Forgiveness

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Felix culpa

Non posso essere cristiano puntando sulla mia capacità e volontà di perfezione, ma facendo leva sempre e solo sulla misericordia di Dio e sul perdono dei fratelli

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Ogni congregazione o ordine religioso affida la formazione dei giovani religiosi a comunità debitamente preparate.  Proprio a questo scopo è stata eretta una casa chiamata “Comunità proposta”.
Entra un giovane per vagliare la sua vocazione ad una speciale consacrazione. Trovò i responsabili veramente ineccepibili, che si presentavano come l’ideale della vita religiosa. Perciò aveva la segreta paura di non essere all’altezza di tanta perfezione e che quella non potesse mai diventare casa sua.
Dopo pochi giorni si trovava ad assistere ad un sonoro e scandaloso litigio fra i due responsabili della comunità. Alla sera, però, prima di celebrare la S. Messa, i due si chiesero reciprocamente scusa.
Visibile l’umiliazione e il senso del fallimento dei due formatori, soprattutto per lo scandalo dato all’ospite che, terminato il periodo di prova, era tornato a casa sua. I due responsabili avevano il fondato timore di aver perso una valida promessa e rovinato una vocazione.
Ma dopo alcuni giorni arrivò una lettera che “svegliò” e rincuorò tutti: “Grazie del bel periodo passato con voi. Ai primi giorni di prova ero titubante sulla mia scelta di radicalità evangelica; temevo proprio di non farcela a seguire quella perfezione che vedevo nella vostra casa.
Ho preso coraggio e fiducia quando ho assistito al litigio fra il maestro e il suo vicario: mi ha commosso favorevolmente il perdono reciproco che ne è subito seguito.
Ho deciso di tornare tra voi perché ho capito che quella è casa mia. Sono convinto che non posso farcela ad essere cristiano e religioso puntando sulla mia capacità e volontà di perfezione, ma facendo leva sempre e solo sulla misericordia di Dio e sul perdono dei fratelli.

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Andrea Panont

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