Nella situazione di “incertezza elevata” in merito al destino di don Tom Uzhunnalil, il salesiano sequestrato lo scorso 4 marzo ad Aden, l’Ispettoria di Bangalore, cui appartiene il missionario, ha stigmatizzato le false notizie giunte in questi giorni sulla vicenda, mentre il rettor maggiore ha invitato l’intera famiglia salesiana ad un momento di intensa preghiera per lo sfortunato confratello durante la sera del Giovedì Santo.
“Siamo venuti a conoscenza di alcune notizie non verificabili e non confermate che circolano in questi giorni, soprattutto sui media elettronici, a proposito dello status e della condizione attuale di don Tom Uzhunnalil, rapito il 4 marzo ad Aden, Yemen, da uomini armati non identificati”, ha dichiarato don Mathew Valarkot, portavoce dell’Ispettoria salesiana di India-Bangalore.
Alcuni media avevano riferito delle presunte torture subite dal salesiano da parte dei terroristi dello Stato Islamico e, addirittura, della loro intenzione di crocifiggerlo il prossimo Venerdì Santo.
“In tale contesto – prosegue Valarkot – ribadiamo che finora non ci è giunta da fonti credibili e autorevoli alcuna ulteriore informazione riguardo il luogo o la condizione attuali di don Tom”. A ragione di ciò, l’Ispettoria indiana ha lanciato “un sincero appello a tutti gli interessati a smettere di diffondere tali messaggi, non richiesti, fuorvianti e divulgatori di false indiscrezioni”.
“Continuiamo intanto a pregare per don Tom, affinché il Signore lo protegga da ogni dolore e lo liberi dalle grinfie delle forze del male il prima possibile”, conclude il portavoce dell’Ispettoria indiana, il quale, nei giorni scorsi, aveva dichiarato all’agenzia UCAnews che “dobbiamo essere pazienti con il sistema”, menzionando la vicenda di un gesuita indiano rapito dai terroristi in Afghanistan, che è stato rilasciato dopo 9 mesi.
Da parte sua, il rettor maggiore, don Ángel Fernández Artime, si è rivolto con un videomessaggio all’intera famiglia salesiana, invitando tutti i membri – sacerdoti, religiosi e laici – a “vivere un momento molto intenso di fede e di preghiera”.
“È troppo forte il dolore cui siamo costretti ad assistere in tante parti del mondo, con così tante persone, di diverse religioni e confessioni, che soffrono un autentico martirio”, prosegue don Artime, ricordando poi il “gran numero di uomini e donne cristiani […] perseguitati per la loro fede in Gesù”, con particolare riferimento al martirio delle quattro Missionarie della Carità di Madre Teresa, assassinate proprio in Yemen.
“Continuiamo a seguire con dolore e con grande apprensione, quello che sta accadendo al nostro fratello Tom, Salesiano di Don Bosco, che è scomparso e del quale non sappiamo più nulla”, dichiara il rettor maggiore, esprimendo quindi tutta la “vicinanza” e “solidarietà” della famiglia salesiana alla famiglia di don Uzhunnalil, implorando “dal Signore una pace profonda perché possa vivere questo momento confidando nel Signore Gesù”.
Per questo, don Artime ha invitato tutti a “vivere un momento molto intenso di preghiera nella sera del Giovedì Santo, quando accompagneremo Gesù nel dolore e nella solitudine del Getsemani”, con la speranza che “tutta la nostra Famiglia Salesiana del mondo e i nostri giovani possano essere uniti, nei diverse luoghi e nelle diverse ore, in quest’unica preghiera: per la pace”.
In conclusione, i Salesiani si uniscono a papa Francesco, “che continuamente invoca questa pace”, implorando “la pace dal Signore” e chiedendo “l’infinita pace eterna per i martiri e la forza straordinaria del Risorto per tutti quelli che soffrono per tanto dolore e la persecuzione”, compreso “il nostro fratello Tom”.
Nel frattempo don Joseph Chinnaiyan, vicesegretario generale della Conferenza Episcopale Cattolica Indiana (CBCI), ha ribadito che la Chiesa indiana è in “contatto costante” con il governo indiano riguardo alla condizione di don Uzhunnalil e ha comunicato che il Ministero degli Esteri indiano “ci ha informati di aver intensificato gli sforzi per individuare il sacerdote”.
Yemen. Salesiani: “Messaggi fuorvianti sul nostro confratello rapito”
Ancora nessuna notizia certa su don Tom Uzhunnalil, mentre il rettor maggiore chiede per lui un momento di preghiera durante il Giovedì Santo. Il governo indiano intensifica gli sforzi per individuare il missionario