Daily meditation on the Gospel

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Prima deve venire Elìa

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 17,10-13

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Lettura

I discepoli di Gesù, vogliono sapere cosa significhi l’insegnamento dei dottori della Legge quando dicono che “prima deve venire Elìa”; il popolo d’Israele, in generale, credeva che il profeta Elìa dovesse tornare per preparare la venuta del Regno di Dio. Gesù era già lì, ma Elìa non era ancora venuto. Gesù risponde loro che Elìa è già venuto: è Giovanni Battista, che non è stato riconosciuto come tale ed è stato messo a morte; una morte violenta e ingiusta prefigura il destino del Cristo, che deve patire ed essere crocifisso.

Meditazione

Ai tempi di Gesù, Elìa era riconosciuto come il più grande profeta di tutti i tempi. Vissuto in tempi di paganesimo dilagante, era rimasto solo a difendere la fedeltà all’Alleanza con Dio; Israele vive nell’idolatria adorando i nuovissimi Baal, divinità cananee, portate dalla regina Gezabele. Elìa lanciò una sfida ai 400 sacerdoti di Baal, per dimostrare quale fosse il Dio autentico davanti al popolo; sfida che si era risolta con una schiacciante vittoria di Elìa. Questo profeta passionale e pieno di zelo, sofferente e tragico, non era morto, ma era scomparso tra le nubi su di un carro di fuoco. Il popolo d’Israele non aveva un corpo da seppellire, né una tomba da venerare e attendeva il suo ritorno perché a lui era collegata la venuta del Messia. Il profeta doveva preparare la strada al Messia. Non si tratta di un ritorno fisico di Elìa, ma dell’apparizione di un profeta che avrebbe ricalcato le orme del grande profeta Elìa. In questo senso, non era difficile dire che l’Elìa atteso, in realtà, era già venuto: si trattava di Giovanni il Battista, come Elìa pieno di zelo e di rabbia contro il malcostume del popolo. Ma il nuovo Elìa non è stato riconosciuto; è stato visto come un fenomeno da baraccone. Tragico destino dei profeti di ieri e di oggi, troppe volte scambiati per fenomeni da baraccone, ignorati e non accolti, che suscitano stupore ma non conversione, messi da parte o uccisi. Attenti a non ripetere lo stesso errore, impariamo a riconoscere i tanti segni di profezia che accompagnano la nostra vita, senza sminuirli o interpretarli secondo le nostre categorie, che “costringono” gli avvenimenti ad andare secondo una sequenza ben precisa mentre, in realtà, vanno in modo diverso da come ce lo aspettiamo.

Preghiera

Fa’, o Signore, che il nostro cuore sia aperto a tutto ciò che ci porta, oggi, all’incontro e alla conoscenza di te. Elìa, Giovanni Battista e i tanti profeti che calpestano le nostre strade, tutti ci ricordano di restare desti, di non lasciarci impigrire nell’attesa del tuo ritorno alla fine della storia. Fa’, o Signore, che possiamo essere “profeti” gli uni per gli altri.

Agire

Farò celebrare una messa per i “profeti” che mi hanno raccontato la bellezza di Gesù, per chi, con la parola e l’esempio, mi ha parlato di lui.

Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane – Comunità dei Quattro Santi Coronati di Roma, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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