Daily meditation on the Gospel

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La compassione di Gesù

Meditazione quotidiana della parola di Dio di sabato 3 dicembre 2016 – Memoria di San Francesco Saverio, Sacerdote

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Lettura
Il brano che meditiamo è a cavallo tra i capitoli 9 e 10 del vangelo di Matteo, e fa da cerniera tra la narrazione dei miracoli ed il “Discorso Apostolico” che si svolge in tutto il capitolo 10. È evidente come la missione di Gesù si vada compiendo e delineando a partire da eventi concreti, che segnano svolte e aprono scenari. Qui, ciò che apre l’invito alla preghiera per gli operai e la conseguente chiamata e missione dei dodici, è l’impatto del Maestro per le folle “stanche e finite, come pecore senza pastore”, che genera la sua compassione.
Meditazione
Cerco di mettermi sotto lo sguardo di Gesù: tutto il Vangelo si riassume in quello sguardo. Cosa vede Gesù? Come mi vede? Sono anch’io stanco e sfinito. C’è una stanchezza positiva che vivo dopo uno sforzo, a seguito di una giornata o una settimana di lavoro, stanco, ma contento. C’è invece una stanchezza che è infeconda, perché segue un tempo in cui ho girovagato senza meta; è la stanchezza del peccato che mi debilita e mi sfinisce. Per questa stanchezza Gesù ha compassione di me e di tanti, mi raggiunge con uno sguardo che nasce dal profondo, dalle viscere, ed è carico di affetto. “Come pecore senza pastore” è ciò che Gesù sente delle folle stanche: mancano di una guida, di un maestro, di un padre, e vanno vagando senza meta, senza cibo, senza sapienza. La richiesta di preghiera al Padre per gli operai della messe nasce qui, in questo contrasto, da questo sguardo. Nella preghiera, guardo le folle di oggi e vedo lo stesso disorientamento, la stessa sofferenza, la stessa deriva, e mi unisco a coloro che pregano per i sacerdoti, i missionari, i religiosi, i catechisti. Lo sguardo ricevuto, l’invito alla preghiera, diventa, in terzo grado, uno sguardo che mi interpella: e tu? Una volta guarito devi diventare guaritore, una volta salvato devi diventare salvatore. Ora nell’elenco dei Dodici, che è un elenco aperto, vedi scritto anche il tuo nome: se hai ricevuto la fede e con essa il perdono dei peccati, non puoi tenerla per te. Tutti, a vario grado, partecipiamo della missione dei Dodici e siamo responsabili di altri. “E strada facendo, predicate che il Regno dei cieli è vicino”: la strada, le varie situazioni della vita, sono il luogo dell’annuncio; nel lavoro, nelle relazioni, per le strade della vita si diffonde la buona notizia che è finito il tempo del vagare, perché Dio stesso si prende cura di noi. Ti senti responsabile del futuro della fede e della salvezza degli altri?
Preghiera:
Manda, o Padre, nuovi operai per la tua messe, uomini e donne innamorati di Gesù e della gente, testimoni credibili del Vangelo della misericordia perché molti abbiano a trovare conforto e guarigione. Siano tanti, siano santi, siano testimoni del tuo sguardo d’amore.
Agire:
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”: oggi porrò un gesto di gratuità, magari anonimo.
***
Meditazione del giorno a cura di mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
 

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ZENIT Staff

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