Il gallo protagonista

Tutti siamo utili, ma nessuno è indispensabile

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Molto prima dell’alba, come ogni mattina, il gallo si sveglia. E’ perfettamente convinto che tutti aspettino il sole, ma non prima del suo canto. Il sole non può sorgere prima del suo insostituibile chiricchichì. Da secoli è comune modo di dire: “Mi sono svegliato al canto del gallo”, per intendere “prima che sorga il sole”.

Il nostro protagonista del “far del giorno”, appena sveglio, dà un’occhiata in giro e gode il profondo silenzio dell’ultima parte della notte. Si convince sempre più che tutti, da tutta la notte e tutti i giorni, aspettano il suo canto. Ma è sommamente persuaso che se lui, con il suo do di petto, non chiama il sole, il giorno non incomincia.

E’ l’ora sua. Si sgranchisce zampettando, saltellando. Si assesta le ali, gonfia energicamente il petto, inspira l’aria a pieni polmoni, come fa ogni grande tenore che si esibisce all’Arena…

Quella mattina…da quella gola, non un fil di voce, non un minimo suono…ma solo rumore di gola strozzata, quasi un rantolo.

Tenta e ritenta. Nessuno s’accorge del suo fallimento… Solo lui… che affranto corre all’interno, dalle galline ancora appollaiate: “Mi spiace per voi: questa mattina il sole non sorgerà perché, senza voce, non posso cantare”.

Il pollaio, con al centro il gallo, si trasforma in un pianto sconsolato di galline che s’addolorano con lui.

Ma mentre ancora s’attardavano a cercare parole per consolarlo e rianimarlo dalla cocente umiliazione…, come tutti i giorni spuntava, puntuale, silenzioso e potente, il primo raggio di sole per cantare al gallo e a tutti noi: “Il protagonista, creatore del giorno sono io. Non avrai altro “sole” fuori di me”.

Tutti siamo utili, ma nessuno è indispensabile.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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