Fra’ Fiorenzo Priuli è un medico chirurgo originario della Valle Camonica, in provincia di Brescia. Consacratosi a San Giovanni di Dio, fondatore dell’Ordine ospedaliero dei Fatebenefratelli, è poi diventato missionario in Africa ed è tra i fondatori dell’ospedale Fatebenefratelli di Tanguièta, città situata nella parte nord occidentale del Benin, un piccolo Stato nell’area centrale del Continente Nero. Tra le varie cure praticate da Fra’ Priuli e i suoi collaboratori c’è anche l’ossigeno-ozono terapia. Proprio per questo la sua preziosa testimonianza è stata inserita nel libro Ozono respiro di vita, edito da If Press e pubblicato lo scorso marzo. Quando il volume è stato presentato a Brescia, presso l’Ospedale Fatebenefratelli, il missionario ha voluto partecipare per raccontare la sua esperienza con l’ozono.
Fra’ Priuli ha conosciuto l’ozonoterapia grazie all’incontro, nel 2007, con il dottor Antonio Galoforo (urologo e ozonoterapeuta iscritto alla Sioot, Società scientifica di ossigeno-ozono terapia) in occasione di una conferenza nella sede di Ginevra dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Galoforo stava cercando di accreditare l’ossigeno-ozono terapia presso l’Oms come cura efficace contro l’ulcera del Buruli, una malattia tropicale che colpisce soprattutto i bambini e che porta alla necrotizzazione progressiva di muscoli e ossa (Zenit ha già raccontato la vicenda professionale del dottor Galoforo).
“Dell’ozonoterapia non sapevo assolutamente niente – ha raccontato il missionario – finché non mi sono trovato con Antonio Galoforo all’Organizzazione Mondiale della Sanità, a Ginevra, dove ho fatto un po’ da interprete, per lui e i suoi collaboratori, in un intervento in cui proponevano l’ossigeno-ozono terapia come coadiuvante nella cura dell’ulcera di Buruli. Purtroppo il discorso era all’ora di pranzo e non c’era quasi nessuno ad ascoltare. Non lo hanno neanche messo agli atti della conferenza. Ma io ho capito e due giorni dopo ero con Antonio a Brescia e il terzo giorno ero ripartito in Africa con una macchinetta per la produzione di ozono. Un anno dopo, ho fatto due ore di stage nell’ambulatorio di Antonio per capire meglio come usare l’ozono, osservando la sua azione sui pazienti. Due ore mi sono state sufficienti per imparare e poi per fare molto più di quello che avevo visto. Perché in Africa abbiamo la fortuna di poter fare quello che pensiamo sia bene per l’ammalato con meno impedimenti di diverso tipo”.
E così è iniziata l’avventura dell’ossigeno-ozono terapia in Benin. Il dottor Galoforo, in collaborazione con l’ospedale Fatebenefratelli di Brescia, si è occupato non solo della fornitura di macchinari per la produzione di ozono, ma anche della formazione del personale medico e paramedico. Fra’ Fiorenzo e i suoi collaboratori usano quindi ormai regolarmente l’ozono per curare ernia del disco, infezioni osteoarticolari, forme più o meno gravi di artrosi, piaghe diabetiche, ischemia degli arti inferiori, traumi cranici e ferite o infezioni a braccia e gambe, che altrimenti potrebbero portare all’amputazione. Inoltre l’ozono è utilizzato per depurare da ogni possibile virus le sacche di sangue donato.
“Abbiamo avuto – ha spiegato Priuli – dei risultati splendidi. L’ozono ha un vantaggio grandissimo: non ha effetti collaterali ed è facile da applicare. Per esempio, all’inizio alcuni tipi di iniezioni e infiltrazioni le facevo solo io o le riservavo al migliore dei miei assistenti. Ora riescono a farlo tutti i medici e gli infermieri. I risultati sono veramente incredibili: quando facciamo chirurgia ad alto rischio, chirurgia ortopedica, impianto di protesi varie, interventi per curare bambini colpiti da deformazione causate dal rachitismo o altre operazioni simili, tutti i pazienti escono dalla sala operatoria collegati a una sacca di sangue ozonizzato, che spesso è il loro prelevato precedentemente. Con questo accorgimento, dal giorno dopo posso fare a meno di qualunque terapia antibiotica senza alcun problema”.
