Santa Marta 23-02-2016

© PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Santa Marta: “Impariamo a essere misericordiosi come Dio che, quando perdona, ‘dimentica’…”

Durante l’omelia del mattino, papa Francesco invita a mettere in pratica le parole del Padre Nostro: “rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”

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La Quaresima è un tempo per preparare il nostro cuore al perdono di Dio, che, come presupposto, richiede un atteggiamento di perdono per le colpe altrui da parte nostra. Lo ha ricordato papa Francesco durante l’omelia di stamattina alla Casa Santa Marta, traendo spunto dalla celebre domanda di Pietro a Gesù: quante volte si può perdonare chi ci ha offeso?
La prima lettura odierna (Dn 3,25.34-43) riporta della preghiera del giovane Azaria, che condannato a morte, per essersi rifiutato di adorare un idolo, tra le fiamme del forno in cui è infilato, chiede misericordia per i suoi carnefici ma anche per sé.
Il Santo Padre ha indicato Azaria come esempio da seguire, nella consapevolezza della bontà di Dio. “Quando Dio perdona – ha osservato – il suo perdono è così grande che è come se ‘dimenticasse’”, al contrario degli uomini che tendono a portare rancore e ad essere privi di un “cuore misericordioso”.
Il giovane Azaria, invece, chiede al Padre che eserciti la Sua clemenza e venga a salvarci. “È un appello alla misericordia di Dio, perché ci dia il perdono e la salvezza e dimentichi i nostri peccati”, ha commentato il Pontefice.
Il Vangelo (Mt 21,35) ci riporta invece la parabola dei due debitori, il primo dei quali riceve la remissione di un debito enorme ma poi non sarà altrettanto clemente nei confronti del suo debitore, nonostante la cifra dovutagli fosse notevolmente inferiore.
Quando nel Padre Nostro, diciamo: “perdona i nostri debiti come noi li perdoniamo ai nostri debitori”, ha detto il Papa, ravvisiamo una “equazione”: “Se tu non sei capace di perdonare, come potrà Dio perdonarti?”. Se si ha un “cuore chiuso”, Dio non potrà perdonare e la sua misericordia “non può entrare”.
Una frase ricorrente di molti cristiani, ha aggiunto Francesco, è: “io perdono, ma non posso dimenticare quella brutta cosa che mi ha fatto…”. Dimenticare, quindi, è ancor più difficile che perdonare e, per questo, bisogna chiedere al Signore che ci aiuti a dimenticare. Non si può nemmeno “perdonare” e, contemporaneamente, insistere a dire all’altro: “me la pagherai”: è necessario “perdonare al massimo”, come fa Dio.
“Il perdono del cuore che ci dà Dio sempre è misericordia”, ha sottolineato ancora il Santo Padre, aggiungendo: “Che la Quaresima ci prepari il cuore per ricevere il perdono di Dio. Ma riceverlo e poi fare lo stesso con gli altri: perdonare di cuore. Forse non mi saluti mai, ma nel mio cuore io ti ho perdonato”.
Perdonando “ci avviciniamo a questa cosa tanto grande, di Dio, che è la misericordia” e permettiamo che essa entri nel nostro cuore, ha proseguito il Pontefice, concludendo che “tutti noi ne abbiamo, da chiedere di perdono” e se “abbiamo misericordia con gli altri”, potremo sentire anche noi “quella misericordia di Dio che, quando perdona, ‘dimentica’”.
 
 

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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