“Giovani, rompete lo specchio!”, ha chiesto papa Francesco. “Se qualche giorno volete guardarvi allo specchio, vi do un consiglio: guardatevi allo specchio per ridere di voi stessi”, ha detto. “Fate la prova un giorno: guardate e cominciate a ridere di quel che vedete lì, vi rinfrescherà l’anima. Questo dà allegria e ci salva dalla tentazione del narcisismo.”
Con queste parole papa Francesco si è rivolto in spagnolo ieri, lunedì 4 settembre 2017, ai circa tremila membri della Comunità cattolica Shalom ricevuti in udienza “privata” nell’Aula “Paolo VI” in Vaticano.
Tra i pellegrini provenienti da 26 Paesi del mondo venuti a Roma per partecipare al Congresso per il 35° di fondazione del movimento, tre — un brasiliano, un cileno e una francese — hanno avuto l’opportunità di porre una domanda al Pontefice.
“Giovani, rompete lo specchio”
Francesco ha messo i giovani in guardia dal narcisismo, invitandoli a non guardarsi allo specchio, poiché “lo specchio inganna”. “Scappate da questo mondo, da questa cultura che stiamo vivendo […], che è consumista e narcisista”, ha esortato il Papa, rispondendo alla domanda della venticinquenne francese Justine, battezzata durante il Giubileo straordinario della Misericordia e missionaria in Italia.
“Un giovane che si rinchiude in se stesso, che vive soltanto per se stesso, finisce — e spero capiate il verbo, perché è un verbo argentino — finisce ‘empachado’ (impacciato, ndr) di autoreferenzialità”, ha avvertito Francesco, che ha definito il narcisismo una “malattia mentale”.
Da parte sua, Justine non ha nascosto la sua gioia di essere stata prescelta per dialogare col Pontefice. “E’, allo stesso tempo, una conferma di Dio nella mia vita. Sarà come un grande grido di testimoniare quello che ho avuto la grazia di vivere, come una ‘giovane normale’ ma scelta per testimoniare tutto che ha ricevuto da Dio e che ha scoperto il suo posto nella Chiesa”, ha riferito un comunicato stampa di Shalom.
La droga ti toglie le radici
La droga “ti toglie le radici”, ha proseguito papa Francesco, rivolgendosi al brasiliano Matteus, 22 anni, che ha raccontato di essere stato tossicodipendente per molti anni. “Per molto tempo sei passato attraverso il tunnel della droga”, ha detto il Santo Padre, “uno degli strumenti che ha la cultura nella quale viviamo per dominarci […], per farci sottili, invisibili a noi stessi, come se fossimo d’aria.”
“La droga ci porta a negare tutto quello che noi avevamo di radicato, di radicamento carnale, di radicamento storico, di radicamento problematico, tutto ciò che è radicamento. Ti toglie le radici e ti fa vivere in un mondo senza radici, sradicato da tutto. Sradicato dai progetti, sradicato dal presente, sradicato dal tuo passato, dalla tua storia, sradicato dalla tua patria, dalla tua famiglia, dal tuo amore, da tutto”, ha avvertito il Papa. “Uno vive in un mondo senza nessun radicamento e questo è il dramma della droga. Giovani totalmente sradicati senza impegni reali”, ha aggiunto Jorge Bergoglio.
Per “corrispondere al piano di Dio”, che vuole “consolare il dolore dell’umanità”, è necessario saper “dare gratuitamente”, ha proseguito Francesco. “Per favore, diamo gratuitamente quel che abbiamo ricevuto. Dare gratuitamente quel che abbiamo ricevuto […] ti riempie l’anima, ti decommercializza, ti rende magnanimo, ti insegna ad abbracciare e a baciare, ti fa sorridere, ti scioglie da tutti gli interessi di tipo egoistico”, ha detto il Papa.
“Mai disperare”
Jorge Bergoglio ha risposto anche al giovane cileno Juan, 26 anni, che aveva menzionato “un mondo segnato dalla disperazione e l’indifferenza”. “Mai disperare”, ha esortato il Papa, che ha citato la parabola del Figliol Prodigo e del Padre Misericordioso. “Dio ti sta aspettando addirittura nei peggiori momenti della vita”, ha ricordato Francesco, che ha aggiunto: “continua a uscire da te stesso e fai capire a tutti che c’è sempre un padre che ci aspetta con affetto e tenerezza.”
Era il “sogno” di Juan di “conoscere il Papa”, si legge nel comunicato di Shalom. “Ero completamente contro la Chiesa”, ha dichiarato il giovane. “Dopo aver sperimentato la misericordia di Dio, mi sono sentito accolto dalla Chiesa e dal Papa, e volevo ringraziare per questo. E’ un’esperienza di riconciliazione molto profonda con Dio e con la mia storia”, ha aggiunto Juan.
Il dialogo tra giovani e anziani: “una promessa per il futuro”
Al termine dell’incontro, il Pontefice si è rivolto anche agli adulti della Comunità Shalom, chiedendosi “quale servizio” il mondo aspetta oggi dal “carisma” del movimento. “Il dialogo”, ha risposto Francesco. “Una delle sfide che oggi questo mondo ci chiede è il dialogo tra i giovani e gli anziani. […] I giovani hanno bisogno di ascoltare gli anziani e gli anziani hanno bisogno di ascoltare i giovani”, anzi “stanno aspettando che un giovane vada e li faccia parlare”. “Questo dialogo — ha concluso papa Francesco — è promessa per il futuro”.
Ed è proprio quello che ha fatto il Pontefice, il quale compirà a dicembre 81 anni: ha dialogato con i giovani di Shalom! (pdm)
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Udienza Shalom, 4 settembre 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO
Giovani, “guardatevi allo specchio per ridere di voi stessi”, suggerisce il Papa
Udienza ai giovani della Comunità Shalom