Santa Marta, 28 settembre 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Papa Francesco: “Dove hai la piaga?”

Omelia nella Messa a Santa Marta di giovedì 28 settembre 2017

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Nella Messa mattutina a Santa Marta, il papa Francesco ha sviluppato oggi, giovedì 28 settembre 2017, il tema del coraggio di affrontare e di dire la verità riguardo alla propria vita, le “piaghe” del peccato incluse.
Quando nella vita abbiamo combinato qualcosa, quando “abbiamo fatto dei mali”, allora “fa male”, ha detto il Pontefice. Ma non si tratta di una piaga aperta o vistosa, ma “nascosta”, anzi talmente nascosta che “neppure io la vedo, perché mi abituo a portarla e poi si anestetizza”, così ha spiegato nella sua riflessione, riportata dal programma italiano di Radio Vaticana.
“È dentro”, e “quando quella piaga fa male, sentiamo il rimorso. Non solo sono conscio di avere fatto del male, ma lo sento: lo sento nel cuore, lo sento nel corpo, nell’anima, lo sento nella vita”, ha proseguito Francesco, il quale ha avvertito che proprio da lì nasce “la tentazione di coprire questo per non sentirlo più”.
È proprio “una grazia sentire che la coscienza ci accusa, ci dice qualcosa”, ha affermato il Papa, ben consapevole del fatto che “nessuno di noi è un santo”, anche se poi preferiamo guardare i peccati altrui invece dei nostri.
“Noi dobbiamo — permettetemi la parola — ‘battezzare’ la piaga, cioè darle un nome”, ha continuato il Pontefice. Prima bisogna mettersi a pregare e poi esaminare la propria vita, e se poi non si sa “dove c’è quel dolore”, allora occorre chiedere aiuto a qualcuno che aiuta ad uscire e dare un nome alla piaga.
Si tratta infatti del coraggio di dire: “Io ho questo rimorso di coscienza perché ho fatto questo”. Quindi ci vuole “la concretezza”, la quale costituisce “la vera umiltà davanti a Dio” e Lui “si commuove davanti alla concretezza”. E così che si guarisce, ha aggiunto.
Occorre quindi “imparare la scienza, la saggezza di accusare se stesso”, cioè fare “di tutto per sapere da dove viene questo sintomo”, ha detto il Pontefice, che ha esortato a “non avere paura dei rimorsi della coscienza”, poiché “sono un sintomo di salvezza”. Invece bisogna “avere paura di coprirli, di truccarli, di dissimularli, di nasconderli”, ha avvertito.
Quindi, ha concluso papa Francesco la sua odierna riflessione basata sul brano del Vangelo, in cui Luca (9,7-9) racconta la reazione di Erode alla predicazione di Gesù, per incamminarci sulla via del perdono e della riconciliazione bisogna chiedere al Signore propria quella grazia “di avere quel coraggio di accusare noi stessi”.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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