“Affrontiamo anche casi più estremi – ha aggiunto Fra’ Fiorenzo – come quelli in cui siamo costretti a somministrare l’ozono per via arteriosa per salvare gambe che altrimenti sarebbero condannate all’amputazione. Procedura assolutamente vietata dai protocolli Sioot e internazionali sull’ossigeno-ozono terapia. Una volta è venuto a trovarmi in Benin il dottor Leonardo Campagnaro che pratica regolarmente l’ozonoterapia nella sua clinica “Palatini” a Salzano in provincia di Venezia. Quando ha visto quello che facevamo ha detto che se lo avesse fatto lui in Italia lo avrebbero messo in galera (ride ndr). Sono comunque molto rigido con i miei collaboratori: se somministriamo l’ozono per via arteriosa dobbiamo metterci tre minuti perché, se per caso ci si sbaglia e si prende una vena anziché un’arteria, potrebbe esserci un arresto cardiaco. Ma non abbiamo mai avuto un problema perché la nostra attenzione è massima”.
“Nelle zone in cui operiamo – ha evidenziato il missionario – spesso mancano le protesi e gli strumenti medici per curare adeguatamente un paziente che si è sottoposto ad amputazione. Inoltre per la loro cultura è umiliante sottoporsi a simili interventi e chi lo fa, ammesso che riesca a sopravvivere, rischia di non essere più accettato dalla società e perfino dalla propria famiglia. In più, i chirurghi locali non fanno questi interventi perché li considerano umilianti e quindi cercano di tenere in vita i pazienti senza amputazione, conducendoli spesso alla morte. E proprio il fatto di riuscire a salvare le gambe è l’elemento che ci ha fatto più propaganda positiva nella zona”.
L’eco dei successi medici di Fra’ Priuli e la sua equipe ha oltrepassato i confini del Benin. E sempre più persone percorrono centinaia e centinaia di chilometri, dal Burkina Faso, dal Togo e dal Niger, per andarsi a curare all’ospedale Fatebenefratelli di Tanguièta. Il missionario ha poi parlato del caso di un ventiseienne, cuoco di una missione cattolica in Benin, che aveva subito un grave trauma cranico con nove giorni di coma. Si era poi ripreso, ma era diventato sordo. Il capo della missione aveva quindi chiesto aiuto a Fra’ Priuli che, in attesa dell’arrivo di un esperto, ha provato a trattarlo con l’ozono, prescrivendogli 4 grandi autoemoinfusioni (prelievi di sangue del paziente, che viene immediatamente ozonizzato e rimesso in circolo). Nel corso della terza seduta, la mamma del ragazzo è entrata nella stanza della terapia e lui si è girato. Aveva sentito il rumore della porta. La mamma gli ha poi parlato e lui ha risposto. Grazie all’ozono ha recuperato l’udito perfettamente.
Il medico missionario ha raccontato anche un’altra storia a lieto fine: quella di una ragazza di 18 anni arrivata dal Niger e sorda da un anno a causa di un’infezione alle orecchie. “Mi son detto: qui non funzionerà – ha ricordato Fra’ Fiorenzo – però proviamo con l’ozono. Nel frattempo sono arrivati degli otorini da Bruxelles, che abitualmente vengono ad aiutarmi due volte all’anno. Avevano visitato la ragazza e le stavano preparando un apparecchio acustico per permetterle di recuperare l’udito almeno in parte. Quando è arrivato l’apparecchio, mi hanno portato la ragazza perché li aiutassi a regolarlo e ci siamo accorti che, grazie all’ozono, ci sentiva di nuovo normalmente. Certo, non è sempre così per tutti, ma vi assicuro che di casi quasi miracolosi ce ne sono molti”.
E il sogno di Fra’ Priuli è aumentare sempre più il numero di questi casi. “L’ideale – ha concluso il medico missionario – sarebbe avere, nel mio ospedale come in tutti quelli del Benin e degli Stati confinanti, un macchinario per la produzione di ozono in ogni reparto. In questo modo, più della metà dei malati guarirebbero prima e con un costo più basso, permettendoci di accogliere sempre più persone bisognose di cure”.
Per saperne di più sulla vicenda umana e professionale di Fra’ Fiorenzo Priuli e sui molteplici usi dell’ozono in medicina e molti altri campi, consigliamo la lettura del libro Ozono respiro di vita, edito da If Press.
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Per ogni informazione sul libro: http://www.ibs.it/code/9788867880799//ozono-respiro-vita.html
E-mail: info@if-press.com, telefono e fax: 06 64492897
Ozono. Fra’ Priuli: "Non ha effetti collaterali e può dare risultati miracolosi”
Il medico missionario dei Fatebenefratelli ritiene che tale terapia possa curare a basso costo migliaia di persone in Africa centrale