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Il profumo di Cristo

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 12,1-11

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Lettura
La liturgia di questi giorni ci chiede una particolare attenzione nel cogliere l’unità tra l’Antico e il Nuovo Testamento, presentandoci i quattro Carmi del Servo del Signore, che sono profezia del mistero di Cristo sofferente. Il Vangelo descrive l’ultima cena di Gesù in casa dei tre amici di Betania: Marta, Maria, e Lazzaro. Il Maestro era stato minacciato di morte proprio per quello che aveva fatto a Betania, risuscitando Lazzaro. Gesù, di sua iniziativa, torna sul posto, per mostrare che la sua cattura e la condanna a morte non è un destino ineluttabile pilotato dai suoi oppositori, ma una adesione personale al disegno del Padre: è lui che si dà nelle mani dei nemici per lasciarsi immolare. Nel contesto della cena, assume grande rilievo il gesto di Maria, sorella di Lazzaro, che cosparge i piedi di Gesù con un prezioso profumo.
Meditazione
Maria di Betania compie un generoso atto di gratitudine e di devozione verso il Maestro. Il gesto, che s’inseriva nelle abitudini degli israeliti di fare grande uso dei profumi, intendeva manifestare la gioia di vivere e di accogliere un ospite. Anche la liturgia usava i profumi per simbolizzare l’offerta: nel tempio di Gerusalemme c’era un “altare dei profumi”, dove, ogni giorno, mattina e sera, si compiva un sacrificio di profumo in gioiosa adorazione. Il gesto di Maria fu disapprovato da Giuda, che deplorò lo “spreco” di quell’aroma, poiché “il denaro ricavato dalla sua vendita poteva essere dato ai poveri”. Uno dei peggiori tradimenti del Vangelo consiste nel nascondere e consumare l’ingiustizia sotto le apparenze della carità. Del resto, lo stesso Giuda userà un segno d’amore, il bacio, come segnale per indicare ai nemici la persona del Maestro da arrestare (Mt 26,48). Sarà Gesù stesso a spiegare il significato profetico di quell’atto d’amore di quella discepola: il profumo versato sul corpo di Gesù prefigurava quanto si sarebbe compiuto, a pochi giorni di distanza, nella sua sepoltura. Maria unse i piedi di Gesù. Probabilmente era anche un anticipo della lavanda dei piedi che Gesù avrebbe fatto agli Apostoli nel cenacolo: un atto che, sebbene compiuto sui piedi, equivaleva a un bagno completo e quindi un’azione simbolica di imbalsamare il corpo di Gesù, come se fosse già morto. Sono tanti gli insegnamenti degli eventi che celebriamo. Lasciamoci coinvolgere profondamente dalla sorte del Figlio di Dio.
Preghiera
Signore, nostro Padre, tu hai inviato il Cristo, tuo Figlio, come vittima di espiazione per i nostri peccati, donaci di accogliere i frutti del suo sacrificio e rendici solleciti per la salvezza degli uomini, nostri fratelli.
Agire
Educhiamo i nostri cuori alla gratuità nel tempo che dedichiamo alla vita liturgica e alle opere di carità disinteressata verso i poveri che ci circondano.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo emerito di Foggia-Bovino, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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