Papa Francesco e Card. Pietro Parolin- Foto (archivio) © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Parolin: il Papa in Colombia per “favorire la riconciliazione”

Questo il “punto centrale” del nuovo viaggio del Pontefice in Sudamerica

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“Io credo che il compito, la missione fondamentale della Chiesa, in questo momento, sia quello di favorire la riconciliazione” in Colombia. Lo dichiara il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, in un’intervista rilasciata oggi, venerdì 1° settembre 2017, al programma italiano di Radio Vaticana.
“Uno degli strumenti principali di questa riconciliazione è la capacità del perdono, la capacità di dare e di ricevere perdono”, afferma il porporato, il quale aggiunge che il lemma del viaggio — “Facciamo il primo passo” — deve “coinvolgere tutti”.
Incoraggiare il processo di riconciliazione nel Paese sudamericano dopo oltre mezzo secolo di conflitto armato è il“ punto centrale” del viaggio pontificio, in programma dal 6 all’11 settembre prossimi, sottolinea Parolin.
“Mi pare — prosegue il cardinale — che ce ne sia tanto bisogno, proprio perché la pace non sarà una realtà presente, una realtà viva ed effettiva se non nella misura in cui ci sarà una riconciliazione all’interno del popolo colombiano.”
Anche se la nuova trasferta sudamericana del Papa “ha un carattere essenzialmente pastorale”, essa avviene “in un momento molto particolare della vita del Paese”, ribadisce Parolin.
“Il Papa, come pastore della Chiesa universale e come leader spirituale, vuole affiancarsi a questo processo, incoraggiandolo, perché davvero, dopo tanti lutti, tante distruzioni, tante sofferenze, il popolo colombiano, la Nazione colombiana possa conoscere una nuova realtà di pace e di concordia.”
Si tratta di “sanare i cuori e curare le ferite, dare speranza, che poi è un po’ il carburante che alimenta un cammino concreto di riconciliazione e di pace”, spiega Parolin, ricordando che nove mesi dopo la firma dell’accordo di pace a L’Avana “entriamo nella fase dell’applicazione”.
Infatti, sottolinea il porporato veneto, “non basta firmare un documento”, perché “c’è tutto un cammino da fare”, “un cammino che si deve compiere nella quotidianità ed è un cammino che deve coinvolgere tutti e che deve coinvolgere tutto di tutti, cioè soprattutto il cuore e la mente”.
In questo processo, la Chiesa della Colombia — “una Chiesa viva e di una Chiesa generosa” — assume un ruolo importante. Essa “lavora seriamente per la difesa e la promozione della dignità della persona e per la difesa e la promozione dei diritti umani, soprattutto attraverso le sue molte opere di carità e di solidarietà”. (pdm)

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Marina Droujinina

Giornalismo (Mosca & Bruxelles). Teologia (Bruxelles, IET).

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