Depression and suicide

Pixabay CC0

Vescovi britannici contro legge su suicidio assistito: "Vita è dono di Dio"

La proposta, il cui voto è atteso alla Camera dei Comuni del Regno Unito per l’11 settembre, permette a malati terminali adulti di porre fine alla propria vita sotto assistenza medica

Share this Entry

È atteso per il prossimo 11 settembre, presso la Camera dei Comuni del Regno Unito, il dibattito ed il voto sul progetto di legge relativo al suicidio assistito presentata da Rob Marris. Contro la proposta normativa – che mira a rendere possibile, per i malati terminali adulti, la scelta di porre fine alla propria vita con una specifica assistenza medica – si sono espressi i vescovi inglesi che hanno messo in guardia dalla possibilità implicita nella normativa, per i medici, di iniettare farmaci letali ai pazienti malati terminali per portarli al suicidio.

Si tratta di un dibattito estremamente importante. Le informazioni e le spiegazioni su questo argomento devono essere diffuse capillarmente in tutte le parrocchie del Paese”, scrive mons. Peter Smith, arcivescovo di Southwark e responsabile del Dipartimento per la responsabilità cristiana e la cittadinanza, all’interno della Conferenza Episcopale inglese.

Il presule – come riferito dalla Radio Vaticana – esorta pertanto i cattolici a contattare “urgentemente” i parlamentari per esprimere la propria preoccupazione riguardo “al pericoloso impatto che un simile progetto di legge potrebbe avere sulle persone più vulnerabili”. “I politici – aggiunge Smith – devono ascoltare i loro committenti”, perché “ciò che serve sono cure palliative maggiori e migliori, non l’assistenza al suicidio”.

A tal proposito, la Conferenza Episcopale inglese ha creato un’apposita pagina web in cui si spiegano, nel dettaglio, la proposta normativa e le sue drammatiche conseguenze. “La vita di ogni persona è sempre degna di rispetto e protezione”, si legge sulla pagina, ed anche nel dolore, nella sofferenza o nella solitudine, ogni uomo merita “attenzione e sostegno, non l’assistenza al suicidio”.

Di qui, il richiamo allo sviluppo degli hospice e delle cure palliative, affinché siano accessibili a tutti. Citando, poi, il messaggio di Papa Francesco per la Giornata della vita 2013, i vescovi inglesi sottolineano che “anche i più deboli e vulnerabili, i malati, gli anziani, i non ancora nati ed i poveri sono capolavori della creazione di Dio, fatti a sua immagine, destinati a vivere in eterno, e meritevoli della massima riverenza e di rispetto”. Per questo, “la Chiesa insegna che la vita è un dono di Dio e sostiene un’assistenza di alta qualità per i moribondi e una tutela per i più deboli e vulnerabili”.

Quanto al parere dei medici – spiega ancora l’emittente – i vescovi britannici sottolineano che “la British Medical Association, e il Medical Royal Colleges sono fortemente contrari a legalizzare il suicidio assistito” perché esso violerebbe “i principi fondamentali dell’etica medica professionale”. Tali principi risalgono “al giuramento di Ippocrate” e affermano che “i medici devono mostrare il massimo rispetto per la vita umana”.

Facendo, poi, un paragone con i Paesi in cui il suicidio assistito è stato legalizzato, come l’Olanda o alcuni Stati degli Usa, i presuli inglesi evidenziano come i limiti imposti dalla legge vengano sempre più spesso aggirati: “Ad esempio, alcune leggi cercano di limitare l’accesso al suicidio assistito per i malati terminali con una prognosi specifica. Ma la prognosi di una malattia terminale è irta di difficoltà: i malati terminali spesso vivono molto più a lungo di quanto previsto e diagnosticare la depressione clinica non è così facile”.  

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione