Celebrare San Francesco con Chiara d’Assisi

La forza performativa della liturgia

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La sera del 3 ottobre 1228, come fecero i frati Minori, anche presso la Chiesa di San Damiano la comunità di donne ivi dimoranti – comprendente anche Chiara d’Assisi – celebrò i primi vespri della solennità di San Francesco come prescritto da Papa Gregorio IX con la canonizzazione il 16 luglio precedente che stabili la festa liturgica nel suo dies natalis, cioè il 4 ottobre da celebrarsi solemniter.
Ma l’ufficio proprio del Santo non c’era ancora e quindi presero dal comune dei confessori non pontefici. Solo nel 1230 ebbero a disposizione l’ufficio liturgico composto da frate Giuliano da Spira. Dal 1244, in seguito all’opera liturgica del ministro generale Aimone da Faversham, cominciarono a celebrare anche l’ottava.
Visto che Chiara morì nell’agosto 1253, ella ebbe modo di celebrare per ben venticinque volte la festa del Santo d’Assisi cioè dal 4 ottobre 1228 al medesimo giorno del 1252. Furono certamente più gli anni che celebrò il Santo che quelli in cui condivise con il figlio di Pietro di Bernardone la vita evangelica (dal 1211 circa al 1226, ossia soli 14 anni).
Quindi senza forzature si può affermare che la liturgia di San Francesco, con la sua forza performativa, ebbe un ruolo non indifferente sulla formazione e conservazione della memoria del Santo in Chiara d’Assisi. Preso atto di ciò c’è da chiedersi quali testi liturgici la comunità di San Damiano usò per la celebrazione di san Francesco. Certamente dal 1230 è l’ufficio liturgico di Giuliano da Spira, tuttavia sono le letture del mattutino ciò che rammentano e trasmettono una certa immagine del santo celebrato.
E proprio riguardo a tali letture ve ne furono diverse varianti. Per questo il volume Franciscus liturgicus curato da Filippo Sedda (Editrici Francescane, Padova 2015) in cui per la prima volta sono editi i testi liturgici del secolo XIII usati per la celebrazione del Santo d’Assisi risulta non solo utile ma indispensabile per comprendere il pensiero, spiritualità e vicenda non solo di Chiara e della Comunità di San Damiano, ma anche di altre personalità quali ad esempio Agnese di Boemia.
Quello di Filippo Sedda, con le ampie introduzioni in cui conduce il lettore per mano a scoprire un mondo in gran parte inedito, dimenticato e in cui c’è ancora molto da scoprire, è uno strumento indispensabile per chiunque voglia approfondire la vicenda francescana e quindi anche di Chiara d’Assisi.
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[Cfr. anche http://www.assisiofm.it/san-francesco-in-guerra-contro-l-anticristo-72576-1.html]

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Pietro Messa

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