Un Papa Francesco particolarmente ispirato ha riflettuto oggi, durante l’Angelus in piazza San Pietro, sul Vangelo odierno che è così bello che gli piace "leggerlo e rileggerlo", perché pone in luce la misericordia di Dio il quale non vuole mai la morte del peccatore. Il Vangelo di oggi racconta infatti di una donna sorpresa in adulterio. Scribi e farisei la trascinano di fronte a Gesù, nella spianata del Tempio e chiedono che venga lapidata. "La donna – spiega il Papa – si trova in mezzo tra Gesù che è misericordia e la violenza, la rabbia, dei suoi accusatori". Scribi e farisei chiedono il parere di Gesù. Secondo Francesco, "la domanda non è innocente, ma nasconde l’intento della gente cattiva di mettere in difficoltà il nazareno". Infatti se Gesù approva la lapidazione della donna “perderà la sua fama di mitezza e bontà che tanto affascina il popolo; se invece vorrà essere misericordioso, dovrà andare contro la legge, che Egli stesso ha detto di non voler abolire ma compiere”. Gesù comincia allora scrivere con il dito per terra, cerca di prendere tempo, vuole calmare la folla che aveva già in mano le pietre da lanciare. E poi dice: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. Queste parole hanno l’effetto immediato di disarmare gli accusatori. A cominciare dai più anziani, vengono deposte le pietre e la gente se ne va. Il Nazareno rimane solo con la donna. “La miseria e la misericordia, una di fronte all’altra”, commenta il Papa. E sottolinea lo sguardo che Gesù rivolge all’adultera: così pieno di misericordia, "per farla sentire amata, sollevata dalla miseria del peccato". In questo modo, "Gesù fa in modo che l’adultera abbia coscienza di avere una dignità di persona". “Lei non è il suo peccato”, afferma il Santo Padre, “può cambiare vita, può uscire dalle sue schiavitù e camminare in una strada nuova”. Quindi, l’esperienza dell’incontro tra Gesù e l’adultera rappresenta la volontà di Dio per ognuno di noi, e cioè “non la nostra condanna, ma la nostra salvezza attraverso Gesù”. Cristo “è la grazia, che salva dal peccato e dalla morte”, rimarca il Pontefice. “Dio – conclude - non ci inchioda al nostro peccato, non ci identifica con il male che abbiamo commesso. Ci vuole liberare, e vuole con anche noi lo vogliamo insieme con Lui. Vuole che la nostra libertà si converta dal male al bene, e questo è possibile, è possibile!, con la sua grazia”. Il testo completo delle Parole del Papa all'Angelus è disponibile qui.