Sofferenza e dolore hanno un senso?

L’Unitalsi spiega l’assistenza spirituale e caritatevole come risposta ai bisogni di umanità e prepara professionisti della consolazione e della salute.

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“In questo terzo giorno di formazione per volontari e professionisti della salute e della consolazione abbiamo affrontato problemi di carattere filosofico e teologico: capire qual è il senso della sofferenza e del dolore, visto sia dal nostro punto di vista, sia da quello delle persone che approcciamo e aiutiamo. Credo che questo impegno sia quanto mai importante, soprattutto sollecitati dall’Anno Santo della Misericordia che stiamo vivendo e che è stato voluto da Papa Francesco, di cui oggi ricorre il terzo anniversario dell’elezione.”.
È quanto ha dichiarato Mons. Augusto Chendi, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio degli Operatori Sanitari., intervenuto oggi presso la Fraterna Domus a Sacrofano (RM) in occasione della giornata conclusiva della prima fase del progetto  “Per-corsi tra scienza ed etica per l’integrazione della persona” realizzato dall’U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il corso ha come obiettivo quello di formare i volontari dal punto di vista sanitario, catechetico e psico-pedagogico in particolare in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco. L’iniziativa viene realizzata anche in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari.
“Questo senso di misericordia e di vicinanza – ha detto Mons. Chendi -, che è in primo luogo da parte di Dio nei nostri confronti e poi da noi nei confronti di ogni nostro fratello, dovrebbe trovare sempre più spazio nella nostra vita sia come persone gravate dal mistero della sofferenza sia anche come professionisti della consolazione e della salute”.
“È significativo – ha aggiunto Salvatore Pagliuca, presidente nazionale U.N.I.T.A.L.S.I. – che questa prima fase del corso per “Volontari della Misericordia” termini proprio oggi, giorno in cui ricorrono i tre anni dall’inizio del Pontificato di Francesco. È proprio a lui che vogliamo volgere il nostro sguardo per avere la forza di essere sempre più strumento di amore nei confronti delle persone che soffrono e che sono vittime della malattia”.
“In questi giorni – ha raccontato Federico Baiocco, responsabile nazionale medici U.N.I.T.A.L.S.I. – abbiamo ragionato sulle problematiche dell’invecchiamento e della malattia, ma abbiamo anche imparato, attraverso corsi BLSD, come intervenire nei confronti di chi soffre di malattie cardiovascolari, le più frequenti non soltanto fra le persone che si rivolgono all’U.N.I.T.A.L.S.I., ma in tutto il Paese”.
“Al termine della prima fase di questo progetto – ha continuato – abbiamo poi voluto ricordare quanto sia importante riportare i contenuti di questo corso sui territori, riproporre questo tipo di incontri per riuscire a trasferire quanto vissuto e appreso in questi tre giorni, perché il cuore dell’Unitalsi sono le sezioni e le sottosezioni che ogni giorno lavorano al fianco delle persone malate e con disabilità, ed è quindi importante creare una rete fatta con dati ben precisi che diventi patrimonio condiviso di tutta l’associazione”.
“Il nostro obiettivo – ha concluso Baiocco – è mettere in pratica la vera Misericordia che ci testimonia Papa Francesco: avvicinarci con il cuore alle persone che soffrono”.
 

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ZENIT Staff

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