Trovato in un garage gran parte del tessuto intriso di sangue di Wojtyla

Il frammento della reliquia è stato ricostruito dal vescovo ausiliario de L’Aquila, Giovanni D’Ercole, secondo il quale mancano alcuni filamenti d’oro che la polizia sta ancora cercando

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La vicenda del furto della reliquia di Giovanni Paolo II in Abruzzo sembra esser giunta ad un epilogo. Oggi gran parte del tessuto contenente il sangue del Beato è stata trovata nel garage di uno dei tre giovani tossicodipendenti denunciati ieri.

A dare l’annuncio è stato monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliario de L’Aquila, nel corso di una conferenza stampa congiunta con la polizia e i carabinieri. Il presule si è dichiarato “felice”, sostenendo che il frammento di tessuto è stato da lui personalmente ricostruito e che mancherebbero soltanto alcuni filamenti d’oro che la polizia sta ancora cercando.

Le ricerche erano già state concentrate da questa mattina nella zona del Progetto Case di Tempera, residenza di uno dei tre ventenni accusati del sacrilegio. La Questura dell’Aquila aveva richiesto l’invio della task force della Polizia Scientifica di Roma specializzata nella ricerca di tracce ematiche e da Milano è stato inviato anche un cane molecolare, un pastore tedesco in forza alla Polizia di Frontiera di Malpensa, in grado di rintracciare il prezioso oggetto sacro.

La reliquia per cinque giorni è stata esposta alle intemperie. Le indagini erano state avviate domenica scorsa dai carabinieri, dopo che il parroco del piccolo santuario di San Pietro della Ienca, alla falde del Gran Sasso, aveva denunciato l’accaduto. Il giorno successivo 50 uomini erano stati impegnati nelle ricerche della refurtiva (oltre alla reliquia era stato rubato anche un crocifisso).

Ieri mattina, gli inquirenti avevano fermato i due ladri per un furto in autobus, che hanno poi confessato il reato e indicato il luogo dove erano state seppellite la croce e la parte in ferro contenente l’ampollina, ovvero il terreno del Sert di Collemaggio. Negli interrogatori, avevano però affermato di aver gettato in dei cespugli l’ampolla contenente un pezzo d’abito del Papa polacco intriso del sangue dell’attentato del maggio 1981.

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ZENIT Staff

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