religiose, le autorità istituzionali provinciali e regionali, ed i fedeli provenienti dalle parrocchie della diocesi che, assieme al proprio pastore, hanno pregato ed esultato per l’evento straordinario tanto atteso. 

La giornata giubilare, iniziata dalla chiesa del Rosario con la lettura della Bolla Misericordiae vulnus, è proseguita con la processione verso la cattedrale, dove l’Arcivescovo ha solennemente aperto la Porta della Misericordia. Dopo l’ingresso di tutti i fedeli nel tempio sacro, è seguita la memoria del Battesimo e la concelebrazione eucaristica.

Nell’omelia l’arcivescovo Bertolone, ha evidenziato  come “il segno della porta santa, che caratterizza così fortemente il Giubileo, evoca il passaggio, che ogni cristiano è chiamato a compiere, dal peccato alla grazia. Gesù ha detto: “Io sono la porta” (Gv 10,7), per indicare che nessuno può avere accesso al Padre se non per mezzo suo. Questa autodesignazione di Gesù afferma che  solo lui è il Salvatore inviato dal Padre, l’unico accesso alla vita di comunione con Dio”.

Il presule ha richiamato la responsabilità di ogni credente ad attraversare la Porta Santa, confessando che Gesù Cristo è il Signore, rinvigorendo la fede in lui nella vita nuova che ci dona “respirando più profondamente del solito con i polmoni del perdono e della misericordia di Dio” con una grande volontà di conversione.

Per mons. Bertolone, “la misericordia sta nel ricchissimo spazio semantico dell’amore: indica bontà, benevolenza, indulgenza, amicizia, disposizione favorevole, perdono, pietà, grazia. Ha molti volti ed anche molti attributi: la misericordia di Dio è eterna, fedele, preziosa, meravigliosa, migliore della vita, estesa più dei cieli, come la cantano a più riprese i salmi”.

Dinnanzi a tanta ricchezza di grazia, il Pastore si è rivolto al suo popolo con diversi interrogativi. “Quante porte – ha affermato Bertolone – lasciamo ancora sprangate agli altri, a tutti coloro che giudichiamo scomodi perché ci sentiamo raggiunti dal loro giudizio. Quante chiusure e prevenzioni nutriamo nei confronti degli altri, solo perché qualche volta disperiamo che qualcuno possa imboccare la via del “ritorno a casa”. Noi, spesso, scegliamo la chiusura e la condanna, non l’accoglienza gioiosa del figlio che decide di ritornare: è un divorziato risposato, è un adultero, un infedele, un traditore, un  usuraio, è un po’ mafioso, non obbedisce alle leggi, non rispetta i comandamenti, se sta in galera perché se lo merita… Quante porte restano chiuse!”.

Parole, queste dell’Arcivescovo Bertolone, che hanno trasmesso a tutti i presenti commozione e “ansia” di esercitare la stessa misericordia di Dio con gesti ed inviti all’amore, ponendo fine alla globalizzazione dell’indifferenza.

Ma aprire la porta, oltre a sperare, per mons. Bertolone, significa “prendere decisioni importanti, per le quali dobbiamo essere pronti”.

“Ogni casa sia aperta e accogliente – ha detto ancora il presule – a partire dalla “casa di Gesù”, che è la Chiesa, come l’ha definita papa Francesco in una delle Omelie di Santa Marta: “È la casa di Gesù e Gesù accoglie. Ma non solo accoglie, va a trovare la gente come è andato a trovare questo. E se la gente è ferita, cosa fa Gesù? La rimprovera perché è ferita? No, viene e la porta sulle spalle. E questa si chiama misericordia. E quando Dio rimprovera il suo popolo – ‘Misericordia voglio, non sacrificio!’ – parla di questo”.

La celebrazione si è conclusa con la lettura del verbale della giornata giubilare sottoscritto dall’Arcivescovo e dalle autorità religiose e civili presenti.

Altre chiese giubilari in diocesi saranno: le basiliche della Concattedrale di Squillace, dell’Immacolata di Catanzaro e di “Madonna di Porto” di Gimigliano; i Santuari Mariani “Madonna delle Grazie” di Torre di Ruggiero, “Santa Maria della Misericordia” di Davoli e “Santa Maria del Bosco” di Serra San Bruno. Assieme ai luoghi di culto saranno mete giubilari anche: l’Oasi della misericordia, fondazione Betania,  il centro calabrese di solidarietà, le realtà di “Città solidale”, villa della fraternità, le Case di Cura, i luoghi dove ci sono le mense dei poveri e le carceri , secondo le indicazioni del papa con la porta di ogni singola cella.

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ZENIT Staff

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