Rocks on the beach

Pixabay CC0

Essere “fionda” del Signore

Ogni credente dovrebbe munirsi della sua Parola, quale “pietra” da scagliare verso chi necessita di aiuto, per preparare un mondo nuovo

Share this Entry

Davide, esile pastore ebreo, con un solo ciottolo di fiume, facendo girare la sua fionda, riuscì a colpire in fronte e stendere il gigante Golia. La sua forza veniva dalla fede nel suo Dio vivente, mentre quella brutale del suo avversario era tutta dalla devozione verso gli idoli pagani. Così Giovanni il Battista! Dalla fionda del suo servizio alla Parola del Signore scagliò due pietre sul popolo, non questa volta per abbatterlo, ma per risvegliarlo dal torpore della sua miseria interiore. Le due “pietre” scagliate da chi è “voce che grida nel deserto” sono, ancora oggi attuali, quella della carità e quella della verità. Come riconoscere la pietra della carità di Giovanni? In un incontro di catechesi sono stati chiaramente individuati tre momenti ben distinti, quali sue radici profonde. Il primo evidenzia la necessità di partire sempre da ciò che si possiede, evitando di viverlo in modo egoista. Si Condivida! Ognuno di noi ha sempre un qualcosa che può condividere con gli altri, sia in materia, sia in spirito. Non farlo significa non aver sviluppato nel proprio cuore il valore della condivisione, che rende grande l’uomo e lo avvicina all’insegnamento di chi è venuto a ripulirci dallo “stabbio”, generato dalla disobbedienza a Dio. Anche la persona più povera è in grado di condividere qualcosa, che sia anche solo una preghiera, una semplice tenerezza o il valore di un talento personale. Significative in proposito le esortazioni di San Paolo nella lettera ai Romani: “Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi l’insegnamento, all’insegnamento; chi l’esortazione, all’esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia. La carità non abbia finzioni”.

La condivisione perciò è la prima forma di carità, sia riferita ad opere materiali, che a quelle spirituali. Giobbe diceva: “Non ho mai mangiato da solo un tozzo di pane”. Il secondo momento da evidenziare nella carità è nel ricordare che qualsiasi ministero da noi esercitato, va sempre professato secondo giustizia. C’è l’obbligo di far bene e di non abusare del proprio ruolo, sia in campo finanziario, sociale, politico, giudiziario, familiare, ecc. Chi è del Signore non può non essere onesto nel praticare la giustizia. Il terzo eloquente momento da rilevare riguarda specificamente chi abbia funzioni in campo militare. Anche la guerra ha delle leggi da seguire che non passano dai soprusi che ognuno pensa di poter mettere in atto, utilizzando in piena autonomia il ruolo di semplice soldato o di graduato. In tempi di guerra le relative leggi esigono un rispetto totale e non devono interpretarsi secondo convenienze e prepotenze occasionali. Con il subentro della pace esse cessano e nessuno può mai applicarle. La carità è perciò anche il rispetto di ciò che si vive e si rappresenta in privato e in pubblico, secondo regole ben definite in qualsiasi campo d’azione della propria comunità. Il vecchio testamento racconta del re Davide che prima di morire raccomandò a suo figlio Salomone di ristabilire la giustizia nel suo regno. Gli ordinò di condannare a  morte il capo dell’esercito, che aveva utilizzato la legge della guerra in tempo di pace, per eliminare il suo avversario principale. Giovanni il Battista insegnava a chi lo ascoltava che ci sono delle regole da rispettare e che non possono essere sostituite con delle norme personali. Il messaggio è di grande attualità, in un tempo in cui dilaga la corruzione e il regolamento di ogni vicenda, personale e sociale, passa ormai da esigenze che si pongono contro ogni disposizione ufficiale.

Oltre alla “pietra” della carità c’è poi quella della verità. Ognuno di noi deve sapere chi sia veramente. Giovanni per poter svolgere la sua missione non poteva non conoscere la sua vera identità e funzione! Chi era Giovanni? Era Messia, Profeta, Figlio dell’Onnipotente? La conoscenza degli altri passa sempre dalla conoscenza di se stessi. Il mio maestro spirituale sostiene che se non sapesse di essere un prete, non potrebbe conoscere la vera identità di un laico e viceversa. La legge della verità va perciò applicata sempre per evitare che la confusione regni sovrana. Giovanni non ha avuto alcun indugio nel dire a chiunque lo interrogasse sulla sua identità di non essere colui che gli altri affermavano lui fosse. Il Battista non è infatti il Messia che viene prima di ogni altro, ma un uomo che battezza con l’acqua, senza lavare l’anima. Giovanni non salva chi va da lui, ma lo prepara alla via che redime. La pietra della verità diventa così fondamentale per svolgere la carità, che rischia altrimenti di essere falsa e quindi priva della sua natura evangelica. Giovanni entra nella carità, cosciente della sua vera identità e della sua natura sociale e spirituale in mezzo al popolo. La stessa misericordia del Signore, in questo anno giubilare ad essa dedicato da papa Francesco, può entrare nella nostra vita se ci apriamo alla carità nella verità, preparando in noi e per gli altri la via che conduce alla liberazione dei nostri peccati. La misericordia non annacqua mai la giustizia, ma la fortifica nella verità, anche quando attraverso la carità si estende verso l’assassino, il corrotto, il corruttore e il violento, guidandoli nel rivedere il proprio fallimento interiore e salvarsi l’anima. Noi cristiani come Giovanni dovremmo essere voce della volontà divina. Ogni credente dovrebbe trasformarsi, giorno dopo giorno, in fionda del Signore e munirsi della sua Parola, quale “pietra” da scagliare verso chi necessita di aiuto, per poter rivoluzionare la sua vita in Cristo Gesù e preparare un mondo nuovo.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidiochiarella@gmail.com. Sito personale:www.egidiochiarella.it. Per seguire la sua rubrica su Tele Padre Pio:  https://www.facebook.com/troppaterraepococielo

Share this Entry

Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione