Cucito / Pixabay CC0 - jackmac34, Public Domain

L’arte del cucito

“Pillola quotidiana” di padre Andrea Panont

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Quante volte si può, si deve cucire, ricucire? Fino a settanta volte sette; cioè sempre.
Ago e filo cuciono, rattoppano, uniscono ogni strappo, ogni divisione.
L’ago è il dolore che trascina il filo e lo conduce nello spazio creato dalla sua puntura. Il filo è l’amore che non può passare se non attraverso il vuoto creato dalla punta del dolore.
Ago e filo sono inseparabili nel cucire. E’ vano il passaggio dell’ago senza il filo, come è vano il dolore senza l’amore; è impossibile al filo penetrare senza l’ago, come non ha forza l’amore senza il dolore.
Solo tramite la dolorosa puntura dell’ago è possibile al filo passare e ripassare sulla ferita del tessuto e così ricomporla, aggiustarla, sanarla.
L’amore tende a riannodare lo strappo. Il cristiano è chiamato ad essere un sarto; specialista di ago e filo.
Solo il filo robusto dell’amore portato da Gesù può riannodare, cucire fino alla fusione dei cuori.
Ciao da P. Andrea
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Andrea Panont

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