Jean era cieco; a scuola poteva andare raramente e solo se accompagnato; Paul era senza gambe, e non poteva muoversi se non c’era qualcuno che lo portasse in braccio. Un giorno si conobbero. E nacque una bella amicizia tra loro. Non persero da allora un sol giorno di scuola.
Con l’inventiva suggerita dall’affetto, trovarono il modo migliore di aiutarsi a superare le loro menomazioni, mettendo ciascuno a disposizione dell’altro le proprie capacità.
Si procurarono un tandem che Jean avrebbe potuto pedalare, senza preoccuparsi della propria cecità, perchè Paul avrebbe tenuto il manubrio e guardato la strada, e così avrebbero potuto raggiungere la scuola.
Era un piacere vederli ogni giorno andare e tornare da scuola, contenti e felici. La gente commentava: “sembrano nati l’uno per l’altro!”
A pensarci bene, tutti gli uomini sono nati gli uni per gli altri: nessuno ha tutto, nessuno può far tutto, siamo stati creati tutti complementari: uomo-donna, marito-moglie, padre-madre, madre-figlio, fratello-sorella, superiore-suddito, padrone-servo. Insieme si riesce a fare ciò che nessuno da solo può fare. Uno aiuta l’altro come se aiutasse se stesso.
Uscire da sé per entrare nelle necessità degli altri è il modo migliore per aiutare se stessi e risolvere i propri problemi.
Sulla facciata, all’entrata della fiera di Verona, ho letto una meravigliosa scritta: Finora abbiamo fatto bene da soli; d’ora in poi faremo meglio insieme.
Ciao da p. Andrea
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