Il richiamo di papa Francesco è forte e chiaro. Uscire con coraggio e “raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo” (Evangelii gaudium, 21). Lo ha ribadito ai direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie e i collaboratori della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ricevuti in udienza stamattina nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico.
L’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, ha esordito il Pontefice, annuncia una “nuova stagione evangelizzatrice”, in cui “la missio ad gentes è la forza trainante di questo dinamismo fondamentale della Chiesa”.
Sottolineando quella “ansia” di “evangelizzare ai confini”, testimoniata da “missionari santi e generosi”, papa Francesco ha ricordato che “l’azione missionaria è paradigma di ogni opera della Chiesa” (cfr. Evangelii gaudium, 15).
Un’azione missionaria che, “in questo tempo di grandi trasformazioni sociali”, richiede una Chiesa “capace di operare un discernimento per confrontarsi con le diverse culture e visioni dell’uomo”. Una Chiesa, dunque, “rinnovata e trasformata”, ma attraverso “la contemplazione e il contatto personale con Cristo, per la potenza dello Spirito”. Del resto, ha precisato papa Francesco, “è lo Spirito di Cristo la fonte del rinnovamento, che ci fa trovare nuove strade, nuovi metodi creativi, varie forme di espressione per l’evangelizzazione del mondo attuale”.
È per mezzo di Cristo, infatti, che intraprendiamo “il cammino missionario e la gioia dell’annuncio”, affinché “la luce di Cristo illumini quanti ancora non lo conoscono o lo hanno rifiutato”.
Il Santo Padre chiarisce che c’è bisogno di coraggio per essere missionari. “Non ci possono trattenere né le nostre debolezze, né i nostri peccati, né i tanti impedimenti che vengono posti alla testimonianza e alla proclamazione del Vangelo”, ha affermato.
Una Chiesa, quella tratteggiata da papa Francesco, che è “missionaria per sua natura” e che “ha come prerogativa fondamentale il servizio della carità a tutti”. L’evangelizzazione, ha inoltre specificato, “deve raggiungere tutti, è chiamata tuttavia a partire dagli ultimi, dai poveri, da quelli che hanno le spalle piegate sotto il peso e la fatica della vita”.
È così che la Chiesa “prolunga la missione di Cristo stesso”, il quale – ha ricordato il Papa citando il Vangelo – è “venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). La Chiesa, pertanto, è “popolo delle beatitudini, casa dei poveri, degli afflitti, degli esclusi e dei perseguitati, di coloro che hanno fame e sete di giustizia”.
“Lo strumento privilegiato” di questa missione, ha aggiunto il Pontefice, sono le Pontificie Opere Missionarie. Nell’incoraggiare dunque i suoi rappresentanti a promuovere la corresponsabilità missionaria, papa Francesco ha spiegato che “c’è tanto bisogno di sacerdoti, di persone consacrate e fedeli laici che, afferrati dall’amore di Cristo, siano marcati a fuoco dalla passione per il Regno di Dio e disponibili a mettersi sulla via dell’evangelizzazione”.
(F.C.)