Il francese Pierre de Lauzun, autore del saggio Finance. Un regard chrétien. De la banque médiévale à la mondalisation financière, è il vincitore della seconda edizione del Premio Economia e Società della Fondazione Centesimus annus – Pro Pontifice.
La premiazione avverrà il prossimo 26 maggio presso il Palazzo della Cancelleria in Roma e verrà presieduta dal Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin. La Giuria internazionale è a sua volta presieduta dal Cardinale Reinhard Marx, Arcivescovo di Monaco-Frisinga.
I profili del vincitore del primo premio e del premio ex aequo destinato ai giovani ricercatori sono stati presentati stamattina in Sala Stampa Vaticana, alla presenza di Domingo Sugranyes Bickel, Presidente della Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice; di don Michael Konrad, Segretario della Giuria del Premio; di mons. Giuseppe Antonio Scotti, Membro della Giuria; di Massimo Gattamelata, Segretario Generale della Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice.
Il testo di de Lauzun, che lavora da decenni con grandi responsabilità nel settore finanziario e bancario, non è opera di “uno studioso chiuso nella biblioteca” ma di “un uomo che da anni approfondisce la sua esperienza professionale con una ricca riflessione politica, culturale e religiosa”, ha spiegato don Konrad.
L’economista transalpino ha elaborato un testo, suddiviso in tre parti, di cui la prima “espone i giudizi della Sacra Scrittura, dei Padri della Chiesa e dei teologi medievali sui problemi economici del loro tempo”, senza accontentarsi mai del “semplice enunciato della tradizione” ma sempre con l’intenzione di “coglierne il significato profondo”.
“La seconda parte – ha proseguito il Segretario della Giuria del Premio – è dedicata ai contributi più rilevanti della Dottrina Sociale della Chiesa dei Papi moderni in ambito economico, soprattutto per quanto riguardo il tema della finanza. Sulla base di questi due tesori dottrinali, la tradizione e la Dottrina Sociale della Chiesa, de Lauzun affronta nella terza parte i problemi morali della finanza contemporanea”.
Per la sezione “giovani ricercatori in Dottrina Sociale della Chiesa”, il Premio della Centesimus Annus è stato assegnato al 32enne austriaco Alexander Stummvoll per uno studio sull’influsso della Dottrina Sociale della Chiesa nelle relazioni internazionali (A Living Tradition. The Holy See, Catholic Social Doctrine, and Global Politics, 1965-2000), e al 33enne uruguayano Arturo Bellocq Montano per uno studio riguardante il dibattito sulla natura scientifica della DSC (La Doctrina Social de la Iglesia. Qué es y qué no es).
Domingo Sugranyes Bickel ha illustrato il proprio impegno come presidente della Fondazione Centesimus Annus, che consiste in primo luogo “nell’offrire una sede di dibattito rigoroso, dove dei responsabili pastorali e teologi esperti in dottrina morale ed etica si incontrano con economisti ed esperti di finanza sia di estrazione accademica che attivi nella pratica quotidiana, in ordine all’applicazione degli insegnamenti sociali della Chiesa Cattolica”.
Durante gli ultimi due anni, ha spiegato Sugranyes, la Centesimus Annus ha lavorato sulle linee indicate da papa Francesco che, nella sua udienza concessa alla Fondazione, il 25 maggio 2013, sottolineò la necessità di restituire alla parola “solidarietà”, spesso guardata con sospetto nel mondo dell’economia, “tutta la dignità sociale che essa merita”.
Da parte sua, anche monsignor Giuseppe Antonio Scotti, membro della Giuria del Premio e Segretario Aggiunto del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, ha messo in evidenza la sintonia tra il magistero di papa Francesco e l’operato della Fondazione Centesimus Annus.
Secondo monsignor Scotti, numerosi spunti del magistero economico di Bergoglio sono riscontrabili nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, in cui il Papa denuncia un modello economico che “uccide”, che crea “esclusione” ed “inequità”.
Trionfa la “cultura dello scarto” in cui fa più notizia “il ribasso di due punti in borsa” che non la morte per assideramento di “anziano ridotto a vivere per strada”, aveva osservato il Pontefice nel documento.
Libri come quelli premiati dalla Centesimus Annus, forse, non diventeranno mai dei best-seller, ma possono avere un ruolo profetico e segnare un cammino, opponendo alla cultura dello scarto, i concetti virtuosi di “bene comune”, “solidarietà” e “sussidiarietà”.
Un premio come quello istituito dalla Fondazione, indubbiamente “non basta” ed è “poca cosa”, tuttavia “indica, però, quale sia il cammino da percorrere se si vuole che il denaro non predomini su di noi e sul nostro futuro”, ha quindi concluso monsignor Scotti.