Il 28 novembre è stato celebrato il 70° anniversario dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG), ente che rappresenta e tutela per legge, in Italia, le vittime civili di guerra e le loro famiglie. La giornata di commemorazione ha avuto luogo presso il Teatro Sala Umberto di Roma e vi hanno partecipato rappresentanti provenienti dalle oltre 100 sedi periferiche dell’associazione, studenti, autorità ed esponenti della società civile. Moderato dalla giornalista Nicoletta Carbone, l’incontro è stato introdotto dal Presidente Nazionale dell’ANVCG, l’avvocato Giuseppe Castronovo, cieco di guerra dall’età di nove anni per l’esplosione di un ordigno. L’Associazione ha inoltre voluto dimostrare la propria sensibilità nei confronti delle vittime delle altre guerre, conferendo al Comune di Lampedusa il “Premio internazionale Pace e Solidarietà”.
La pace è stato, quindi, il tema centrale della giornata. L’ANVCG se ne fa promotrice per non dimenticare gli effetti della Seconda Guerra Mondiale, con le cicatrici indelebili lasciate sul corpo di innocenti, che nella migliore delle ipotesi sono rimasti invalidi a vita e, nella peggiore, quella vita l’hanno persa, magari quando ancora stavano iniziando ad assaporarla. Purtroppo gli ordigni inesplosi continuano a mietere vittime; solo in Italia i residuati bellici scoperti ogni anno sono circa 90.000.
Lo sa bene Nicolas, un ragazzo piemontese rimasto cieco e mutilato per aver toccato un ordigno mentre coltivava un campo. Nicolas era in sala, insieme al padre; sono tra i protagonisti de “Il testimone passato”, documentario realizzato dall’ANVCG e proiettato nel pomeriggio. I superstiti del secondo conflitto mondiale raccontano, nella pellicola, storie di deportazioni, torture e piccoli miracoli che hanno permesso loro di salvarsi, nel bel mezzo dell’orrore. Sono testimonianze in cui la memoria si intreccia al coraggio, alla voglia di combattere, perché la vita è coraggio e bisogna sempre andare avanti.È questo il messaggio di una giornata che, mentre commemora il passato, non distoglie lo sguardo dal presente, dalle decine di guerre tuttora in corso nel mondo, con circa 500.000 vittime civili l’anno: numeri inaccettabili che impongono di rivolgere l’attenzione al futuro, alle azioni di bonifica, informazione e prevenzione necessarie perché ovunque regni la pace e, come ha affermato una vittima di guerra, affinché altri non vedano ciò che hanno visto i suoi occhi.
Viene in mente il film di Roberto Benigni, “La vita è bella”. Le sensazioni contrastanti di amarezza e ilarità, dolore e speranza suscitate dalla pellicola vincitrice del premio Oscar, le abbiamo ritrovate tutte nella giornata commemorativa di ieri. Quando la pesantezza del ricordo sembrava insostenibile, ad alleggerire la serata è arrivata la gioia che solo la musica composta ed eseguita con il cuore riesce a trasmettere.
L’evento si è concluso, infatti, con il concerto per pianoforte e orchestra del Maestro Giovanni Allevi, compositore, pianista e direttore d’orchestra. L’intera platea è stata rapita dalle sue melodie, si è persa a inseguire le dita sul pianoforte, i disegni tracciati in aria nel dirigere l’orchestra. “La mia forza è la mia fragilità”, ha detto, introducendo il brano “Back to life”, ma già nell’averla riconosciuta, la fragilità, non è poi così invincibile. Perché, nonostante tutto, la vita è bella.