Migrants

Migrants (Wikimedia Commons)

Migranti. Naufragio al largo di Creta, circa 400 dispersi in mare

Ritrovati 117 cadaveri a ovest della Libia. In Italia si discute di nuovi hotspot. Mattarella inaugura oggi a Lampedusa il ‘Museo della fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo’

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Nuova ecatombe nel mar Mediterraneo dove, questa mattina, una imbarcazione partita dall’Africa si è rovesciata al largo dell’isola greca di Creta, buttando in mare le circa 700 persone a bordo. Oltre 400 i dispersi, quattro i morti e 340 i naufraghi salvati dai soccorsi.
Intanto sulla costa occidentale della Libia, quasi contemporaneamente, sono stati ritrovati 117 cadaveri di migranti. Tra questi, una settantina di donne e cinque bambini, tutti annegati nei giorni scorsi; i loro corpi sono stati recuperati nei pressi di Zuara, vicino alla frontiera con la Tunisia. A dare la notizia dei due drammi è l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
Sulle emergenze migratorie, il prossimo martedì 7 giugno, la Commissione Europea presenterà a Strasburgo una comunicazione sugli interventi di prevenzione con iniziative a favore dei Paesi di origine, in Africa e Asia. In Italia, invece, si continua a discutere sulla possibilità di creare nuovi hotspot. Secondo Matteo Renzi non c’è un’invasione di immigrati: “Al 1° giugno 2015 erano 47 mila, al 1° giugno 2016 sono 47 mila” ha sottolineato il premier, precisando tuttavia che “ci deve essere un tetto sostanziale” alle presenze.
Utile, a detta di Renzi, “firmare accordi con i Paesi africani e bloccare le partenze”. Finora, la distinzione che è stata fatta è tra rifugiati e migranti economici. Una distinzione che tuttavia non regge più per il direttore della Fondazione Migrantes, mons. Giancarlo Perego, che alla Radio Vaticana afferma: “Ormai evidente che per riuscire a distinguere maggiormente la condizione personale di coloro che stanno sbarcando anche in Italia, è necessario un lavoro molto attento sulle storie personali; un lavoro che oggi, purtroppo, nelle commissioni territoriali non sta avvenendo, dove, di fatto, si sta procedendo attraverso una linea sottaciuta, ma evidente, che è quella di seguire i cosiddetti ‘Paesi sicuri'”.
Quindi, ha sottolineato Perego, “l’aspetto più importante oggi sarebbe quello di rafforzare la lettura di queste storie personali e di favorire, comunque, un permesso di protezione umanitaria alle persone che ormai da un anno e mezzo sono in attesa di una risoluzione della loro situazione”.
Intanto, nel pomeriggio il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella inaugura a Lampedusa il Museo della fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo, insieme al museo archeologico dell’isola. Accompagnato dai ministri dell’Interno e del Turismo, Alfano e Franceschini, e alla presenza del cardinale Francesco Montenegro e del sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini, il capo di Stato visiterà anche la Porta d’Europa e il Molo Favaloro, due luoghi simbolo dell’accoglienza dei migranti da parte dell’isola siciliana.
Nel Museo – spiega sempre la Radio Vaticana – saranno custodite opere d’arte provenienti dagli Uffizi di Firenze e dal Museo Nazionale del Bardo di Tunisi, insieme all’arte fatta di ricordi delle migliaia di persone che nel Mediterraneo la vita l’hanno persa e la perdono ancora. L’iniziativa nasce nel Museo archeologico delle Pelagie, dove resterà fino al 3 ottobre, Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, in ricordo delle centinaia di migranti che nel 2013 morirono in un naufragio al largo di Lampedusa.
[S.C.]

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ZENIT Staff

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