Al termine dell’Udienza generale di oggi, al momento dei saluti, il Papa ha rivolto subito un pensiero a due tragiche vicende avvenute nei giorni scorsi: l’incidente in una miniera in Turchia e il naufragio di un barcone di oltre 400 immigrati nel Mediterraneo.
“Cari fratelli – ha detto il Pontefice – vi invito a pregare per i minatori che ieri sono morti nella miniera di Soma, in Turchia, e per quanti si trovano ancora intrappolati nelle gallerie”. “Il Signore – ha soggiunto – accolga i defunti nella sua casa e dia conforto ai loro familiari”.
Il Papa ha poi esortato a pregare per i circa 17 migranti che hanno perso la vita nel Mare Mediterraneo: “Si mettano al primo posto i diritti umani – ha sottolineato – preghiamo per questo, si mettano al primo posto i diritti umani e si uniscano le forze per prevenire queste stragi vergognose”.
Dopo i saluti nelle diverse lingue, Francesco si è rivolto ai pellegrini italiani, salutando in particolare la delegazione venuta dalla cosiddetta “Terra dei fuochi” in Campania. A tutti coloro che hanno perso uno dei propri cari a causa dei veleni del territorio, il Pontefice ha assicurato la propria “vicinanza spirituale”, auspicando “che la dignità della persona umana e i diritti alla salute vengano sempre anteposti ad ogni altro interesse”.
Ha poi salutato “con affetto” i fedeli della Sardegna, venuti a Roma accompagnati dai loro Pastori e dalle Autorità, per ricambiare la visita che – ha detto – “ho avuto la gioia di compiere l’anno scorso in quella terra”. “Vi ringrazio per la vostra presenza e vi incoraggio ad affrontare le situazioni problematiche che ancora affliggono la vostra bella Isola, perseverando nella speranza e nella solidarietà”, ha affermato il Santo Padre. Poi ha aggiunto: “Io vi assicuro che non mi sono dimenticato di voi e prego. Ricordo tanto quelle parole che voi mi avete detto sui gravi problemi della Sardegna. Vi assicuro di esservi vicino”.
Infine, un pensiero per le Figlie di San Camillo, che celebrano il Capitolo generale, che ha esortato”ad essere segno gioioso dell’amore di Dio tra le persone sofferenti”. E anche per i partecipanti al pellegrinaggio promosso dalla Piccola Opera della Redenzione nel centenario della nascita del fondatore padre Arturo d’Onofrio, a cui ha raccomandato: “Siate strumenti di pace e di riconciliazione in ogni situazione e in ogni ambiente”. (S.C.)